mercoledì 23 marzo 2016

Classe Operaia. La mina Almaviva (call centre) scoppia nelle mani del Governo, Poletti: "Azienda ritiri i tremila licenziamenti".

Ieri 1.670 dipendenti hanno ricevuto la lettera di licenziamento, oggi un lungo corteo ha attraversato Palermo per arrivare alla sede della Regione Sicilia.
“Chiediamo l'intervento del governo e l'applicazione delle leggi”. Oltre a questi, nel conto vanno messi i 400 di Napoli e i 918 di Roma. In tutto, quasi tremila persone che si troveranno in mezzo alla strada. Che la situazione stia diventando esplosiva l’ha capito perfino il ministro Poletti.
"Invitiamo Almaviva a revocare la comunicazione di avvio della procedura di mobilita' per tremila lavoratori ed a rendersi disponibile a riprendere e sviluppare il confronto con le organizzazioni sindacali e con le istituzioni per verificare le possibili alternative ad una decisione che produrrebbe una situazione pesante dal punto di vista sociale, peraltro in territori che gia' scontano difficolta' occupazionali", ha detto il ministro del Lavoro, che ricorda come "il Governo, nell'ambito dell'attivita' dedicata alla gestione delle situazioni di crisi, ha dedicato una specifica attenzione al settore dei call center, con l'apertura di un tavolo dedicato e con l'adozione di provvedimenti -dagli ammortizzatori sociali, alla deducibilita' totale dalla base di calcolo dell'Irap del costo del lavoro a tempo indeterminato, dal finanziamento dei contratti di solidarieta' all'abolizione del massimo ribasso sugli appalti- tutti mirati a migliorare il contesto in cui operano le aziende del comparto".
"Da parte nostra- conclude il ministro- c'e' la conferma dell'impegno a favorire una soluzione positiva, riprendendo la discussione alla riunione del tavolo gia' convocata per il 18 aprile".
"Noi non siamo disposti a perdere neanche un posto di lavoro - ribadisce Alice Corso, rsu Lsc Cgil -. La mia generazione è quella che non ha potuto neanche scegliere che lavoro fare. Chiediamo l'intervento del Governo, e l'applicazione delle leggi che ci sono in materia di delocalizzazione, e l' applicazione delle sanzioni previste per chi non le rispetta”.
Una situazione che la Slc Cgil definisce "insostenibile" per le città coinvolte, e sottolinea come i licenziamenti coinvolgano "molte donne in una fascia d’età ricompresa tra i 35 e i 50 anni". La mobilitazione non si ferma.

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