Secondo gli inquirenti, nella provincia laziale si sarebbe sviluppata un’organizzazione dai connotati mafiosi, con solidi collegamenti con ambienti ‘ndranghetisti, che avrebbe imposto il proprio controllo su negozi compro oro, locali notturni, ditte di trasloco, oltre ad attività di recupero crediti.
A far scattare le operazioni dei carabinieri del comando provinciale di Viterbo, una serie di aggressioni e di atti intimidatori, esercitando l’azione di controllo del territorio tipica delle organizzazioni mafiose. Gli arrestati, tra le altre attività illecite, avrebbero anche dato fuoco a un’auto dei carabinieri. Per questi motivi sono scattate le ordinanze di custodia cautelare, emesse dal gip di Roma su richiesta della Dda capitolina.Le indagini, cui hanno partecipato anche il raggruppamento Aeromobili di Pratica di Mare, le unità cinofile e i militari dell’8° reggimento laziale, hanno consentito di ricostruire “i tasselli di un mosaico che ha portato alla luce un pericoloso panorama criminale“, come spiegano i carabinieri stessi.
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