Scriveva Pino Ferraris che la sinistra o è sociale o non è. In questi anni abbiamo verificato che queste parole avevano un senso profondo e trovavano conferma nella nostra società stretta nella tenaglia della crisi.
Noi siamo quelli e quelle che hanno verificato nelle pratiche
sociali, insieme a tanti compagne e compagni dei movimenti diffusi, che
esiste un terreno centrale nella costruzione del fare politica. Abbiamo
portato la nostra solidarietà attiva alle popolazioni colpite dal
terremoto dell'Emilia ed in quello aquilano favorendo percorsi di auto
organizzazione e di conflitto contro le speculazioni ed inefficienze.
Abbiamo spalato il fango delle alluvioni, costruito gruppi di acquisto
popolari contro il caro vita, organizzato i picchetti contro gli
sfratti, creato scuole e ripetizioni popolari contro la dispersione
scolastica e l'abbandono e a sostegno della Scuola Pubblica Statale. In
questi anni abbiamo cercato di ricostruire contro la solitudine e la
disperazione della crisi un mutuo soccorso popolare. Lo abbiamo fatto
con le fabbriche in crisi, costruendo con i lavoratori e le lavoratrici
casse di resistenza, banchi alimentari. Con loro e per loro abbiamo
sostenuto lotte durate mesi, condividendo lacrime e sorrisi. Molti di
noi sono stati a Nardò, Rosarno e Castelnuovo Scrivia, a sostenere nei
campi la lotta dei lavoratori braccianti contro la schiavitù. Molti di
noi sono stati a dare una mano ai facchini dell'Ikea che lottano per i
propri diritti. Abbiamo capito in questi anni che le pratiche sociali
sono un passaggio necessario, senza le quali non esiste la politica. Se
parlano le pratiche infatti, il qualunquismo perde voce. Oggi la strada
dell'auto organizzazione e del mutualismo, diventa un percorso obbligato
per resistere alla crisi nel progressivo decadimento del welfare,
diventa la strada maestra per ricostruire un processo democratico basato
su un principio fondamentale, quello di una testa un voto. Contro la
politica asservita ai grandi interessi finanziari, contro chi ha
incatenato il nostro paese al Fiscal Compact è necessario ed urgente
costruire un nuovo processo di liberazione.
Noi pensiamo che cambiare si può e si deve, per questo vi comunichiamo che noi ci siamo. Ci vediamo il 1° dicembre, A roma al Teatro Vittoria
Giuseppe Tremolizi - Walter De Cesaris - Gianluca Nigro – Gianluca Lombardi – Francesco Saccomanno – Francesco Campolongo – Danilo Loria - Francesco Piobbichi – Claudia Candeloro – Francesco Bellina – Giansandro Barzaghi - Massimo Carosi – Paolo Reggianini – Giuseppe Invernizzi – Stefano Lugli – Oscar Monaco – Jakopo Ricciardi – Massimo Fiorentini - Gianluca Lombardi – Paolo Gangemi - Giuseppe Manduci – Gennaro Loffredo – Andrea Ferroni – Elena Francani – Francesco Samuele – Fabio Cochis – Andrea Giudici – Giuseppe Tremolizzi – Walter Rapattoni – Francesco Marola – Elena Ferrari – Jan Vecoli – Eliana Ferrari - Pasquale Basile – Massimiliano Lio – Luca Cerpelloni – Claudia Candeloro – Anna Maria Sambuci – Ellisa Corridoni - Stefano Piccolomini – Daniela Cauli - Ginevra dal Torrione - Michelangelo di Beo - Andrea Maffei - Fabio del Giudice - Ian Vecoli - Claudia Nardini - Luca Garibaldi - Rita Passaglia - Federico Pardini - Tiziano di Stefano - Monia Bindi - Ruggero Simonelli - Ludovica Antonini - Susanna Paoletti - Giulia Iacometti - Nicolo' Martinelli - Filippo Salvatori - Elena Panzera - Giuseppe del Giudice - Francesca Passaglia - Angelo Eomano - Piccolomini Walter - Susanna Simonetto - Paolo Chiarello -Anna Zinelli -Tiziana Barillà - Corrado Bargigia - Davide Pappalardo - Giacomo Marchioni -
Per aderire
reterap@libero.it
Per informazioni www.cambiaresipuo.net
Noi pensiamo che cambiare si può e si deve, per questo vi comunichiamo che noi ci siamo. Ci vediamo il 1° dicembre, A roma al Teatro Vittoria
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