Hawking, Wozniak e Chomsky firmano un appello contro le armi che uccidono da sole: "Al bando prima che diventino realtà".
FERMIAMO i Terminator. È
l'appello di oltre mille scienziati di tutto il mondo che chiedono di
frenare, prima che sia troppo tardi, la corsa alle armi programmate per
prendere da sole la decisione di uccidere. Le stesse appena prospettate
da un report del Pentagono intitolato "Visualizzare il campo di
battaglia tattico del 2050", raccontato da Repubblica . Intelligenze
artificiali prive di etica o empatia, robot che obbediscono solo ai
ciechi algoritmi impostati da programmatori militari. Droni, missili e
quant'altro, incapaci di fermarsi proprio come i Terminator della saga
cinematografica di James Cameron.
No, non è un film di fantascienza: ma il cuore di un appello promosso
dal Future of Life Institute - organizzazione che mira a "mitigare i
rischi che minacciano l'umanità" - sottoscritto da esperti di tutto il
mondo, Italia compresa. Una lettera diretta alle Nazioni Unite,
presentata ieri alla conferenza sull'Intelligenza Artificiale Ijcai 2015
di Buenos Aires, per chiedere di mettere al bando le armi del futuro:
prima che siano realizzate. Perché, scrivono gli studiosi, anche se
queste macchine non esistono ancora "la tecnologia è ormai tale che il
loro sviluppo non è più questione di decenni ma di pochi anni".
A sottoscrivere l'appello, alcune fra le menti più brillanti della
nostra epoca: come il leggendario astrofisico Stephen Hawking, lo
studioso immobilizzato su una sedia a rotelle cui Hollywood ha da poco
dedicato un film, La teoria del tutto. Primo firmatario insieme
a Stuart Russell capo del Center for Intelligent Systems di Berkeley e
fra i massimi esperti di Ai. E poi il cofondatore di Apple Steve
Wozniak, il filosofo cognitivista Daniel Dennett, il linguista-attivista
Noam Chomsky, il direttore delle ricerche di Google Peter Norvig, il
capo delle ricerche di Microsoft Eric Horvitz, e perfino quel
miliardario visionario chiamato Elon Musk, capo di Tesla Motors e della
società privata spaziale Space X, che pochi mesi fa ha donato ben 10
milioni di dollari al Future of Life Institute per finanziare studi che
si occupino di "allineare le ricerche nel campo delle intelligenze
artificiali ai valori umani".
Secondo gli studiosi - molti dei quali si erano già mobilitati in
gennaio contro le armi "intelligenti" - le buone intenzioni non
bastano. Creare armi capaci di prendere autonomamente la decisione di
uccidere significa creare tecnologie che nelle mani sbagliate sarebbero
non solo letali, ma vero strumento di terrore. "Provate a immaginarle
nelle mani di terroristi" ha spiegato il professor Stuart Russell a Tech
Insider . "O nelle mani di dittatori per opprimere i loro popoli. No,
sarebbero scenari da non augurare a nessuno ". Nelle mani sbagliate,
prosegue, armi del genere faranno passare in secondo piano perfino il
pericolo nucleare: "Non avendo bisogno di materiali costosi per essere
realizzate, saranno facili da procurare".
Armi semiautonome, dotate cioè di funzioni che permettono di agire da
sole, in realtà esistono già. E se per ora è pur sempre un essere umano
ad innescarne l'azione, il confine si fa sempre più labile: come nel
caso di certi missili antinave a lungo raggio creati da Lockheed Martin
che una volta lanciati scelgono autonomamente il loro obiettivo. Secondo
il New York Times , poi, Gran Bretagna, Norvegia e Israele avrebbero
già sviluppato missili e droni capaci di attaccare navi, radar e carri
armati senza bisogno di indicazioni umane. I Terminator insomma sono
alle porte. Tant'è che si sta già lavorando per portare la questione sul
tavolo della "Convenzione sulla proibizione o la limitazione dell'uso
di armi convenzionali di Ginevra". Il messaggio degli scienziati è che
bisogna fare in fretta: bandire le armi "autonome" prima che diventino
realtà. O, proprio come in un film di fantascienza, rischiamo di restare
ostaggio di robot da noi stessi creati.
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mercoledì 29 luglio 2015
Gli scienziati: "Stop ai Terminator, con i robot-killer l'umanità è a rischio".
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