Un modello di democrazia partecipativa. Il Presidente Hugo Chavez Frias sottopone alla consultazione popolare il Secondo Piano Socialista della Nazione per il periodo 2013-2019.
Per la prima volta un governo chiede ai suoi cittadini, senza discriminazione di credo politico o di genere, di pianificare e di eseguire insieme le politiche di approfondimento e consolidamento del socialismo.
Nello scorso mese di giugno il Presidente Hugo Chavez Frias, subito dopo la sua candidatura alle elezioni presidenziali, aveva presentato il Secondo Piano Socialista come programma di governo per il periodo 2013-2019; subito dopo la sua clamorosa affermazione, aveva informato che il 10 gennaio 2013, giorno del suo giuramento come Presidente, lo avrebbe presentato all’Assemblea Nazionale per la sua discussione e approvazione o respingimento, secondo quanto stabilito dalla Costituzione.
Il Secondo Piano Socialista prevede cinque obiettivi storici che sono quelli di difendere e consolidare l’indipendenza nazionale; continuare nella costruzione di una patria socialista come alternativa al sistema distruttivo e selvaggio del capitalismo; convertire il Venezuela in una potenza sociale, economica e politica in America Latina e nel Caribe; contribuire allo sviluppo di una nuova Geopolitica Internazionale che permetta di raggiungere l’equilibrio dell’Universo e garantire così la pace; preservare la vita del pianeta e salvare la specie umana.
Per la prima volta un governo chiede ai suoi cittadini, senza discriminazione di credo politico o di genere, di pianificare e di eseguire insieme le politiche di approfondimento e consolidamento del socialismo.
Nello scorso mese di giugno il Presidente Hugo Chavez Frias, subito dopo la sua candidatura alle elezioni presidenziali, aveva presentato il Secondo Piano Socialista come programma di governo per il periodo 2013-2019; subito dopo la sua clamorosa affermazione, aveva informato che il 10 gennaio 2013, giorno del suo giuramento come Presidente, lo avrebbe presentato all’Assemblea Nazionale per la sua discussione e approvazione o respingimento, secondo quanto stabilito dalla Costituzione.
Il Secondo Piano Socialista prevede cinque obiettivi storici che sono quelli di difendere e consolidare l’indipendenza nazionale; continuare nella costruzione di una patria socialista come alternativa al sistema distruttivo e selvaggio del capitalismo; convertire il Venezuela in una potenza sociale, economica e politica in America Latina e nel Caribe; contribuire allo sviluppo di una nuova Geopolitica Internazionale che permetta di raggiungere l’equilibrio dell’Universo e garantire così la pace; preservare la vita del pianeta e salvare la specie umana.
Per ognuno di questi punti vengono esplicitate decine e decine di proposte che sono il fondamento stesso del programma di governo per il periodo 2013-2019 che, prima del passaggio parlamentare, sarà oggetto di dibattito, valutazione, proposte e modifiche da parte non solo delle organizzazioni politiche e dei movimenti sociali, ma anche di tutta la popolazione venezuelana, senza distinzioni politiche o discriminazioni di sorta, chiamata dal Presidente Chavez a partecipare al processo di approfondimento e consolidamento del socialismo bolivariano del XXI secolo e di crescita della nazione.
Per facilitare e garantire la massima partecipazione, i cittadini possono avvalersi di diverse modalità di intervento; si prevede infatti lo svolgimento di assemblee di dibattito all’interno delle comunità o nei consigli comunali; la disposizione di 13.600 punti rossi del PSUV-Partito Socialista Unito del Venezuela adibiti alla diffusione del programma e alla raccolta di proposte; la collocazione di 94 buche delle lettere “Pensa per la Patria” negli uffici postali dei 23 stati venezuelani, sempre per raccogliere suggerimenti; la costituzione di “Città del Dibattito” spazi aperti per la discussione; ed infine l’utilizzo di spazi digitali “La mia Patria nel WEB” per lo scambio, diffusione e raccolta di proposte.
Nel fine settimana del 9-11 novembre si sono svolte affollate e partecipate assemblee di dibattito in tutti gli stati sede di elezioni dei Governatori e dei Consigli Regionali il prossimo 16 dicembre, aperte a tutti, quale eccellente esempio di democrazia diretta dal basso; mentre nel fine settimana del 16-18 novembre hanno avuto luogo le “Città del Dibattito” che hanno visto l’intervento di migliaia di cittadini e soprattutto di giovani, coinvolti in prima persona come attori della democrazia partecipativa e protagonistica garantita dal governo bolivariano. Per esempio, nello stato di Miranda sono state avanzate molte proposte da parte dei giovani sulla necessità di predisporre politiche sul primo impiego, creare un centro di studi della gioventù ed includere la materia educazione per il lavoro nel curriculum, che sono state consegnate al candidato a Governatore Elías Jaua del PSUV, affinché siano integrate sia nel suo programma di governo che nel Piano Socialista della Nazione.
E’ questo un ennesimo esempio di democrazia di attiva partecipazione dal basso che dovrebbe far ammutolire i grilli parlanti dell’informazione mainstream e far impallidire i politici occidentali, paladini della “democrazia”, entrambe le categorie sempre pronte a definire dispregiativamente Chavez come dittatore e a criticare con lui anche gli altri Presidenti latino americani che non sono disposti, a differenza dei loro predecessori espressione delle oligarchie borghesi, ad accettare le imposizioni e i diktat degli organismi finanziari internazionali come il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale.
Ricordiamo che FMI e BM nell’ultimo ventennio del XX secolo, per concedere la rinegoziazione del debito estero, hanno preteso in cambio dai governi locali la privatizzazione dei servizi pubblici, delle aziende strategiche e le riforme del lavoro, tramite i PAS Piani di Aggiustamento Strutturale che hanno affossato le economie nazionali del continente sud americano e trascinato nella miseria e nell’esclusione sociale milioni di persone, esattamente come sta accadendo nei confronti dei paesi dell’Europa Mediterranea con l’ imposizione delle medesime “riforme strutturali”.
In Venezuela, dove da tredici anni, invece, si è iniziato il processo di transizione al socialismo, milioni di cittadini godono dei benefici degli utili petroliferi che, grazie alla nazionalizzazione della PDVSA Petróleos de Venezuela S.A., sono oggi investiti nel sociale per rafforzare l’evoluzione verso l’uguaglianza, l’indipendenza piena e lo sviluppo.
A oggi, secondo indicatori confermati dalla FAO, Unicef e Unesco, i quasi 500 miliardi di dollari investiti nelle politiche sociali si traducono in 2.000.000 di studenti che si laureeranno grazie alla Misión Sucre; 1.400.000 persone che hanno imparato a leggere e scrivere grazie alla Misión Robinson; 633.000 diplomati con la Misión Ribas; 1.700.000 vite salvate nel quadro della Misión Barrio Adentro; 11.000.000 di persone che beneficiano di una migliore alimentazione e qualità della vita grazie alla Misión Mercal; 2.200.000 anziani che oggi possono contare su una pensione di vecchiaia e 150.000 abitazioni che si sono costruite grazie alla Gran Misión Vivienda.
Nonostante tutte queste realizzazioni, il Presidente Hugo Chavez Frias è perfettamente consapevole della necessità di dovere continuare a progredire nella costruzione di un modello economico produttivo, orientato a smontare il modello depredatore e insostenibile del capitalismo, e definito il Socialismo Bolivariano del XXI secolo che cerca di “conquistare la maggiore somma di felicità possibile della nostra società, servendo la gente, secondo le sue capacità e necessità”.
* Commissione Internazionale della Rete dei Comunisti
Fonti:
http://www.psuv.org.ve/opiniones/opinion/democracia-desbordada/
http://www.avn.info.ve/contenido/proceso-constituyente-tom%C3%B3-espacios-p%C3%BAblicos-venezuela-fin-semana
http://www.avn.info.ve/contenido/juventud-venezolana-discute-plan-socialista-naci%C3%B3n
http://www.elmundo.com.ve/firmas/hugbel-roa/segundo-plan-socialista-de-la-nacion.aspx
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