martedì 10 marzo 2015

Mia sorella filosofa e le sette priorità per la sinistra di governo.

Ho una sorella meravigliosa che nella vita è assegnista di ricerca in Filosofia. Lei (la filosofa) mi scrive che il nostro problema (di quelli che fanno politica a sinistra) è che non riusciamo a farci capire. Abbiamo ‒ dice ‒ un gigantesco problema di comunicazione: un problema di linguaggio da cui deriva un problema di consenso.

redattore di Esseblog.it
Simone Oggionni HeadshotMi chiede quali siano a mio parere i sette obiettivi che dovremmo raggiungere se fossimo al governo (a dire il vero, con grande ottimismo, mi chiede quali saranno le prime sette cose che faremo quando saremo al governo). Glieli scrivo e lei me li riscrive, a uso e consumo anche di quelli che non frequentano sedi di partito o leggono tutti i giorni Cassirer. La maggioranza, insomma: tutti noi, il leghista vicino di casa, la collega, il compagno di calcetto del mercoledì.
Ecco quello che è venuto fuori. Grazie a Eva e alla passione politica che anima lo studio e la ricerca di tante e tanti giovani nel nostro paese.
1. Lavoro. Lo Stato deve creare posti di lavoro, investendo sui settori che hanno bisogno di un sostegno per ripartire, promuovendo le iniziative virtuose, programmando una serie di opere pubbliche che siano realmente pubbliche (si pensi al riassetto idrogeologico del territorio in opposizione alle cosiddette grandi opere; grandi solo per qualcuno, non per tutti). Ciò ad esempio anche attraverso un impegno statale per la riconversione ecologica delle aziende inquinanti e un recupero e un risanamento del patrimonio edilizio esistente.


2. Reddito. Lo Stato deve garantire una continuità di reddito anche nei periodi di disoccupazione: va introdotto un reddito minimo garantito paragonabile ai sussidi in vigore in quasi tutti gli altri Stati europei.

3. Chi paga la crisi? Una fabbrica che chiude per aprire all'estero (ovviamente ciò non vale per chi, strozzato dalla crisi o altro, è in effettivo fallimento) deve restituire i finanziamenti pubblici ricevuti, che vanno concretamente impiegati per accompagnare il reinserimento al lavoro di chi, in questo modo, l'ha perso.

4. Sapere è potere. Scuole pubbliche gratuite fino al diploma, università da pagarsi secondo una tassazione realmente progressiva: aumento degli investimenti pubblici in scuola, università e Ricerca ai livelli europei. Qualità dell'istruzione pubblica;

5. Tasse. Ridefinizione del sistema fiscale, con l'introduzione di una tassa sui grandi patrimoni che consenta la diminuzione delle imposte sul lavoro e per i cittadini meno abbienti. Parallela riorganizzazione della lotta all'evasione fiscale;

6. Integrazione. Diritto di cittadinanza per tutti i nati in Italia e potenziamento delle politiche per l'integrazione e l'interculturalità. Ciò significa che l'integrazione deve essere una risorsa per tutti, un arricchimento culturale, l'occasione di un'apertura mentale. Il buonismo non c'entra nulla: l'illegalità deve pesare nello stesso modo a prescindere da chi la compie, né più né meno. Anche per far ciò, bisogna trattare tutti i soggetti del diritto come tali.

7. Parità. Misure politiche per garantire l'effettiva eguaglianza sociale. La nostra società è arretrata sul piano dell'uguaglianza effettiva di prospettive di soddisfazione nella vita tra uomo e donna, lavoratore intellettuale e lavoratore manuale, figlio di persone abbienti e figlio di persone con un reddito basso. Bisogna voltare pagina.

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