mercoledì 29 luglio 2015

Gli scienziati: "Stop ai Terminator, con i robot-killer l'umanità è a rischio".

Gli scienziati: "Stop ai Terminator, con i robot-killer l'umanità è a rischio"Hawking, Wozniak e Chomsky firmano un appello contro le armi che uccidono da sole: "Al bando prima che diventino realtà".

repubblica.it ANNA LOMBARDI
 
FERMIAMO i Terminator. È l'appello di oltre mille scienziati di tutto il mondo che chiedono di frenare, prima che sia troppo tardi, la corsa alle armi programmate per prendere da sole la decisione di uccidere. Le stesse appena prospettate da un report del Pentagono intitolato "Visualizzare il campo di battaglia tattico del 2050", raccontato da Repubblica . Intelligenze artificiali prive di etica o empatia, robot che obbediscono solo ai ciechi algoritmi impostati da programmatori militari. Droni, missili e quant'altro, incapaci di fermarsi proprio come i Terminator della saga cinematografica di James Cameron.


No, non è un film di fantascienza: ma il cuore di un appello promosso dal Future of Life Institute  -  organizzazione che mira a "mitigare i rischi che minacciano l'umanità"  -  sottoscritto da esperti di tutto il mondo, Italia compresa. Una lettera diretta alle Nazioni Unite, presentata ieri alla conferenza sull'Intelligenza Artificiale Ijcai 2015 di Buenos Aires, per chiedere di mettere al bando le armi del futuro: prima che siano realizzate. Perché, scrivono gli studiosi, anche se queste macchine non esistono ancora "la tecnologia è ormai tale che il loro sviluppo non è più questione di decenni ma di pochi anni".

A sottoscrivere l'appello, alcune fra le menti più brillanti della nostra epoca: come il leggendario astrofisico Stephen Hawking, lo studioso immobilizzato su una sedia a rotelle cui Hollywood ha da poco dedicato un film, La teoria del tutto. Primo firmatario insieme a Stuart Russell capo del Center for Intelligent Systems di Berkeley e fra i massimi esperti di Ai. E poi il cofondatore di Apple Steve Wozniak, il filosofo cognitivista Daniel Dennett, il linguista-attivista Noam Chomsky, il direttore delle ricerche di Google Peter Norvig, il capo delle ricerche di Microsoft Eric Horvitz, e perfino quel miliardario visionario chiamato Elon Musk, capo di Tesla Motors e della società privata spaziale Space X, che pochi mesi fa ha donato ben 10 milioni di dollari al Future of Life Institute per finanziare studi che si occupino di "allineare le ricerche nel campo delle intelligenze artificiali ai valori umani".

Secondo gli studiosi  -  molti dei quali si erano già mobilitati in gennaio contro le armi "intelligenti"  -  le buone intenzioni non bastano. Creare armi capaci di prendere autonomamente la decisione di uccidere significa creare tecnologie che nelle mani sbagliate sarebbero non solo letali, ma vero strumento di terrore. "Provate a immaginarle nelle mani di terroristi" ha spiegato il professor Stuart Russell a Tech Insider . "O nelle mani di dittatori per opprimere i loro popoli. No, sarebbero scenari da non augurare a nessuno ". Nelle mani sbagliate, prosegue, armi del genere faranno passare in secondo piano perfino il pericolo nucleare: "Non avendo bisogno di materiali costosi per essere realizzate, saranno facili da procurare".

Armi semiautonome, dotate cioè di funzioni che permettono di agire da sole, in realtà esistono già. E se per ora è pur sempre un essere umano ad innescarne l'azione, il confine si fa sempre più labile: come nel caso di certi missili antinave a lungo raggio creati da Lockheed Martin che una volta lanciati scelgono autonomamente il loro obiettivo. Secondo il New York Times , poi, Gran Bretagna, Norvegia e Israele avrebbero già sviluppato missili e droni capaci di attaccare navi, radar e carri armati senza bisogno di indicazioni umane. I Terminator insomma sono alle porte. Tant'è che si sta già lavorando per portare la questione sul tavolo della "Convenzione sulla proibizione o la limitazione dell'uso di armi convenzionali di Ginevra". Il messaggio degli scienziati è che bisogna fare in fretta: bandire le armi "autonome" prima che diventino realtà. O, proprio come in un film di fantascienza, rischiamo di restare ostaggio di robot da noi stessi creati.

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