Grave decisione del Consiglio Supremo di Difesa presieduto da Napolitano e con la partecipazione del premier Monti. L'Italia è pronta a nuove guerre e missioni militari. "Ce lo chiede l'Europa".
"L' Italia è pronta a dare il suo contributo anche in nuove missioni militari decise dalla comunità internazionale. Lo ha stabilito il Consiglio supremo della Difesa che stamani si è riunito al Quirinale presieduto dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Presenti il premier Mario Monti e i ministri interessati.
"Ribadita la validità e l’opportunità del processo di riqualificazione e razionalizzazione del nostro impegno nelle missioni internazionali, già da tempo avviato in linea con i più stringenti vincoli di bilancio, si è convenuto – spiega una nota della Presidenza della Repubblica – sull’esigenza che le Forze Armate italiane restino comunque pronte a fornire nuovi contributi ad interventi militari della Comunità Internazionale, qualora se ne evidenziasse la necessità". Due settimane fa, i ministri degli Esteri e della Difesa italiani avevano partecipato alla riunione europea chiamata Weimar Plus. L'Unione europea “deve essere in grado di affrontare crisi complesse, multidimensionali e con diversi attori, e al tempo stesso aumentare l'efficienza delle proprie missioni e operazioni” si legge nelle conclusioni della riunione dei ministri degli Esteri e della Difesa di Francia, Germania, Italia, Polonia e Spagna, il 15 novembre a Parigi, a cui hanno partecipato i ministri Giulio Terzi e Giampaolo Di Paola.
I ministri hanno concordato sulla necessità di “favorire una ambiziosa politica europea in materia di sicurezza e difesa”. “Molto è stato fatto negli ultimi dieci anni - viene ricordato - L'avvio di tre nuove missioni di quest'anno è la prova della capacità dell'UE di agire. Tuttavia, minacce alla sicurezza, anche nel vicinato europeo, richiedono azioni decisive. Gli europei devono fare la loro parte nel rispondere più attivamente alle sfide future per garantire la sicurezza in Europa”.
I ministri hanno sottolineato che “la particolare forza della sicurezza comune e la politica di difesa sta nell’approccio globale alla gestione delle crisi. Mobilitando tutti gli strumenti civili e militari a disposizione, l'Unione europea deve essere in grado di affrontare complesse, multi-attore e crisi multidimensionali, e al tempo stesso aumentare l'efficienza delle proprie missioni e operazioni”.
In quest’ottica, “la riforma in corso delle procedure di gestione delle crisi e la prossima revisione del Servizio Europeo per l'Azione Esterna dovrebbe consentire all'UE di agire tempestivamente ed efficacemente in tutto lo spettro delle crisi, in stretta cooperazione con le organizzazioni internazionali e regionali e dei paesi partner”.
Questa è l'Italia del XXI° Secolo del governo Monti-Napolitano. Altro che i "nostri ragazzi" inviati in missioni di pace. Pronti alla guerra, disposti a fornire truppe per interventi all'estero per "favorire una ambizioso politica europea in materia di sicurezza e difesa".
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