Gérard Depardieu si conferma prestigiso supporter No-Tav e torna ad attaccare il progetto della Torino-Lione, l’inutile ecomostro che – dati alla mano – secondo i migliori esperti dell’università italiana non servirà assolutamente a nulla, ma in compenso devasterà la valle di Susa aggravando il debito pubblico, il cui costo l’euro-governo diMario Monti sta scaricando interamente sui contribuenti italiani. «La val di Susa che resiste alla Tav è come la Gallia sotto l’assedio dei Romani di Giulio Cesare», dichiara il grande attore francese a “Repubblica”, tre anni dopo la prima presa di posizione contro il rischio di devastazione che incombe sui pregiati vigneti alpini della Maddalena di Chiomonte, sito occupato manu militari nel 2011 per impiantarvi il cantiere della prima galleria esplorativa.
Secondo Depardieu, «è sacrosanto battersi perchè una valle piena di campi, prati e vigneti non venga devastata e cancellata per sempre». La tenace resistenza civile dei valsusini suscita l’ammirazione e la solidarietà dell’attore: «Io sono al loro fianco, e anche Obelix». L’indimenticabile protagonista di capolavori come “Novecento” non è «contrario per partito preso all’alta velocità», ma «non è concepibile – dice – che per collegarsi a Lione il treno passi per una valle dove si coltivano filari di vigne e terreni agricoli: la terra non si tocca». Sul destino delle vigne di Chiomonte, scrive il blog “Contropiano”, si scatena l’ira di “Obelix”: «Quelle non le devono toccare, una vigna è sempre un tesoro dell’umanità, anche quando ci offre vini semplici ma genuini» come l’Avanà, il rosso che viene ricavato dalle uve coltivate a Chiomonte. «Sono pronto anche a scendere in piazza e a mobilitarmi personalmente per evitare che queste vigne vengano devastate o anche solo inquinate dall’alta velocità», promette Depardieu.
La sortita dell’attore parigino segue di pochi giorni un’altra importante presa di posizione, sempre dal versante francese: contro la Torino-Lione scende in campo anche José Bové, storico leader anti-globalizzazione in prima fila nelle giornate del Social Forum al G8 di Genova nel 2001, e ora europarlamentare verde: «Questo progetto è aberrante, costoso, pericoloso e inutile», dichiara Bové, in un’intervista ripresa dal sito “Notav.info”. «La mia posizione è molto semplice e non ho nessuna ambiguità rispetto a questa questione», aggiunge Bové, che informa che anche a Strasburgo qualcosa si sta muovendo: «Il gruppo dei Verdi al Parlamento Europeo ha deciso di sostenere chi lotta contro questi progetti: siamo in contatto con gli italiani». E se fino a ieri gli ecologisti francesi erano ancora incerti, ora il vento sta cambiando: la “Convenzione degli ecologisti sui transiti alpini” svoltasi a Chambéry il 19 e 20 ottobre, rivela il blog No-Tav “Presidio Europa”, si è espressa in modo netto: «Una nuova galleria internazionale non è necessaria, la progressione del traffico osservata non giustifica la sua costruzione e i fondi europei devono essere mobilitati sul trasferimento modale per migliorare l’infrastruttura esistente».
Affermazioni, osservano gli attivisti di “Presidio Europa”, che confortano la posizione degli oppositori della Torino-Lione. Gli ambientalisti italiani e francesi ora chiedono che a Parigi venga finalmente costituita la commissione incaricata di valutare progetti e priorità, come promesso a luglio di fronte all’Assemblea nazionale francese. Gli oppositori ricordano che il tonnellaggio delle merci trasportate tra la Francia e l’Italia nel 2011 è precipitato ai volumi del lontano 1988: non esiste nessuna necessità di costruire una nuova linea, accanto all’attuale Torino-Modane che già attraversa lavalle di Susa. Se Monti e Hollande “tirano diritto”, confermando – senza motivarlo – il reciproco impegno per l’euro-tunnel alpino, ora dovranno vedersela coi Verdi di Bové e persino con “Obelix”: riuscirà Gérard Depardieu a costringere i politici a dare finalmente spiegazioni sulla “grande opera” misteriosa? La Torino-Lione sarebbe l’opera pubblica più costosa della storia italiana, nonché la più inutile e, probabilmente, la più pericolosa: i valsusini la definiscono “un buco con la mafia intorno”.
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