Traffico e smaltimento illecito di rifiuti in Basilicata. Dalle indagini della Dda (Direzione distrettuale antimafia) di Potenza è scattata oggi una maxi operazione che ha portato agli arresti domiciliari cinque funzionari e dipendenti dell'Eni e al divieto di dimora per un dirigente della Regione Basilicata.
Nella maxi operazione si contano anche due importanti sequestri che potrebbero portare allo stop momentaneo della produzione di petrolio in Val d'Agri. Con due decreti di sequestro sono stati infatti bloccati impianti del centro oli di Viggiano dell'Eni, con possibili conseguenze sulla produzione di petrolio in Val d'Agri, dove si trovano giacimenti di idrocarburi di interesse nazionale, e gli impianti di gli impianti di Tecnoparco, a Pisticci (Matera).
Eni non commenta e spiega che i legali del gruppo stanno analizzando la situazione. Il gruppo sottolinea di stare collaborando con la magistratura.
L'azienda italiana, si legge sul sito del gruppo, "è presente in Basilicata in Val d'Agri e nelle aree di Pisticci e Ferrandina con attività di upstream petrolifero (ricerca e produzione di idrocarburi)". In particolare, "la produzione complessiva di idrocarburi in Basilicata deriva prevalentemente dal Centro Olio Val d'Agri (COVA) e, in misura minore, dal Centro Olio di Pisticci e dalle 2 centrali a gas (Ferrandina e Pisticci). L'aumento produttivo registrato negli ultimi anni è da attribuirsi alle attività in Val d'Agri, in quanto il Centro Olio di Pisticci, già in funzione da quasi cinquant'anni, riflette la riduzione della produzione del campo". I numeri nella regione parlano di una produzione di 82.630 barili di petrolio al giorno e 3,98 milioni di standard metri cubi di gas al giorno.
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