venerdì 2 novembre 2012

Dietro l’attacco a Di Pietro c’è Napolitano Il vero reato che gli contestano è lesa maestà

Come si spiega l’attacco concentrico contro Di Pietro e l’Idv? I giornali, le televisioni, la politica, stavolta sembrano tutti uniti.

glialtri piero sansonetti

Cosa è successo? Una trasmissione della Rai ha messo sotto accusa Di Pietro per via delle sue proprietà immobiliari e per una certa donazione, ricevuta dai Borletti quasi vent’anni fa e non consegnata all’Ulivo come sarebbe stato giusto. Le proprietà immobiliari (di Di Pietro, di sua moglie, ricca avvocata, e dei suoi tre figli) sono tutte regolarmente denunciate, quindi non si capisce bene quale possa essere l’accusa, e comunque sono si è no un decimo di quelle indicate alla trasmissione Report (che ha confuso le particelle immobiliari con le proprietà immobiliari. Per capirci: un appartamento con un garage, una cantina e una porzione di terrazzo condominiale e una porzione di appartamento del portiere, resta un solo appartamento e non cinque appartamenti). Quanto alla donazione Borletti (un miliardo di lire) ricevuta nel 1995 da Di Pietro e da Prodi, l’accusa è di non averla consegnata all’Ulivo, come invece ha fatto Prodi. Il problema è che nel 1995 l’Ulivo non esisteva e dunque era difficile consegnargli qualcosa. E anche l’anno dopo, quando poi è esistito, non era il partito di Di Pietro, che è entrato in politica più tardi. È ovvio che Prodi ha versato una parte di quei soldi all’Ulivo (circa la metà, sembra di capire, secondo le sue dichiarazioni in Tv, e cioè mezzo miliardo sul miliardo ricevuto) ed è ovvio che Di Pietro non lo abbia fatto. Di Pietro però ha dichiarato  di avere ricevuto quella donazione e poi di averla usata per comprare alcuni appartamenti che – quando è nata l’Italia dei Valori – sono diventati sedi del partito. Non è difficile verificare questa dichiarazione.

Niente di illegale, quindi. Del resto Di Pietro – dopo Berlusconi – è il cittadino italiano che ha subito il maggior numero di accertamenti della guardia di finanza, e di procedimenti giudiziari, e di intercettazioni e tutto il resto, e tuttavia contro di lui non c’è stato mai nessun rilievo di tipo penale e neppure di tipo amministrativo, e quindi non si capisce bene quali siano le colpe delle quali è accusato. Una volta si diceva che un politico  deve “pagare” quando viene colpito da un avviso di garanzia, o da un rinvio a giudizio, ora si va oltre: basta un avviso di Gabanelli.
Torna la domanda: come si spiega l’attacco a Di Pietro? Noi siamo maliziosi e avanziamo una ipotesi che forse non è infondatissima. Di Pietro è l’unico leader politico italiano che abbia messo i bastoni tra le ruote alla più alta istituzione della Repubblica. È andato contro Napolitano. Non so perché, ma nessuno mi leva dalla testa che stia pagando caro il reato vero che ha commesso: lesa maestà. E sospetto che non sia finita qui.

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