Un attacco informatico
dimostrativo da parte degli attivisti che si riconoscono nel collettivo
di hacker più famoso: "Siamo lavoratori come voi".
repubblica.it ARTURO DI CORINTO
CONTRO LA PIAGA delle morti sul lavoro e lo sfruttamento dei lavoratori Anonymous stavolta se la prende con i centri per l'impiego, le agenzie interinali e quelle regionali del lavoro, avvocati, periti, e associazioni industriali.
Gli hacktivisti di Anonymous che per tutto il 2018 hanno messo a nudo nomi e organizzazioni scolastiche, sanitarie e militari, per denunciare la mancanza di privacy e sicurezza dei dati, hanno pubblicato in rete gli archivi del Collegio periti industriali di Rieti, della Federazione nazionale commercianti cementi, laterizi e materiali da costruzione, delle Camere di commercio di Vicenza e Bari, e dell'Unione avvocati d'Italia, in segno di protesta contro le morti sul lavoro. Con l'ormai solito corredo di nomi, cognomi, email, password e numeri di telefono.
Nel comunicato a corredo delle incursioni gli Anons si rivolgono direttamente ai lavoratori italiani, "da lavoratori a lavoratori che portano il pane in tavola", per lamentare il fatto che solo nei primi giorni di gennaio "sono già 9 i morti per infortuni sui luoghi di lavoro".
E ricordano che nel 2018 c'è stato un impressionante aumento di "morti bianche" rispetto all'anno precedente, nonostante il fatto che "spariscono dalle statistiche, non essendo assicurati all'Inail, le forze armate, i vigili del fuoco, innumerevoli partite Iva, lavoratori in nero, tantissimi agricoltori schiacciati dai trattori e tanti altri che fanno sembrare questo fenomeno molto più lieve".
Aggiungono poi che a morire per infortuni sono quasi tutti lavoratori precari o in appalto e che a perdere la vita sono moltissimi giovani in età compresa tra i 20 e 30 anni, ma soprattutto in tarda età, il 27% di tutti i morti sui luoghi di lavoro hanno dai 61 anni in su.
Sul loro blog, a ulteriormente chiarimento della loro azione, dicono: "Non crediamo che sia tanto pretendere sicurezza nella vita. La sicurezza di arrivare a fine mese, la sicurezza di riuscire a creare una famiglia, la sicurezza di andare a lavoro e di tornare a casa, e perché no, la sicurezza che i nostri dati privati non vengano svenduti o addirittura venduti ad altri."
Insomma per gli attivisti, che appaiono sempre più politicamente orientati: "Non basta lavorare per sopravvivere, moriamo per far sì che i padroni (ai quali della nostra salute ben poco importa) ingrassino".
Per questo danno una stoccata finale alla politica nel comunicato: "Non abbiamo mai visto morti sul lavoro in Parlamento, non c'è pericolo nel fare il politico. Millantano di aiutare il popolo con le solite bugie, vivendo nel loro mondo fatto di bambagia."
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