domenica 6 gennaio 2019

Kurdistan, prosegue lo sciopero della fame per la fine dell'isolamento di Ocalan. Leyla Guven è giunta al sessantesimo giorno di protesta. Parte la campagna on line per sensibilizzare la comunità internazionale


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controlacrisi Autore: fabrizio salvatori
Leyla Güven, parlamentare turca di Hdp è giunta al sessantesimo giorno di sciopero della fame. E proprio oggi alle 19.00 partirà on line una campagna internazionale per sensibilizzare la comunità internazionale e le istituzioni sulla situazione. Guven insieme ad altre diverse centinaia di persone stanno lottando contro l’isolamento di Abdullah Öcalan dal 7 novembre.
In altri casi il periodo di astinenza dal cibo è arrivato a superare i cento giorni.  “Gli scioperi della fame, che tendono a diffondersi in tutte le prigioni, si sono avvicinati in alcuni luoghi alla soglia della morte . Questa è una questione delicata per i medici la cui priorità è la protezione della vita umana e della dignità. I detenuti e i condannati che hanno fatto lo sciopero della fame a tempo indeterminato hanno bisogno di spiegazioni sui i danni che la fame produce ai corpi e sulle misure da adottare. Abbiamo bisogno di avere il consenso informato da ciascuno di essi, sono necessari interventi supplementari e cure mediche giornaliere“, dicono i medici.


Come spiega Reyhan Yalçındağ, avvocata di Guven, le sue condizioni di salute peggiorano rapidamente. “Nella fase ora raggiunta non basta che il suo stato di salute sia controllato da personale medico del carcere. Piuttosto deve essere un gruppo indipendente di medici a controllare le condizioni di salute della nostra cliente”, così l’avvocata. “Stiamo parlando di una donna di 55 anni, una madre e una politica. Vogliamo sottolineare che per via del suo stato di salute non è in grado di continuare a resistere per un periodo prolungato. Tuttavia è pienamente cosciente e insiste per continuare lo sciopero della fame fino a quando sull’isola carcere di Imrali sia avvenuto un colloquio di Abdullah Öcalan con i suoi parenti o con i suoi avvocati.”

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