Vertici bilaterali prima di ogni riunione Ue per stabilire strategie comuni; uno spazio economico comune e battaglia per un seggio al Consiglio di Sicurezza Onu.
Prima
di ogni grande vertice europeo, i loro rappresentanti si incontreranno
separatamente per consolidare le posizioni comuni.
Si creerà uno spazio economico tra i due Paesi con regole prestabilite.
E Parigi si impegna a sostenere l'annosa richiesta di Berlino di un seggio permanente nel Consiglio di Sicurezza dell'Onu, nonostante la storica opposizione di Stati Uniti (e dell'Italia).
Francia e Germania firmano ad Aquisgrana il nuovo trattato di amicizia a 56 anni esatti di distanza da quello dell'Eliseo tra Charles De Gaulle e Konrad Adenauer nel 22 gennaio del 1963, stipulato per seppellire i decenni passati a muoversi guerra.
Lette le 16 pagine e i 28 articoli, ce n'è abbastanza per far storcere il naso agli alleati a Bruxelles e sull'altra sponda dell'Atlantico.
Al di là delle rassicurazioni di rito ai partner Ue, è di fatto la formalizzazione in seno all'Unione Europea di un rapporto privilegiato tra le sue due prime potenze. Rapporto che spazia su diversi fronti: Difesa, frontiere, strategie comuni da perseguire in ambito comunitario, e soprattutto economia. Il richiamo al Trattato dell'Eliseo non è quindi un mero vezzo celebrativo ma il sigillo su un'integrazione sempre profonda.
E quanto (se) sia nell'interesse degli altri alleati è tutto da dimostrare, nonostante a presenziare alla cerimonia ci fossero i presidenti di Commissione e Consiglio Ue, Jean-Claude Juncker e Donald Tusk.
Di certo non può piacere all'Italia che con la Francia ha ormai ingaggiato una costante sfida diplomatica su vari temi dai migranti alla Libia, fino all'ultima polemica sul franco coloniale nei paesi africani.
Per dire: in ambito economico, si legge nell'accordo di Aquisgrana, Germania e Francia intendono rafforzare l'integrazione fino alla creazione di "uno spazio economico franco-tedesco con regole comuni": a questo fine i due Paesi creano un apposito "Consiglio di esperti economici", in cui siederanno dieci esperti "indipendenti". Grande enfasi, nel documento, anche alla voce Europa: "I due Paesi approfondiscono la loro collaborazione nel contesto della politica europea. Si impegnano insieme per una efficace e forte politica estera e rafforzano nonché approfondiscono l'unione economica e monetaria". Nel testo si sottolinea anche che Francia e Germania terranno prima dei grandi vertici europei "consultazioni regolari a tutti i livelli" cercando così di consolidare le "comuni posizioni".
Macron e Merkel si impegnano a procedere di pari passo, attraverso vertici bilaterali prima di ogni importante riunione a Bruxelles. E sorge il sospetto che ci sia proprio Bruxelles tra le ragioni che hanno spinto i due Paesi a caricare, anche mediaticamente, la firma di Aquisgrana. La necessità di procedere su alcune proposte di riforma per l'eurozona già avanzate dai due leader a Meseberg, ma pure l'importanza di portare avanti fusioni economiche come quella tra Alstom e Siemens. Forse irrituale, ieri è arrivata la duplice pressione di Parigi e Berlino sulla Commissione Ue per dare il via libera alla fusione tra i due colossi ferroviari: impedirla sarebbe "un grave errore politico ed economico", è stato l'avvertimento dal sapore di minaccia di Peter Altmaier, ministro dell'Economia tedesco; "servono nuove regole sulla concorrenza all'interno dell'Ue", ha detto l'omologo francese Bruno Le Maire, prima di incontrare la commissaria Ue alla Concorrenza Margrethe Vestager.
Non a caso nel capitolo del nuovo trattato dedicato alle frontiere si legge che dovranno essere eliminati "gli ostacoli ancora esistenti nei progetti transfrontalieri". All'interno di questo contesto, si tratta di "facilitare la mobilità", attraverso connessioni digitali ma anche migliorando le connessioni "ferroviari e stradali".
Massima integrazione anche sul fronte della Difesa: Berlino e Parigi intendono "avvicinare" le rispettive politiche di difesa e della sicurezza. E' anche previsto che "in caso di un attacco militare" Francia e Germania si assicurino "ogni possibile aiuto e sostegno", il che potrà comprendere anche "strumenti militari". L'organo politico preposto è il Consiglio di difesa e di sicurezza franco-tedesco, "che si riunirà regolarmente al massimo livello". La Francia si impegna a sostenere la battaglia tedesca per avere un seggio permanente al Consiglio di Sicurezza Onu. Una poltrona per due e un altro messaggio di sfida a Trump che sull'apporto limitato delle potenze europee al budget militare della Nato ha in passato espresso feroci critiche, al limite dello scontro diplomatico tra contraenti del patto transatlantico.
I due leader, che in patria vivono un momento di grave difficoltà politica - uno alle prese con le proteste dei gilet gialli, l'altra per la drastica frenata dell'industria - sono però ostinati a proseguire lungo il percorso comune. "Vogliamo andare avanti mano nella mano", ha dichiarato Merkel al fianco di Macron, cinquantasei anni dopo Adenauer e De Gaull
Si creerà uno spazio economico tra i due Paesi con regole prestabilite.
E Parigi si impegna a sostenere l'annosa richiesta di Berlino di un seggio permanente nel Consiglio di Sicurezza dell'Onu, nonostante la storica opposizione di Stati Uniti (e dell'Italia).
Francia e Germania firmano ad Aquisgrana il nuovo trattato di amicizia a 56 anni esatti di distanza da quello dell'Eliseo tra Charles De Gaulle e Konrad Adenauer nel 22 gennaio del 1963, stipulato per seppellire i decenni passati a muoversi guerra.
Lette le 16 pagine e i 28 articoli, ce n'è abbastanza per far storcere il naso agli alleati a Bruxelles e sull'altra sponda dell'Atlantico.
Al di là delle rassicurazioni di rito ai partner Ue, è di fatto la formalizzazione in seno all'Unione Europea di un rapporto privilegiato tra le sue due prime potenze. Rapporto che spazia su diversi fronti: Difesa, frontiere, strategie comuni da perseguire in ambito comunitario, e soprattutto economia. Il richiamo al Trattato dell'Eliseo non è quindi un mero vezzo celebrativo ma il sigillo su un'integrazione sempre profonda.
E quanto (se) sia nell'interesse degli altri alleati è tutto da dimostrare, nonostante a presenziare alla cerimonia ci fossero i presidenti di Commissione e Consiglio Ue, Jean-Claude Juncker e Donald Tusk.
Di certo non può piacere all'Italia che con la Francia ha ormai ingaggiato una costante sfida diplomatica su vari temi dai migranti alla Libia, fino all'ultima polemica sul franco coloniale nei paesi africani.
Per dire: in ambito economico, si legge nell'accordo di Aquisgrana, Germania e Francia intendono rafforzare l'integrazione fino alla creazione di "uno spazio economico franco-tedesco con regole comuni": a questo fine i due Paesi creano un apposito "Consiglio di esperti economici", in cui siederanno dieci esperti "indipendenti". Grande enfasi, nel documento, anche alla voce Europa: "I due Paesi approfondiscono la loro collaborazione nel contesto della politica europea. Si impegnano insieme per una efficace e forte politica estera e rafforzano nonché approfondiscono l'unione economica e monetaria". Nel testo si sottolinea anche che Francia e Germania terranno prima dei grandi vertici europei "consultazioni regolari a tutti i livelli" cercando così di consolidare le "comuni posizioni".
Macron e Merkel si impegnano a procedere di pari passo, attraverso vertici bilaterali prima di ogni importante riunione a Bruxelles. E sorge il sospetto che ci sia proprio Bruxelles tra le ragioni che hanno spinto i due Paesi a caricare, anche mediaticamente, la firma di Aquisgrana. La necessità di procedere su alcune proposte di riforma per l'eurozona già avanzate dai due leader a Meseberg, ma pure l'importanza di portare avanti fusioni economiche come quella tra Alstom e Siemens. Forse irrituale, ieri è arrivata la duplice pressione di Parigi e Berlino sulla Commissione Ue per dare il via libera alla fusione tra i due colossi ferroviari: impedirla sarebbe "un grave errore politico ed economico", è stato l'avvertimento dal sapore di minaccia di Peter Altmaier, ministro dell'Economia tedesco; "servono nuove regole sulla concorrenza all'interno dell'Ue", ha detto l'omologo francese Bruno Le Maire, prima di incontrare la commissaria Ue alla Concorrenza Margrethe Vestager.
Non a caso nel capitolo del nuovo trattato dedicato alle frontiere si legge che dovranno essere eliminati "gli ostacoli ancora esistenti nei progetti transfrontalieri". All'interno di questo contesto, si tratta di "facilitare la mobilità", attraverso connessioni digitali ma anche migliorando le connessioni "ferroviari e stradali".
Massima integrazione anche sul fronte della Difesa: Berlino e Parigi intendono "avvicinare" le rispettive politiche di difesa e della sicurezza. E' anche previsto che "in caso di un attacco militare" Francia e Germania si assicurino "ogni possibile aiuto e sostegno", il che potrà comprendere anche "strumenti militari". L'organo politico preposto è il Consiglio di difesa e di sicurezza franco-tedesco, "che si riunirà regolarmente al massimo livello". La Francia si impegna a sostenere la battaglia tedesca per avere un seggio permanente al Consiglio di Sicurezza Onu. Una poltrona per due e un altro messaggio di sfida a Trump che sull'apporto limitato delle potenze europee al budget militare della Nato ha in passato espresso feroci critiche, al limite dello scontro diplomatico tra contraenti del patto transatlantico.
I due leader, che in patria vivono un momento di grave difficoltà politica - uno alle prese con le proteste dei gilet gialli, l'altra per la drastica frenata dell'industria - sono però ostinati a proseguire lungo il percorso comune. "Vogliamo andare avanti mano nella mano", ha dichiarato Merkel al fianco di Macron, cinquantasei anni dopo Adenauer e De Gaull
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