martedì 22 marzo 2016

Roma e Mafie Capitali. Ostia. Inaugurazione del Village, misterioso rinvio: «Parlate con Unindustria».

Il Village prima dell’inaugurazione (Costantini)Lo stabilimento balneare confiscato al clan Fasciani appena trasformato in attività produttiva. Poi lo stop a due ore dalla conferenza stampa.

Doveva essere l’inaugurazione della rinascita. Il Village, stabilimento balneare di Ostia confiscato al clan Fasciani, trasformato in attività produttiva e restituito alla città. Un taglio del nastro bloccato (rinviato) però solo due ore prima della conferenza annunciata da settimane, alla presenza del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e del prefetto Franco Gabrielli. La lussuosa struttura meta di vip era stata sequestrata nell’operazione «Tramonto» (marzo 2014), un sequel del maxi-blitz «Nuova Alba» di polizia e procura che a luglio 2013 decapitò i vertici delle famiglie malavitose di Ostia. L’anno successivo la Finanza, coordinata dalla Direzione distrettuale Antimafia e dal procuratore capo Giuseppe Pignatone, colpì i beni del clan guidato da Carmine Fasciani: 6 milioni di euro in società e immobili tra cui il noto stabilimento.
Fermate la festa
Con lo champagne e il buffet già pronti, le camionette della polizia a presidiare l’area del lungomare di Ostia poi, improvviso, lo stop a un iter giudiziario che andava avanti ormai da due anni. «Evento annullato a data da destinarsi» ha avvertito Unindustria, a cui il Tribunale di Roma ha affidato lo stabilimento attraverso il «Protocollo d’intesa per la gestione dei beni sequestrati e confiscati». Perché lo stop allora a due ore dal taglio? Al Village bocche cucite. «Parlate con Unindustria, non sappiamo nulla. Le istituzioni non sono volute venire ma la festa si fa» dice un imprenditore che si presenta come amministratore di una delle società – senza dire quale - che gestirà la struttura.
Lo stop dal X Municipio
Un mistero apparente però anche per Unindustria. «Ufficialmente non ci ha comunicato nulla nessuno, - Stefano Cenci, consulente per l’ente del consorzio beni sequestrati - informalmente sappiamo che il X Municipio ha avvisato le autorità che c’era qualcosa sui documenti, sulla concessione che non andava e che stavano regolarizzando. La voltura della concessione ce l’hanno rilasciata a settembre 2015 su richiesta dell’Agenzia Nazionale dei Beni Confiscati, tutto regolare». È sulla concessione che entra in ballo la competenza degli uffici di Ostia, ma dalla commissione prefettizia (coordinata da Domenico Vulpiani) che guida il municipio sciolto per mafia, arriva solo un laconico «nessun commento». Il rispetto della legalità prima di tutto: se c’è qualcosa che non torna, non si procede. Nemmeno con lo champagne stappato.
Il lungo iter del Village
Anche dalla Regione Lazio la conferma: dal Municipio hanno avvertito due ore prima della conferenza, dicendo «non si può fare, manca un passaggio burocratico». In sintesi, l’iter per l’affidamento del Village (a lungo sotto amministrazione giudiziaria) era partito poco dopo il sequestro quando Unindustria, in base al protocollo con il tribunale, presentò una manifestazione di interesse a maggio 2014: il progetto fu ritenuto valido, gli imprenditori – riuniti nella Hesperia srl - valutati dai giudici e dall’Anbcs, l’Agenzia nazionale dei beni confiscati e sequestrati.
Il mistero dei documenti
L’Agenzia è tecnicamente amministratrice del bene - confiscato ancora solo in base a una sentenza di I grado - ed è coadiuvata dal consulente Massimo Iannuzzi. Lo stesso direttore spiega di non aver avuto notizie precise. «Sembra che il dirigente del Municipio voglia perfezionare i documenti che autorizzano il passaggio, forse ha scoperto qualche carenza. – spiega il prefetto Umberto Postiglione – Sono i magistrati ad aver deciso per questa procedura, noi il bene lo abbiamo solo se confiscato in via definitiva». Tutto a dir poco molto confuso insomma, perfino per i diretti interessati, inclusa la Regione che aveva inserito l’inaugurazione del Village nelle celebrazioni della Settimana della Legalità. Unindustria resta fiduciosa che tutto si risolverà. Ma la storia chiaramente non si chiude qui.

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