venerdì 31 luglio 2015

Turchia, ancora raid contro il Pkk. Protesta a Roma davanti l'ambasciata turca.

Sarebbero 190 i militanti del Pkk uccisi e oltre 300 quelli feriti in due raid aerei sferrati dall'aviazione militare turca contro le basi del gruppo all'interno della Turchia e nel nord dell'Iraq.

controlacrisi.org fabrizio salvatori
Il tragico bilancio arriva dall’intellegence di Ankara ed è stato pubblicato oggi al quotidiano Hurriyet. Riguarda due distinte operazioni con 40 jet da combattimento nel nord dell'Iraq il 24 luglio e una trentina all'interno della Turchia il 28 luglio. Anche oggi l'aviazione di Ankara ha lanciato raid contro il Pkk nel nord dell'Iraq e nel sud est della Turchia. Trenta F-16 hanno colpito postazioni del Pkk nelle regioni di Zap, Metina e Hafta nel nord Iraq, mentre l'esercito turco ha colpito posizioni del gruppo della provincia turca di Sirnak, come scrive Hurriyet citando fonti militari.
Intanto, questa mattina a Roma alcuni attivisti delle associazioni che sostengono il Kurdistan hanno protestato davanti all'ambasciata turca a Roma per contro l'aggressione militare avviata da Erdogan “con il consenso di USA e UE". 'Roma con il Kurdistan', una rete che comprende associazioni pro-Kurdistan, ong, centri sociali, attivisti per i diritti umani, ha portato in piazza uno striscione con la scritta 'From Gezi to Kobane, stop Erdogan's terrorism (Da Gezi Park - teatro delle proteste contro il premier Erdogan a Istanbul -, a Kobane, roccaforte curda anti-Isis in Siria. Stop al terrorismo di Erdogan).
"Dopo le ultime elezioni e dopo l'accordo sul nucleare iraniano, Erdogan è sempre più debole e isolato, sia all'interno che all'esterno del Paese. Per questo, con la scusa di combattere l'ISIS, ha lanciato una campagna contro la resistenza curda e contro le opposizioni interne - si legge nella nota -. Centinaia di attivisti sono stati arrestati, mentre continuano i bombardamenti contro i civili curdi".
'Roma con il Kurdistan' si batte "per la fine dei bombardamenti e la pace in Kurdistan e in tutta l'area medio-orientale; per il rilascio immediato di tutti gli oppositori al regime autoritario turco; per l'eliminazione del Pkk, unico fronte all'avanzata dell'ISIS e unico garante possibile per un processo di pace nell'area, dalle liste del terrorismo internazionale; per il riconoscimento del confederalismo democratico del Rojava (area della Siria settentrionale a maggioranza curda, ndr), per una possibilità di pace e libertà per i popoli del Medio Oriente".

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