martedì 22 marzo 2016

Classe Dirigente. Prostituzione minorile, chiesti 4 anni per l’ex collaboratore di Bertolaso.

La cittadella giudiziaria di piazzale Clodio (foto Proto)Secondo il pm Gabriella Fazi, l’ex capo della Protezione civile di Napoli, Francesco Buondonno, già ai domiciliari, si appartava con un sedicenne in un albergo in via dei Mille. Nei guai anche un poliziotto.

 
Dalla collaborazione con l’ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso al rischio di trascorre 4 anni in galera con l’accusa di induzione alla prostituzione minorile. È la parabola di Francesco Buondonno, ex assessore del Comune di Santa Maria la Carità, finito ai domiciliari lo scorso 24 settembre per aver passato qualche pomeriggio all’hotel Assisi in via dei Mille con un sedicenne a un prezzo variabile tra i 50 e i 100 euro. Il politico napoletano, ex capo della Protezione civile locale, correva a Roma appena aveva qualche buco in agenda. Una frequentazione andata avanti per tutto il 2013, come ha ricostruito il pm Gabriella Fazi durante la requisitoria tenutasi nel corso del rito abbreviato scelto da Buondonno, tra l’altro anche membro benemerito della Città del Vaticano, come si legge nell’ordinanza del gip Valerio Savio, che riporta la biografia sul web dell’imputato in cui si sottolinea la collaborazione con l’attuale candidato sindaco di Forza Italia.


Alla sbarra altri tre clienti
Non c’era solo l’ex assessore nella cerchia degli insospettabili provenienti da tutt’Italia per stare qualche ora con il ragazzino dei Castelli, adesso maggiorenne: richieste di condanna avanzate dal pm hanno riguardato altri tre clienti del giovane, ora uscito dal mondo della prostituzione grazie al sostegno dei servizi sociali. La lista comprendeva pure l’assistente capo della Polizia Stefano Gallorini che scendeva in treno da Bologna ogni due settimane, disposto a pagare 200 euro a prestazione. Anche in questo caso la procura ha chiesto 4 anni di reclusione. Una condanna di tre anni rischia, invece, Marco Mozzicafreddo, dipendente dell’Istituto superiore di Sanità costretto sulla sedia a rotelle e titolare di un assegno di invalidità. Stessa richiesta per Fabrizio De Sanctis, dipendente Eni in mobilità. Gli imputati, secondo l’accusa, avevano conosciuto il giovane tramite siti gay o di escort, social network e chat per rapporti sessuali a pagamento.

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