Voleva allargarsi dal business dello spaccio a quello del caro estinto, coinvolgendo nell'affare gli amici della ditta Taffo, l'agenzia di pompe funebri di Roma diventata famosa per la pubblicità che invitava a trasformare in un diamante da mettere al dito le ceneri dei propri defunti.
Per tutti sono scattati oggi gli arresti, nell'ambito di un'operazione condotta dalla squadra mobile di Roma guidata da Luigi Silipo e coordinata dalla Dda. Per ora i tre componenti della famiglia Primavera coinvolti (il padre Guerino e i figli Fabrizio e Daniele) sono riusciti a sfuggire alla cattura. Ai domiciliari sono invece finiti Luciano Giustino Taffo e il figlio Daniele (turbata libertà degli incanti e corruzione, l'accusa), titolari dell'omonima azienda, e Bianconi, già finito sotto inchiesta lo scorso autunno nell'ambito del filone principale dell'inchiesta sul business del caro estinto negli ospedali di Roma condotta dai pm Erminio Amelio e Corrado Fasanelli. Il dirigente, che è accusato di turbata libertà degli incanti, rivelazione e utilizzazione di segreti di ufficio e corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio, è stato subito sospeso dall'incarico dal presidente della Regione Nicola Zingaretti che ha nominato al suo posto,come commissario, nominando Lorenzo Sommella, attuale direttore sanitario aziendale.
Diego Cardella, poliziotto che avrebbe fatto da talpa per i Primavera consentendo loro di sottrarsi all'arresto, è agli arresti in carcere.
La vicenda che coinvolge Bianconi è emersa nell'ambito dell'attività investigativa che da tempo la squadra mobile sta conducendo sugli affari della famiglia Primavera. A fare da tramite tra il clan e il direttore generale del Sant'Andrea sarebbe stata la moglie di Guerino Primavera, Daniela Chimenti, che lavora come impiegata in una società di pulizie che opera nell'ospedale. Saputo, in via riservata, dell'imminente indizione del bando per la camera mortuaria dell'ospedale, avrebbe proposto al marito di fare partecipare il suo amico Luciano Taffo. Ottenuto il benestare di Taffo, Chimenti avrebbe coinvolto nell'affare, promettendo in cambio un lauto compenso, una collega di lavoro e il marito Fabrizio Coppola (anche lui ai domiciliari) che avrebbero trovato il “contatto giusto” in Bianconi, all'epoca direttore amministrativo del Sant'Andrea.
Intercettate, Chimenti e la collega parlano in questi termini dell'appalto per la camera mortuaria del Sant'Andrea:
L'ospedale effettua la media di cinquecento decessi all’anno…. a tre mila euro la media a funerale… è un milione e mezzo di euro l’anno… noi vogliamo mangiare anche un bel piattino de fettucine … poi c'è il salmone e altre cosette…me raccomanno…che questo io entro a lavorà con loro faccio la becchina, glie faccio…”. E ancora, saputo dell'aggiudicazione ai Taffo: “Ha vinto...tirasse fuori i soldi... non siamo ragazzini nessuno: queste cose uno ce magna.Stando alla ricostruzione degli inquirenti, Bianconi, insieme a Filippo Zanutti, responsabile del bando (per lui è scattata la misura interdittiva della sospensione dai pubblici uffici per 12 mesi), sarebbe stato messo in contatto con i Taffo e avrebbe pilotato in loro favore la gara, consegnandogli, tramite Coppola, tutta la documentazione necessaria venti giorni prima della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. In cambio i Taffo si sarebbero impegnati a versare a Bianconi una somma di denaro e ad assumere in azienda alcuni familiari dei Primavera e di Coppola.
Nessun commento:
Posta un commento