Dopo un anno di cura Monti, il malato Italia sta molto peggio. E il Professore rimedia un bel 4 in pagella. A giudicarlo è Fabio Salviato, fondatore di Banca Etica. Siamo in regime di «decrescita infelice», dice Salviato, «mentre la “decrescita felice” avrebbe potuto generare circuiti virtuosi», capaci di garantire «milioni di nuovi posti di lavoro». Come spiega Maurizio Pallante, teorico italiano della decrescita (cioè: taglio degli sprechi e aumento del lavoro utile), sono enormi i margini economici assicurati da settori strategici come l’energia pulita, la riconversione ecologica del patrimonio edilizio e la gestione dei rifiuti basata sull’industria del recupero e del riciclo della materie prime. A un anno dall’insediamento del super-tecnocrate della Bocconi, riflette Salviato, i media restano morbidi: riconoscono a Monti di aver risollevato l’immagine internazionale dell’Italia. Ma a che prezzo? Come dire: l’operazione è riuscita, ma il paziente è morto.
Risale esattamente a un anno fa, ricorda Salviato sulle pagine di “Roma Sette” – newsmagazine cattolico della diocesi romana – l’appello inviato a Monti all’indomani dell’incarico ricevuto da Napolitano. Titolo: “Le ossa e la polpa”. «Auspicavo un governo e un’azione che lui stesso aveva definito come fatto di “rigore ed equità”», ricorda Salviato. «E, nell’augurare buon lavoro, avevo indicato una serie di settori dove il governo avrebbe potuto incidere proprio sulla “polpa”, nel tentativo di fare cassa e quindi cercare di far quadrare i conti». Nel mirino, l’evasione fiscale (125 miliardi di euro) e la tassazione dei capitali all’estero: «Mi riferivo in particolare all’accordo che Germania, Austria, Inghilterra hanno già fatto con i loro cittadini che detengono capitali mobiliari in Svizzera, proponendo una imposta del 20% per chi dichiarasse i propri capitali all’estero». Per l’Italia si trattava di incassare entrate per almeno 40 miliardi di euro, «dieci in più della prima manovra denominata Salva-Italia», e che – anziché “salvare l’Italia”, l’ha tramortita, tagliando le pensioni e aumentando le tasse.
Ricevuta dalla Svizzera la lista dei super-evasori, invece di «applicare l’imposta del 20% sui 500 miliardi di capitali detenuti da risparmiatori italiani in Svizzera», il ministro-banchiere Corrado Passera «ha provveduto a costituire una commissione sul tema», ovviamente arenatasi tra i corridoi del Palazzo. «Nel frattempo – continua Salviato – in Svizzera le cassette di sicurezza sono esaurite e quindi le banche hanno provveduto a prenotare tutte le cassette di sicurezza di alberghi e ristoranti, e ogni giorno la polizia di frontiera blocca la fuga continua di capitali all’estero». Per non parlare poi dei capitali tranquillamente al riparo nei paradisi fiscali: «Ma anche lì, se i G8 volessero, si potrebbe cominciare a stabilire qualche regola di trasparenza, se non altro per identificare i capitali frutto del lavoro diimprenditori e famiglie rispetto ai capitali che provengono da attività illecite, commercio di droga, mafie».
A noi invece è toccata l’infame “spending review”, che non sfiora le spese folli per i cacciabombardieri F-35 mentre non risparmia i malati di Sla, 100 milioni di euro «vergognosamente tagliati, alla faccia dell’equità». In compenso, Monti ha recuperato ha “fiducia” internazionale nei confronti dell’Italia. Ma la fiducia di chi: degli sciacalli finanziari che avevano messo alle corde il paese, fino a sottoporlo al ricatto europeo del Fiscal Compact, che prevede l’aberrante introduzione del “pareggio di bilancio”? E nel frattempo, il debito pubblico è aumentato. Inevitabile? «Assolutamente no», protesta Salviato: «Bastava valutare adeguatamente le buone pratiche proposte e realizzate dalla finanza etica: forse avremmo potuto invertirlo, quel trend, utilizzando strumenti innovativi e scambiando servizi e attività con parti di debito pubblico, non solo nel campo sanitario e sociale, ma in tutti i settori».
Gli italiani, aggiunge Salviato, avrebbero capito: «Hanno sempre saputo rispondere nei momenti di crisi». Invece, ildebito pubblico ormai viaggia verso i 2.000 miliardi di euro. «Vorrei semplicemente ricordare che il totale del risparmio accumulato da famiglie e imprese in Italia è di 8.000 miliardi di euro, cioè quattro volte di più», aggiunge il fondatore di Banca Etica, preoccupato per la voragine della disoccupazione, in continuo aumento: sono ormai 3 milioni i disoccupati ufficiali, «ma in realtà i veri disoccupati sono almeno il doppio, con punte al Sud Italia di giovani disoccupati, soprattutto donne, che superano il 50%». La situazione «sta diventando oramai insostenibile», e purtroppo «si cominciano già a registrare i primi focolai di violenza, perché in molte realtà le persone sono disperate, non ce la fanno più, non ci sono più punti di riferimento».
Tutto questo, mentre ancora il governo straparla di “crescita” e “sviluppo”, ignorando deliberatamente l’unica economia che farebbe crescere il lavoro: quella – paradossalmente – della decrescita selettiva del Pil, che aumenta i fatturati e i posti di lavoro là dove si investe per tagliare gli sprechi. Esempio: la filiera produttiva (ed ecologica) dei rifiuti da riciclare e recuperare, archiviando discariche e inceneritori tossici. Oppure: il colossale capitolo del risparmio energetico, che darebbe lavoro a migliaia di aziende edilizie, pagate – attraverso nuove formule contrattuali – col semplice risparmio ottenuto coibentando meglio abitazioni, uffici e fabbriche. Manutenzione del territorio: è un’Italia dolorante, che frana e si allaga, ma il governo punta ancora sulle Grandi Opere Inutili come la devastante Torino-Lione, di cui persino la Corte dei Conti francese consiglia l’abbandono: progetto insensato, diseconomico, costosissimo e totalmente superfluo. Quanto ai costi politici della “casta”, aggiunge Salviato, siamo sui 24 miliardi di euro: «Una cifra scandalosa, che andava sicuramente rivista e rimodulata».
Eppure, in vista del Natale e delle vacanze c’è un’Italia che ancora affolla gli alberghi, dove si registra il tutto esaurito. «Questa è un’altra Italia, che non è stata toccata dalla crisi, dalla patrimoniale e dalle tasse, se non in maniera marginale». Da cattolico militante, Salviato protesta: «Io credo che tutto questo non sia giusto, e penso sia giunto il momento di cominciare ad esprimere la propria indignazione: perché in gioco ci sono le vite, le speranze e il futuro di milioni di persone». Lui, annuncia, a Natale resterà a casa: «Meglio un buon libro, qualche passeggiata sul fiume, la bicicletta. Starò con la mia famiglia, frequenterò più assiduamente la mia parrocchia, e nel limite del possibile, farò solidarietà con tante famiglie del mio quartiere che hanno bisogno di essere aiutate». E il professor Monti? «Gli chiedo di riflettere e di imparare ad ascoltare consigli innovativi: cerchiamo di non sacrificare valori come equità e solidarietà sull’altare dell’egoismo e della massimizzazione del profitto».
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