E' il primo lavoratore dell'anno morto su posto
di lavoro. Ha perso la vita a causa dell'esplosione di una bombola di
ossigeno. Il lavoratore stava maneggiando, all'interno di un capannone
della ditta "Medical gas criogenici" che si trova nella zona industriale
di Agrigento, una bombola di ossigeno quando, all'improvviso, è
avvenuta l'esplosione. La Scientifica dei carabinieri si sta occupando
dei rilievi per stabilire cosa può aver innescato la deflagrazione della
bombola.
“L’anno non poteva cominciare peggio – ha dichiarato Massimo Raso, segretario della Cgil di Agrigento -. Ancora morti sul lavoro, una strage infinita. Cercheremo di capire le dinamiche, ma quasi sempre non siamo di fronte a “tragiche fatalità” ma a precise inosservanze di norme comportamentali o di deficienze strutturali. Rilanciamo con forza al Prefetto l’esigenza di unire gli sforzi di prevenzione e di repressione affinché queste cose non succedano”. Il riferimento di Massimo Raso è al comitato che si è insediato in Prefettura per monitorare e contrastare il fenomeno delle morti bianche che non si è più riunito dopo la prima fase.
Il 22 agosto dell’anno scorso la Cgil ha scritto al prefetto di Agrigento per sollecitare la riconvocazione del “tavolo” sulla sicurezza sul lavoro. Dal 2012 al 2017, in provincia di Agrigento, si sono registrate 33 morti bianche. Il 2017 è stato letteralmente un anno nero. Stando ai dati le vittime sono state 9 e la provincia di Agrigento si è piazzata all’ottavo posto nazionale per incidenza sul totale di occupati. Le morti bianche sono, comunque, l’evento più drammatico di una situazione complessivamente molto difficile per la provincia, che si conferma sempre più “affamata” di lavoro. Ieri la Cgil ha reiterato la richiesta al Prefetto Dario Caputo che si è attivato immediatamente per la convocazione delle parti.
“L’anno non poteva cominciare peggio – ha dichiarato Massimo Raso, segretario della Cgil di Agrigento -. Ancora morti sul lavoro, una strage infinita. Cercheremo di capire le dinamiche, ma quasi sempre non siamo di fronte a “tragiche fatalità” ma a precise inosservanze di norme comportamentali o di deficienze strutturali. Rilanciamo con forza al Prefetto l’esigenza di unire gli sforzi di prevenzione e di repressione affinché queste cose non succedano”. Il riferimento di Massimo Raso è al comitato che si è insediato in Prefettura per monitorare e contrastare il fenomeno delle morti bianche che non si è più riunito dopo la prima fase.
Il 22 agosto dell’anno scorso la Cgil ha scritto al prefetto di Agrigento per sollecitare la riconvocazione del “tavolo” sulla sicurezza sul lavoro. Dal 2012 al 2017, in provincia di Agrigento, si sono registrate 33 morti bianche. Il 2017 è stato letteralmente un anno nero. Stando ai dati le vittime sono state 9 e la provincia di Agrigento si è piazzata all’ottavo posto nazionale per incidenza sul totale di occupati. Le morti bianche sono, comunque, l’evento più drammatico di una situazione complessivamente molto difficile per la provincia, che si conferma sempre più “affamata” di lavoro. Ieri la Cgil ha reiterato la richiesta al Prefetto Dario Caputo che si è attivato immediatamente per la convocazione delle parti.
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