La vicenda, all’epoca fece scalpore. Era il 16 novembre dell’anno scorso quando una squadraccia di energumeni fece irruzione sugli spalti del piccolo campo di gioco di Magliano Romano e cominciò a pestare i sostenitori dell’Ardita San Paolo che di lì avrebbe dovuto giocare la sua partita di terza categoria con la Virtus Magliano.
contropiano.org Luca Fiore
Una ventina di
aggressori con il viso coperto da caschi o passamontagna si accanirono a
colpi di bastone contro i supporter della squadra romana – nota per la
sua identità antifascista e antirazzista, oltre che per il suo impegno a
favore dello sport popolare – e ne mandarono alcuni in ospedale con
ferite di vario tipo. Bilancio del raid squadrista: un codice rosso con
serie ferite alla testa, altri quattro con fratture a braccia e a gambe.
Un’aggressione pianificata scientificamente dai fascisti che arrivarono a Magliano a bordo di cinque auto le cui targhe erano state coperte. Durante il pestaggio in ogni macchina rimase l’autista con il motore acceso per accorciare i tempi di fuga.
Tutto sembrava esser filato liscio, ma all’improvviso il piano fallisce. Subito dopo il raid, infatti, ben 9 aggressori, 6 di Viterbo e 3 di Roma, vengono bloccati dai carabinieri a bordo di due auto al casello di Civita Castellana. Durante la perquisizione nelle due automobili i poliziotti trovano i caschi e i passamontagna e alcuni guanti da motociclista, oltre a manici di picconi ed altri oggetti usati per l’aggressione ai tifosi dell’Ardita.
Ieri, dopo un processo di primo grado tutto sommato rapido dovuto alla scelta del rito abbreviato, i giudici del tribunale di Tivoli hanno condannato quattro estremisti di destra ritenendoli responsabili dell’agguato e dei reati di lesioni personali gravi, porto illegale di armi e di oggetti atti a offendere. A 4 anni di reclusione è stato condannato Ervin Di Maulo, mentre tre anni sono stati inflitti a Diego Gaglini, Jacopo Magnani ed Edoardo Fanti. Gaglini è noto per essere stato candidato a sindaco di Viterbo per Casapound, ed anche gli altri condannati ruotano attorno all’organizzazione che da un anno a questa parte è stata scelta dal leader della Lega Nord, Matteo Salvini, come base sulla quale fondare la nuova versione ‘nazionalista’ e aggressiva del suo partito.
La corte ha inflitto ai quattro condanne inferiori rispetto alle richieste della pubblica accusa rappresentata dal Pm Gabriele Iuzzolino che aveva chiesto una pena di 3 anni e 8 mesi per Gaglini, Magnani e Fanti e di 5 anni e 8 mesi a Di Maulo, che ha scontato dal momento dell'arresto vari mesi di domiciliari.
Nei prossimi mesi saranno inoltre processati con il rito ordinario altri estremisti di destra, tutti aderenti a Casapound - Giovanni Lupidi, Leonardo Ercolani, Federico Miralli, Alessio Reinkardt e Roberto Spolverini - accusati di aver partecipato alla spedizione punitiva dell’autunno scorso che col mondo dello sport non aveva nulla a che fare.
Un’aggressione pianificata scientificamente dai fascisti che arrivarono a Magliano a bordo di cinque auto le cui targhe erano state coperte. Durante il pestaggio in ogni macchina rimase l’autista con il motore acceso per accorciare i tempi di fuga.
Tutto sembrava esser filato liscio, ma all’improvviso il piano fallisce. Subito dopo il raid, infatti, ben 9 aggressori, 6 di Viterbo e 3 di Roma, vengono bloccati dai carabinieri a bordo di due auto al casello di Civita Castellana. Durante la perquisizione nelle due automobili i poliziotti trovano i caschi e i passamontagna e alcuni guanti da motociclista, oltre a manici di picconi ed altri oggetti usati per l’aggressione ai tifosi dell’Ardita.
Ieri, dopo un processo di primo grado tutto sommato rapido dovuto alla scelta del rito abbreviato, i giudici del tribunale di Tivoli hanno condannato quattro estremisti di destra ritenendoli responsabili dell’agguato e dei reati di lesioni personali gravi, porto illegale di armi e di oggetti atti a offendere. A 4 anni di reclusione è stato condannato Ervin Di Maulo, mentre tre anni sono stati inflitti a Diego Gaglini, Jacopo Magnani ed Edoardo Fanti. Gaglini è noto per essere stato candidato a sindaco di Viterbo per Casapound, ed anche gli altri condannati ruotano attorno all’organizzazione che da un anno a questa parte è stata scelta dal leader della Lega Nord, Matteo Salvini, come base sulla quale fondare la nuova versione ‘nazionalista’ e aggressiva del suo partito.
La corte ha inflitto ai quattro condanne inferiori rispetto alle richieste della pubblica accusa rappresentata dal Pm Gabriele Iuzzolino che aveva chiesto una pena di 3 anni e 8 mesi per Gaglini, Magnani e Fanti e di 5 anni e 8 mesi a Di Maulo, che ha scontato dal momento dell'arresto vari mesi di domiciliari.
Nei prossimi mesi saranno inoltre processati con il rito ordinario altri estremisti di destra, tutti aderenti a Casapound - Giovanni Lupidi, Leonardo Ercolani, Federico Miralli, Alessio Reinkardt e Roberto Spolverini - accusati di aver partecipato alla spedizione punitiva dell’autunno scorso che col mondo dello sport non aveva nulla a che fare.
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