A partire da Adamo ed Eva, la disubbidienza all’autorità è
stata la cifra dell’umanità. Perché è il sabato a essere fatto per
l’uomo, non l’uomo per il sabato. Esiste un antico dissidio tra
giustizia e legge: le leggi, anche quando perfettamente legittime,
possono essere oscenamente ingiuste, e in questi casi vanno perciò
respinte. La specie umana non ha l’obbligo dell’ubbidienza, ha invece
l’obbligo della libertà. Che non è un diritto, ma un dovere.
Pubblichiamo l'intervento di Erri De Luca dal numero 7 di MicroMega in edicola intitolato “La legge e la rivolta (apologia della disobbedienza civile)”, un tema di grande attualità in questi giorni in cui molti sindaci e presidenti di regione hanno deciso di opporsi al decreto sicurezza del governo.
Erri De Luca, da MicroMega 7/2018
Il genere umano è indisciplinato. Si sa dall’inizio, dalla prima coppia in circolazione, in ordine di apparizione: Adamo, Eva.
Freschi di creazione ricevono istruzioni per l’uso di un giardino,
con una restrizione, una soltanto. Non potranno cibarsi del frutto di un
certo albero, di specie botanica sconosciuta ma di clamoroso
appellativo: conoscenza di bene e male. È il nome fornito dalla massima
autorità in circolazione.
Hanno forzato il limite imposto e il risultato è di avere
inaugurato il libero arbitrio, capace di contraddire ogni potere e ogni
autorità.
Stabilita questa enormità fin dall’inizio, il seguito del genere umano
ha continuato a forzare limiti interiori, confini esteriori, leggi,
usanze.Le civiltà si sono dotate di codici che hanno poi modificato, abrogato, trasgredito.
Noi per esempio abbiamo una Costituzione che ripudia, e schifa, il
ricorso alla guerra e ugualmente sono state spedite truppe in vari
conflitti remoti che non riguardavano i nostri confini. I governi e i
presidenti incaricati dell’osservanza costituzionale hanno proseguito
nelle violazioni spacciando vocabolario falso: missioni di pace.
Intendevano: pace all’anima della Costituzione.
L’indisciplina della specie umana verso regole e leggi non si è
limitata al singolo caso della prima coppia. Se ne trovano anche nel
Nuovo Testamento. Si sa che il sabato è giorno prescritto di arresto
generale di ogni attività lavorativa. Sabato, da shabbat, è cessazione.
Cita a proposito un episodio risalente a Davide, che era anche un
suo lontano parente. Anche lui aveva trasgredito una legge per sfamare i
suoi.
Queste informazioni sono a disposizione dei lettori da circa venti
secoli. Vengono lette in luoghi dedicati al servizio religioso. Il
cristiano sa di inginocchiarsi davanti all’altare di un sacrosanto
ribelle.
***
Sono stato in una piazza di Napoli dove si dimostrava affetto e si
appoggiavano le ragioni di cinque operai licenziati dalla Fiat di
Pomigliano d’Arco. Fuori di fabbrica e di orario di lavoro avevano
appeso il fantoccio dell’amministratore delegato, in seguito al suicidio
di un loro compagno.
Il loro ricorso è stato prima respinto, poi accolto in appello, poi
di nuovo respinto in Cassazione. La motivazione parla di obbligo di
fedeltà al datore di lavoro.
Obbligo di fedeltà: lo assegno ai propri ideali, a un giuramento, a
un matrimonio. Al di fuori di questi ambiti solenni, l’obbligo di
fedeltà riguarda alcune specie animali addomesticate.
Esiste un antico dissidio tra giustizia e legge. Giustizia è un
sentimento. La prima obiezione di un bambino nei confronti dell’adulto
consiste in: non è giusto. Non ha ancora imparato a dire: non è bello,
non è buono. Verranno dopo queste messe a fuoco. Nella sua sensibilità e
nella sua coscienza si forma in prima linea il sentimento della
giustizia.
Le leggi invece sono parole scritte dalle circostanze. Anche se
votate da un legittimo parlamento, possono essere oscenamente ingiuste e
perciò respinte dal cittadino. La leva obbligatoria decretata per legge
dalla Repubblica di Salò, pena la fucilazione per renitenti e
disertori, fu disobbedita in massa, ingrossando per effetto contrario i
reparti combattenti in montagna.
Molto più tardi, in democrazia, sono stato incriminato e processato
per una legge del codice fascista rimasta in vigore, mai applicata
prima alla parola dissidente di uno scrittore (*).
Ai giorni nostri è stata approvata una legge che incriminava per
favoreggiamento all’immigrazione clandestina i pescatori che salvavano
naufraghi in mare. Era una legge che ne contraddiceva una più importante
e perpetua, l’obbligo di soccorso. Ma contraddiceva con più forte
oltraggio il sentimento di giustizia. I pescatori di fronte a vite in
pericolo salvavano e negavano la legge.
La magistratura svolge il suo compito perseguendo i colpevoli di avere violato leggi ingiuste. Sono atti di ufficio, anche se con margine di discrezione.
Ho criticato per esempio quella magistratura che si è prestata a
fare da albero di trasmissione della volontà politica di calunniare le
navi e gli equipaggi che soccorrevano dispersi e naufraghi in mare. Per
due anni ne hanno disonorato le opere con ipotesi di reato risultate
inconsistenti. Quella magistratura si è prestata volontariamente alla
campagna di diffamazione lanciata da governo e opposizione insieme.
Hanno ottenuto risultati disumani.
Il sindaco di Riace è incriminato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, come uno scafista libico. Nego l’aggettivo clandestino. Lo è chi, secondo definizione di vocabolario, sale su un mezzo di trasporto senza pagare il biglietto. Qui si tratta di persone che hanno pagato a prezzi e mezzi di estorsione ogni metro del loro viaggio. Il solo trasporto gratuito lo hanno potuto avere i salvati in mare da morte sicura. Favoreggiamento all’immigrazione è da più di venti anni il sistema di governo che lascia in mano e in tasca ai contrabbandieri il trasporto di chi ha titolo di chiedere asilo e protezione.
L’Italia ha firmato nel 1951 la Convenzione di Ginevra relativa
allo statuto dei rifugiati. Essi sono titolari di diritti. I governi di
oggi non la firmerebbero. Siccome non possono recedere, la ostacolano e
inventano modi per non applicarla. Questi modi sono complici del
trasporto delegato ai contrabbandieri di carne umana, la merce più
redditizia da trasportare sul Mediterraneo. Più redditizia della droga,
perché questa va pagata alla consegna e allo sbarco, mentre quei corpi
umani pagano prima, e dunque il loro carico può essere perso e gettato
via durante il percorso.
Tra i capi d’imputazione pendenti sul sindaco di Riace c’è la
celebrazione di matrimoni irregolari tra nuovi ospiti e cittadini del
comune, a scopo di evitare l’espulsione dei primi. Il matrimonio è un
nodo e queste nozze sono servite da ancoraggio, per ormeggiare una vita e
scongiurarne il ritorno alla deriva.
La legge è fatta per adattarsi alla misura della persona, alla sua
vicenda, non viceversa la persona fatta per rientrare di forza dentro la
casella della norma.
Il sostegno di molti italiani, me compreso, al sindaco di Riace può
incorrere nell’apologia di reato? Se è così, me ne assumo volentieri e
personalmente la responsabilità, dichiarando che l’opera del sindaco di
Riace è conforme alla fraternità e pertanto legittima. Viene mantenuto
agli arresti e poi «esiliato» per la buona ragione che intende
continuare a ripetere le azioni che ritiene giuste.
Per me conta l’apologia di un uomo che ha offerto e offre il
migliore esempio di antidoto civile all’odio razziale, contrastando a
viso aperto le leggi persecutorie di ospiti definiti immigrati.
Oggi, sul fragile palco di governo, dei minuscoli Erode si
compiacciono del loro fatturato di annegati. Non dureranno quanto il
prototipo del quale sono le caricature.
* Erri De Luca è stato rinviato a giudizio per istigazione a delinquere per alcune dichiarazioni contro i cantieri del Tav rilasciate in un’intervista del settembre 2013. In La parola contraria (Feltrinelli, 2015) ha spiegato le sue ragioni e rivendicato il diritto alla libertà di parola, ricevendo sostegno e solidarietà da molti scrittori e intellettuali italiani e stranieri. Il 19 ottobre 2015 è stato assolto perché il fatto non sussiste, n.d.r.
(10 gennaio 2018)
Nessun commento:
Posta un commento