Una
iniziativa internazionale (benvenuti in Palestina) promossa da quei
settori della società civile dei paesi occidentali che sono più attivi
nella denunzia dell’intollerabile ingiustizia subita dal popolo
palestinese, è stata scoperta dai mass media quando la mattina del 15
aprile 1.200 persone sono state bloccate negli aeroporti di tutta Europa
ed è stato loro impedito di imbarcarsi sui vettori aerei dirette a Tel
Aviv.
L’iniziativa si proponeva di organizzare un viaggio collettivo con destinazione Betlemme di volontari decisi a prestare attività di solidarietà con i palestinesi e di denunziare il blocco dell’accesso ai territori palestinesi operato da Israele, che non consente ai viaggiatori provenienti dall’estero di recarsi in Israele per accedere ai territori occupati.
Sul piano del diritto internazionale, non v’è dubbio che ogni Stato sia titolato ad esercitare il controllo delle sue frontiere ed a respingere, in conformità con le sue leggi, le persone che, per qualunque ragione, risultino sgradite.
Pertanto se Israele ha respinto coloro che sono arrivati a Tel Aviv dichiarando, a seguito della perquisizione ideologica a cui vengono sottoposti tutti i viaggiatori che sbarcano all’aeroporto Ben Gurion, di volersi recare in Palestina, tale uso arbitrario delle prerogative di sovranità può gettare un’ombra sull’“unica democrazia del Medio Oriente” ma non può essere concretamente contestato.
Quello che invece è inquietante è il fatto che Israele ha compilato una black list preventiva per bloccare i volontari di “Benvenuti in Palestina” negli aeroporti di partenza, prima che costoro si svelassero dichiarando la propria intenzione “sovversiva” di recarsi a Betlemme.
Tale black list costituisce la prova del nove che Israele ha esercitato ed esercita una attività di spionaggio ai danni della società civile nei paesi occidentali, con i quali sul piano diplomatico ha rapporti ufficiali di amicizia.
Come faceva Israele a conoscere i nomi delle persone che in Italia, in Francia, in Belgio, in Germania, in Grecia, in Inghilterra avevano deciso di imbarcarsi per partecipare a Flytilla 2012?
E’ evidente che dietro la black list c’è un’intesa e penetrante attività di spionaggio nei confronti dell’attività politica e di volontariato che si svolge in seno alla società civile ed è presidiata dalle libertà democratiche garantite dalle Costituzioni.
Ed allora la domanda è questa: si può consentire ad una Potenza straniera, anche se si tratta dell’“unica democrazia del Medio Oriente”, di esercitare la sorveglianza sulla società civile italiana (e degli altri paesi coinvolti) e di interferire nella vita privata delle persone (per es. mediante intercettazioni), sottoponendo a libertà vigilata la libertà di associazione e di espressione del pensiero?
Lo scandalo in questa vicenda è proprio la black list ed è strano che nessuno l’abbia sollevato.
Domenico Gallo
Nessun commento:
Posta un commento