Il ministro Fornero odia i giovani, lo sapevamo. E per questo è costretta ormai a fare interventi solo il luoghi protetti dalle contestazioni. Ma non perde il vizio di provocare.
Leggiamo dall'Huffington Post:
- Il Ministro del Lavoro e delle Pari Opportunità Elsa Fornero, sembra passare più tempo in tournè in giro per l’Italia alle varie presentazioni e convention ad offendere i giovani disoccupati, che al Ministero a creare lavoro. Questa volta la Fornero alla presentazione del libro di Antonio Polito “Contro i papà - Come noi italiani roviniamo i nostri figli”, presso l’Associazione stampa estera di Roma, ha dichiarato, prendendo spunto dal libro che: “Se anche non bisogna generalizzare ci sono tra i precari i figli di papà”.
Dopo aver definito i giovani di oggi un pò choosy, e dopo le innumerevoli gaffe di cui si è resa protagonista in un anno di governo tecnico illegittimo, punta il dito di nuovo sui giovani, sulla generazione spezzata, definendoli questa volta viziatelli. Lasciandoci cosi, tutti nuovamente scioccati di fronte a tanta arroganza e impertinenza, con le sue dichiarazioni inaccettabili e offensive.
Per il Ministro Fornero i giovani: "Prendono solo pezzi e bocconi del mercato del lavoro” e continua affermando che i giovani non hanno pazienza, in quanto, cito testuali parole “ Non è che entri in azienda e diventi manager”.
Continua l’attacco della Fornero a questi giovani a cui hanno tolto ormai ogni speranza di un futuro dignitoso, e di nuovo passa il suo tempo ad offenderli e beffeggiarli, incolpandoli di colpe che non hanno. Ma Ministro, quali sono i pezzi e i bocconi, e di quale mercato del lavoro sta parlando?
Nonostante il Paese sia in una situazione di disoccupazione molto preoccupante, e nonostante il mercato del lavoro ad oggi non esiste, il Ministro continua nella sua strada di plagio e di svalutazione della generazione senza futuro. Eppure il lavoro dovrebbe essere un diritto di tutti, non solo dei suoi figli viziatelli, entrambi sistemati e giovani manager, appena entrati nelle aziende, che di posti fissi ne hanno due, come Silvia Deaglio, che a soli 37 anni è professore associato della facoltà di Medicina, dell’Università di Torino, dove lavorano sia il padre che la madre, e responsabile della ricerca alla Hugef, eMario Deaglio, economista e giornalista.
Ma ancora una volta resterà impunita, e continuerà il suo tour per l’Italia a spese di quegli stessi contribuenti che viziano i propri figli, in attesa di puntare ancora un’altra volta il dito sulla strage degli innocenti.
Il giornale online diretto da Lucia Annunziata e che impiega alcuni bravi giovani giornalisti, si indigna giustamente per l'improntitudine di un ministro che rimprovera agi altri i propri difetti (evidente la "raccomandazione" o "moral suasion" esercitata dai coniugi Deaglio per piazzare i propri rampolli; se un ricercatore vale, per esempio, era buona norma andare a lavorare in una università diversa da quella dei genitori, e magari anche per un progetto di ricerca non finanziato dalla Banca di cui la stessa madre era fino al giorno prima di diventare ministro "Vice Presidente del Consiglio di Sorveglianza").
Noi, comunque, preferiamo ricordare non solo gli epiteti offensivi lanciati contro le giovani generazioni, ma soprattutto le "riforme strutturali" che hanno reso la ricerca di lavoro da parte dei giovani un calvario senza possibilità di paradiso:
- la riforma delle pensioni che ha allungato l'età pensionabile dei lavoratori anziani, bloccando così di fatto il turnover generazionale sui posti di lavoro; un capolavoro di "doppia ingiustizia", che obbliga i pensionandi a morire sul lavoro e lascia i possibili sostituti nel limbo della disoccupazione o dei "lavoretti" che tanto piacevano pure a Berlusconi;
- la "riforma" del mercato del lavoro, che ha moltiplicato ed esteso le forme contrattuali precarie, in modo da rendere impossibile il raggiungimento in tempi umani di un'occupazione stabile.
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giovedì 29 novembre 2012
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