giovedì 23 luglio 2015

Morte dei migranti nelle campagne, Flai-Cgil: "Gli imprenditori del settore fanno finta di niente".

Imprenditori sordi alle nostre denunce. La Flai Cgil fa sentire la sua voce dopo la morte del migrante sudanese, probabilmente per infarto, ieri nelle campagne leccesi.

“È da maggio che come sindacati – si legge in una nota - sollecitiamo Anicav e Aiipa, le rappresentanze degli industriali della trasformazione del pomodoro e del conserviero, ad attivarsi congiuntamente con il sindacato per predisporre tutti gli interventi necessari atti ad evitare l'utilizzo della manodopera irregolare e lo sfruttamento di migliaia di lavoratori in tutte le aree del Sud Italia. Ma nulla si muove''. La Cgil ricorda che comunque è stato firmato un anno fa un protocollo dove si diceva a chiare lettere che nella fase di coltivazione e raccolta del pomodoro fresco si riscontravano fenomeni di caporalato e utilizzo illegale di manodopera, nonché pratiche di dumping contrattuale con importanti ricadute nella competizione tra operatori. Allora, le parti assunsero la decisione di attivare in prossimità della campagna del pomodoro, tavoli tecnici presso le Prefetture dei bacini di riferimento del pomodoro, al fine di intensificare i controlli e stroncare il caporalato".
Ma da allora nulla è cambiato, avverte il sindacato dei lavoratori agroalimentari Cgil: "Le aziende industriali della trasformazione: La Doria spa, Princes Industrie alimentari, Franzese spa, Giaguaro spa, La Rosina, Pancrazio spa, Conserve Italia, Mutti e ecc. sono consapevoli di quanto sta avvenendo nei luoghi della raccolta del pomodoro? La campagna del pomodoro 2015 ancora da avviarsi completamente sarà la campagna dello sfruttamento, dei rapporti irregolari, dello schiavismo, di truppe di caporali che mortificano il lavoro e piegano i diritti umani alle loro convenienze e più complessivamente alle convenienze di imprenditori agricoli senza scrupoli".

"Denunciamo con forza l'indifferenza delle associazioni imprenditoriali - sottolinea il sindacato nella nota- le quali dovrebbero preoccuparsi delle conseguenze commerciali che derivano da questa insensibilità. Il problema si risolve in maniera semplice: non accettate pomodoro raccolto con lo sfruttamento dei lavoratori, negate il mercato alle imprese agricole irregolari". "Le organizzazioni dei produttori Agriverde, OP Mediterraneo, Apo Foggia, Assofruit, che fanno per debellare il fenomeno? Nulla, tacciono, prendono ingenti finanziamenti dell'Europa, dallo Stato e dalle Regioni. Forse è arrivato il momento di affermare un principio: prendi i finanziamenti che competono se attui norme rigorose sul conferimento dei prodotti agricoli e del pomodoro da parte dei soci se gli stessi dimostrano che la raccolta l'hanno effettuata con manodopera regolare e con tariffe salariali contrattuali", sottolinea ancora la Cgil. "La campagna 2015 del pomodoro è già iniziata con un morto nei campi a Nardò in provincia di Lecce. La Flai Cgil, tutte le sue strutture, non arretreranno di un centimetro: attiveremo tutte le istituzioni, tutti gli enti preposti alla sicurezza e al rispetto della dignità umana, affinché venga debellato il fenomeno dello sfruttamento e dello schiavismo della manodopera nella raccolta del pomodoro e nei processi di trasformazione industriale'', conclude la Flai.

Nessun commento:

Posta un commento