Il Consiglio di Stato ha confermato integralmente la sentenza del Tar del Lazio che imponeva alla governatrice di indire le elezioni entro cinque giorni, pena la nomina di un commissario da parte del ministero dell'Interno.
Il Lazio deve andare "subito" al voto, nel periodo "tecnicamente più vicino possibile". Il Consiglio di Stato conferma "integralmente" l’impianto della sentenza del Tar e boccia il ricorso di Renata Polverini. Lei, la presidente, aveva annunciato le sue dimissioni dalla Regione Lazio ormai più di due mesi fa - dall'addio sotto i riflettori per lo scandalo dei consiglieri del Pdl e dei tanti fondi pubblici spariti e spartiti sono trascorsi 62 giorni - ma da allora la Polverini non ha mai lasciato davvero l'incarico, nè ha indetto le nuove elezioni nonostante pressanti richieste dai partiti d'opposizione, dai movimenti dei cittadini e dalle associazioni imprenditoriali. Ora sono intervenuti definitivamente i giudici.Fatti salvi i 45 giorni di campagna elettorale, i residenti del Lazio, dunque, dovrebbero essere chiamati alle urne nella seconda metà di gennaio, al massimo la prima domenica di febbraio, sganciandosi, così, dal destino di Lombardia e Molise, le altre due Regioni chiamate a rinnovare giunta e consiglio.
Il risultato in qualche modo disattende il percorso segnalato dal governo su indicazione del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. La governatrice dovrà entro i prossimi 5 giorni indicare la data del voto che, a questo punto, con tutta probabilità, non potrà essere più il 10 e 11 marzo.
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