giovedì 30 luglio 2015

Amnesty punta il dito contro Israele: "Nel 2014 a Gaza crimini di guerra e contro l'umanità".

C'è una "forte evidenza" che le forze israeliane abbiano commesso crimini di guerra durante il conflitto di Gaza del 2014. L'accusa arriva da Amnesty International che, in un rapporto pubblicato ieri, sostiene che "nuove prove indicano che l'esercito di Tev Aviv ha commesso crimini di guerra nell'ambito dell'intenso e massiccio bombardamento di zone residenziali di Rafah,mostrando "un estremo disprezzo per la vita dei civili".
L'organizzazione umanitaria, che non è potuta entrare nella Striscia perché bloccata da Israele, ha analizzato attraverso avanzate tecniche investigative messe a punto nell'ambito del Forensic Architecture (un progetto di ricerca del Goldsmiths' College di Londra) i fatti avvenuti tra l'1 e il 4 agosto dello scorso anno dopo il rapimento di un ufficiale israeliano da parte di Hamas. In quei giorni, ha dichiarato Philip Luther, direttore del programma Medio Oriente e Nord Africa di Amnesty International, a Rafah sono stati lanciati una serie di attacchi "sproporzionati e indiscriminati", anche in zone residenziali densamente popolate. Una "carneficina" con 135 palestinesi uccisi, fra cui 75 bambini.
La ferocia degli attacchi continuò anche dopo che l'esercito, il 2 agosto, dichiarò morto l'ufficiale, suggerendo l'ipotesi che i bombardamenti successivi fossero motivati dal desiderio di "punire" la popolazione di Rafah. Attacchi che secondo Amnesty potrebbero essere definiti come "crimini contro l'umanità. "Questo rapporto - si legge infatti nel dossier - presenta un'urgente richiesta di giustizia di cui va tenuto conto. L'analisi combinata di centinaia di foto e video, come pure di immagini satellitari e di testimonianze dirette, dimostra che le forze israeliane hanno commesso gravi violazioni del diritto internazionale umanitario. Atti che devono essere indagati".
"Attaccando ambulanze e ospedali, l'esercito israeliano ha dimostrato un enorme disprezzo per le leggi della guerra. Attaccare deliberatamente delle installazioni sanitarie e dei professionisti della salute costituisce un crimine di guerra", ha detto ancora Philip Luther. Immediata la replica dello Stato ebraico. Si tratta di un rapporto "profondamente sbagliato, lacunoso nella metodologia, nella ricostruzione dei fatti, nelle analisi e nelle conclusioni", ha detto il ministro degli Esteri israeliano, per il quale Amnesty "ancora una volta dimostra la propria ossessione verso Israele" e costruisce "una falsa narrativa".

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