venerdì 30 novembre 2012

Le false soluzioni del liberismo

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I DOCENTI. Istruzione e sapere vengono demoliti da 30 anni. E questo non è un affare privato Il disastro della scuola italiana è iniziato molti anni fa, almeno una trentina, da quando progressivamente l'istruzione ha perso interesse presso l'opinione pubblica. Ma è nell'ultimo decennio che il durissimo attacco, politico e sindacale, si è accompagnato ad una martellante attività di delegittimazione. Dalle disastrose iniziative della ministra Moratti, alla ineffabile leggerezza con cui la Gelmini, auspice Tremonti, ha tagliato d'un colpo 8 miliardi (si parla di 150.000 posti di lavoro in meno) all'istruzione, che per le ministre non è più «pubblica». 
Mentre le iniziative «cattive» nelle finanziarie avevano il solo intento di risparmiare, fiorivano anche le «buone» iniziative riformatrici e poiché ogni parlamentare ha l'ambizione di legare il proprio nome a una legge, niente di meglio che un'epocale riforma della scuola. Dunque la sig.ra Aprea (speriamo non si offenda per il «signora»), aveva immaginato una scuola molto «smart», in cui ciascun istituto fa per sé, dal finanziamento al reclutamento dei docenti. 
In questo frustrante quadro finanziario-istituzionale si è abbattuta sui docenti la recente proposta di aumento delle ore di lezione frontali senza corrispettivo economico. La norma è stata per ora cancellata (il ministro ha tenuto a sottolineare che prima o poi se ne riparlerà), ma le ragioni della protesta dei docenti, che si è incontrata con quella degli studenti e di tanta parte dei lavoratori italiani ed europei, sono ancora tutte lì, a partire dal blocco del contratto e dell'anzianità. Il ddl ex-Aprea, pur con volenterose modifiche (Ghizzoni), era passato alla Camera ed era in discussione al Senato. Come chiedevamo, finalmente è stato cassato, perché avrebbe inflitto gravi ferite alla democrazia. 
L'ideologia liberista propone in ogni caso la stessa soluzione: tagliare la spesa pubblica e dare mano libera ai privati. Applicarla alla scuola, come alla sanità, non ha altro effetto che un peggioramento del servizio. Gli insegnanti in lotta si oppongono a questa falsa soluzione e difendono il loro impegno a fornire conoscenze ed educare alla cittadinanza, in armonia con l'articolo 3 della «Costituzione più bella del mondo». 
Un gruppo di docenti del Liceo Tasso di Roma (Marina Nezi, Domenico D'Orazio, Fabio De Propris, Donato Fasanella, Marcella Sorano, Susanna Possidoni)


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