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redazione
Yannis Varoufakis e' in Italia per tre giorni di incontri pubblici, che ufficialmente cominceranno oggi (la conferenza stampa delle 12 in cui si parlera' del suo nuovo movimento Diem25). Diem25, il movimento già presentato a Berlino, si promette di riscrivere le regole e la democrazia del vecchio continente entro il 2025. "L'Europa e' a pezzi - sottolinea Varoufakis - si sta disintegrando. Sembra l'Unione Sovietica nei suoi ultimi giorni. Manca il Kgb, e' vero, ma per il resto e' uguale: c'e' un modello economico che non puo' funzionare, e infatti non funziona, tenuto in piedi da un'autorita' centrale sempre piu' isolata. La crisi del 2008 e' ancora con noi, perche' non l'abbiamo mai affrontata, non l'abbiamo mai davvero esaminata ne' elaborata. E un'altra crisi e' alle porte, sta gia' arrivando. L'Europa rischia di finire nell'abisso".
"Le decisioni sono prese da dieci persone sedute intorno al tavolo - aggiunge Varoufkis -. E sfortunatamente sono quasi tutti uomini...". Il progetto europeo, avverte, e' davvero rischio. "La parola solidarieta' sta scomparendo dall'Europa- aggiunge- guardate la scandalosa decisione raggiunta all'ultimo vertice sui migranti. E' moralmente scandalosa, e' illegale e non puo'
nemmeno funzionare. Sperano che funzioni anche se loro stessi non ci credono. E' una farsa. Come con la crisi economica: a ogni
meeting dicono che la crisi e' finita, ma poi ogni volta la crisi peggiora. E' il modello economico che e' sbagliato, non puo' funzionare. Me l'ha detto anche Schauble", il ministro tedesco che nelle lunghe notti a cavallo tra giugno e luglio scorsi fu per tutta Europa l'antagonista di Varoufakis.
Diem25 e' gia' stato presentato a Berlino e Madrid, dopo Roma tocchera' a Londra. Nella capitale il palcoscenico di mercoledi' sara' allestito all'Acquario di piazza Manfredo Fanti. Curatore dell'evento, che prevede collegamenti con Bernie Sanders e Juliane Assange, e' Bernardo Corradi, regista italiano salito alle cronache qualche hanno fa per il controverso lungometraggio 'Shooting Silvio' in cui un giovane scrittore ideava e pianificava di uccidere Berlusconi.
Diem si dà tempo dieci anni per costruire un'Europa nuova, profondamente diversa da quella che, oggi, nelle segrete stanze sta negoziando accordi commerciali, come il TTIP o il TISA che cambieranno la vita di milioni di persone, senza che però neppure i parlamentari dei paesi negoziatori (tra cui l'Italia) abbiano accesso ai testi completi dei negoziati. Lorenzo Marsili è uno degli italiani che si è speso per portare in Italia il movimento immediatamente dopo il “battesimo” a Berlino, il 9 febbraio scorso. L'appuntamento di Roma è in assoluto il primo incontro che va al cuore dell'organizzazione di DiEM, con il lancio della prima campagna, appena un mese dopo la nascita a Berlino . «Ho vissuto dieci anni fuori dall'Italia, fra Londra e Pechino principalmente, e sono tornato per aprire un ufficio italiano della mia organizzazione, “European Alternatives”. Mi ha molto colpito l'assenza di italiani sul palco del lancio berlinese il 9 febbraio: c'erano personalità da tutta l'Europa meno che dall'Italia», dice Marsili.
Diem25 e' un nuovo partito di sinistra? "No, e' un movimento che vuole parlare a tutti - risponde Vroufakis -: sinistra, destra, liberali, conservatori, verdi, chiunque voglia ripristinare la democrazia in Europa. Io sono marxista ma mi rivolgo a tutti. Certo, sentire la destra che dice le stesse cose fa un po' paura. Ma, ripeto, ci rivolgiamo a tutti: il manifesto del movimento e' gia' stato sottoscritto da 17mila persone, c'e' pure l'artista greco Costas Varotsos, che e' di destra".
Il primo obiettivo del suo Diem25 e' "la trasparenza". Totale, dice l'ex ministro Greco. "Se ci fosse una telecamere a trasmettere in diretta le riunioni dei vertici europei- dice- vi assicuro che tanti leader non direbbero le cose che dicono. E se la gente potesse ascoltare quello che ho ascoltato io, be', 'they would freak out'", impazzirebbe, s'infurierebbe. Peccato allora che nove mesi fa, quando si parlava di Grexit, non ci fosse lo streaming. "Ma io ho registrato tutto- assicura indicando lo smarthpone nella tasca della giacca- non ho ancora reso pubblica nulla ma ho tutto. Forse qualcosa potrei pubblicarla. Magari qualche estratto di quelle riunioni potrebbe finire nel mio prossimo libro".
Yannis Varoufakis e' in Italia per tre giorni di incontri pubblici, che ufficialmente cominceranno oggi (la conferenza stampa delle 12 in cui si parlera' del suo nuovo movimento Diem25). Diem25, il movimento già presentato a Berlino, si promette di riscrivere le regole e la democrazia del vecchio continente entro il 2025. "L'Europa e' a pezzi - sottolinea Varoufakis - si sta disintegrando. Sembra l'Unione Sovietica nei suoi ultimi giorni. Manca il Kgb, e' vero, ma per il resto e' uguale: c'e' un modello economico che non puo' funzionare, e infatti non funziona, tenuto in piedi da un'autorita' centrale sempre piu' isolata. La crisi del 2008 e' ancora con noi, perche' non l'abbiamo mai affrontata, non l'abbiamo mai davvero esaminata ne' elaborata. E un'altra crisi e' alle porte, sta gia' arrivando. L'Europa rischia di finire nell'abisso".
"Le decisioni sono prese da dieci persone sedute intorno al tavolo - aggiunge Varoufkis -. E sfortunatamente sono quasi tutti uomini...". Il progetto europeo, avverte, e' davvero rischio. "La parola solidarieta' sta scomparendo dall'Europa- aggiunge- guardate la scandalosa decisione raggiunta all'ultimo vertice sui migranti. E' moralmente scandalosa, e' illegale e non puo'
nemmeno funzionare. Sperano che funzioni anche se loro stessi non ci credono. E' una farsa. Come con la crisi economica: a ogni
meeting dicono che la crisi e' finita, ma poi ogni volta la crisi peggiora. E' il modello economico che e' sbagliato, non puo' funzionare. Me l'ha detto anche Schauble", il ministro tedesco che nelle lunghe notti a cavallo tra giugno e luglio scorsi fu per tutta Europa l'antagonista di Varoufakis.
Diem25 e' gia' stato presentato a Berlino e Madrid, dopo Roma tocchera' a Londra. Nella capitale il palcoscenico di mercoledi' sara' allestito all'Acquario di piazza Manfredo Fanti. Curatore dell'evento, che prevede collegamenti con Bernie Sanders e Juliane Assange, e' Bernardo Corradi, regista italiano salito alle cronache qualche hanno fa per il controverso lungometraggio 'Shooting Silvio' in cui un giovane scrittore ideava e pianificava di uccidere Berlusconi.
Diem si dà tempo dieci anni per costruire un'Europa nuova, profondamente diversa da quella che, oggi, nelle segrete stanze sta negoziando accordi commerciali, come il TTIP o il TISA che cambieranno la vita di milioni di persone, senza che però neppure i parlamentari dei paesi negoziatori (tra cui l'Italia) abbiano accesso ai testi completi dei negoziati. Lorenzo Marsili è uno degli italiani che si è speso per portare in Italia il movimento immediatamente dopo il “battesimo” a Berlino, il 9 febbraio scorso. L'appuntamento di Roma è in assoluto il primo incontro che va al cuore dell'organizzazione di DiEM, con il lancio della prima campagna, appena un mese dopo la nascita a Berlino . «Ho vissuto dieci anni fuori dall'Italia, fra Londra e Pechino principalmente, e sono tornato per aprire un ufficio italiano della mia organizzazione, “European Alternatives”. Mi ha molto colpito l'assenza di italiani sul palco del lancio berlinese il 9 febbraio: c'erano personalità da tutta l'Europa meno che dall'Italia», dice Marsili.
Diem25 e' un nuovo partito di sinistra? "No, e' un movimento che vuole parlare a tutti - risponde Vroufakis -: sinistra, destra, liberali, conservatori, verdi, chiunque voglia ripristinare la democrazia in Europa. Io sono marxista ma mi rivolgo a tutti. Certo, sentire la destra che dice le stesse cose fa un po' paura. Ma, ripeto, ci rivolgiamo a tutti: il manifesto del movimento e' gia' stato sottoscritto da 17mila persone, c'e' pure l'artista greco Costas Varotsos, che e' di destra".
Il primo obiettivo del suo Diem25 e' "la trasparenza". Totale, dice l'ex ministro Greco. "Se ci fosse una telecamere a trasmettere in diretta le riunioni dei vertici europei- dice- vi assicuro che tanti leader non direbbero le cose che dicono. E se la gente potesse ascoltare quello che ho ascoltato io, be', 'they would freak out'", impazzirebbe, s'infurierebbe. Peccato allora che nove mesi fa, quando si parlava di Grexit, non ci fosse lo streaming. "Ma io ho registrato tutto- assicura indicando lo smarthpone nella tasca della giacca- non ho ancora reso pubblica nulla ma ho tutto. Forse qualcosa potrei pubblicarla. Magari qualche estratto di quelle riunioni potrebbe finire nel mio prossimo libro".
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