Il terreno dedicato all'agricoltura sta scomparendo e il consumo
mondiale di fertilizzanti potrebbe superare i 200 milioni di tonnellate
nel 2018, secondo la Fao. Servono ricerca e innovazione per progetti a
lungo termine di tutela dell'ecosistema ambientale.
repubblica.it
OGNI ANNO perdiamo 24 miliardi di
tonnellate di suolo fertile, un tasso di erosione tra le 10 e le 40
volte superiore alla capacità di rigenerazione: la terra, che dovrebbe
essere destinata alla coltivazione agricola per sfamare i nove miliardi
di persone che ci saranno in tutto il pianeta nel 2050, scompare invece
che essere preservata. Non solo perdiamo il suolo che viene cementificato, dunque, come è stato messo in luce da una ricerca del Cnr, ma soprattutto perdiamo terreno agricolo.
L'allarme, scattato nell'anno internazionale dei suoli delle Nazioni Unite,
è rimbalzato a Expo2015 e ha messo in luce l'urgenza di aumentare la
produzione agricola per ettaro. Se il cammino per ricostruire uno strato
da 2,5 centimetri di suolo eroso è di 5 secoli, in compenso negli
ultimi 50 anni la scienza agronomica ha fatto passi da gigante attivando
piani di fertilizzazione che hanno aumentato la qualità del frumento
tenero in funzione del suo tipo di utilizzo (per biscotti, pane,
panificabile superiore, di forza) o della varietà, e raggiunto precisi
obiettivi a livello di contenuto proteico o glutinico.
"In parallelo l'orizzonte si è ampliato: dal campo si è passati
all'unità di paesaggio, dalla singola coltura a un vero e proprio
sistema in cui pratiche colturali, avvicendamento, gestione dei residui e
lavorazioni del terreno cooperano per esaltare la fertilità dei suoli",
commenta Antonio Boschetti, direttore de L'Informatore Agrario.
"In questo contesto più ampio il prodotto fertilizzante è un attore che
esercita un'azione corale e di primo piano, con prospettive di
crescita".
Secondo il rapporto Fao World fertilizer trends and outlook to 2018,
il consumo mondiale di fertilizzanti potrebbe superare i 200 milioni di
tonnellate nel 2018, un dato del 25% superiore rispetto a quanto
registrato nel 2008, con un trend di crescita annuo pari all'1,8%. Un
incremento che riguarda in particolare i Paesi in via di sviluppo, dove
questi mezzi tecnici sono oggi indispensabili alleati nella lotta alla
fame.
"Se vogliamo sfamare il pianeta e le popolazioni che oggi non hanno accesso al cibo", aggiunge Francesco Caterini,
presidente Assofertilizzanti, "occorre un'agricoltura che sia
economicamente e ambientalmente sostenibile e una conoscenza per ettaro
dove il fertilizzante, inserito in un processo di autoregolamentazione
in sinergia con le organizzazioni agricole, sia il più possibile
efficiente nel rispetto del paesaggio".
"Solo considerando la conoscenza un input di produzione e quindi
incrementando il livello di elaborazione, applicazione e condivisione
delle conoscenze applicate agli agroecosistemi è possibile un più
razionale utilizzo dei nutrienti, dell'acqua e dell'energia, una
gestione dei suoli che contrasti l'erosione, un impiego consapevole e
diffuso delle risorse nella lotta a parassiti e fitopatie", ha detto Paolo de Castro,
coordinatore della Commissione Agricoltura e Sviluppo rurale del
Parlamento europeo e relatore permanente per Expo 2015. "La ricerca -
conclude - dovrebbe indicare strategie a lungo termine, riappropriandosi
della capacità di progettare e costruire lo spazio dell'innovazione".
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martedì 28 luglio 2015
Ambiente. Il suolo fertile è in pericolo: ne perdiamo 24 miliardi di tonnellate l'anno
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