venerdì 27 marzo 2015

Legalizzare la cannabis: il parlamento ci prova.

Legalizzare la cannabis: il parlamento ci prova Nasce un intergruppo di parlamentari favorevoli alla legalizzazione delle droghe leggere. I promotori: «Presto un testo trasversale». Civati: «Speriamo dia i suoi frutti». I tempi però sono lunghi.

L'Espresso Luca Sappino

Giovedì 26 marzo. Prima riunione alla Camera dell’intergruppo parlamentare per la legalizzazione della Cannabis. Sono presenti una quarantina di parlamentari. Non di tutti i gruppi, in realtà, ma soprattutto di Sel, 5 stelle e Pd. Gli iscritti sarebbero 79, ma saliranno presto perché il gruppo di Sel (che ha già presentato un disegno di legge in materia, stimando 10 miliardi di extra gettito) iscriverà tutti i propri eletti nelle prossime ore. Non si registra nessuno tra alfaniani e centristi, a dimostrare come ancora una volta il tema delle libertà civili divida la maggioranza di governo (è sempre di giovedì il voto, in commissione al Senato, sul testo base per le unioni civili) . Uno solo di Forza Italia, Antonio Martino.


Non vuol dire, ovviamente, che sia arrivato il turno buono per l’approvazione di una legge sulla legalizzazione. È un primo passo di un percorso, però. Vedremo quanto lungo e fruttuoso. L’ex radicale Benedetto Della Vedova, senatore e sottosegretario agli esteri, si è preso l’onere di coordinare e «ha proposto», ricostruisce il Pd Giuseppe Civati, «un percorso (molto condivisibile) di questo tipo: impegno per la sinossi e la condivisione dei testi, poi un convegno politico-scientifico qui alla Camera, a seguire una manifestazione pubblica e finalmente un testo condiviso su cui lavorare e da mettere alla prova delle Camere». «Il trasversalismo buono speriamo dia i suoi frutti», continua Civati speranzoso sul suo blog.

«È stata una riunione molto positiva» dice anche proprio Della Vedova, «che ha confermato una volontà trasversale in Parlamento per arrivare a un ddl unitario». Tra presentare un ddl e fare una legge ce ne passa, certo, «ma si è cominciato a sgrossare il percorso di ricognizione dal punto di vista scientifico, economico e giuridico, tenendo in considerazione tutte le principali esperienze, a cominciare dalle più innovative, in Europa e negli Usa».

I tempi sono dilatati, riflessivi. L’intergruppo tornerà a riunirsi ad aprile quando dovrebbe esser già pronto il sito dedicato all’iniziativa, cannabislegale.org. Sebbene il tema non sia nell’agenda di governo, comunque, e sebbene i democratici impegnati siano soprattutto della minoranza, bisogna notare che tra i fedelissimi del premier si sono registrate aperture di peso.

Proprio parlando con l’Espresso l’europarlamentare Pina Picierno si era detta favorevole alla legalizzazione. Nei giorni scorsi è tornata sul tema: «L’ho sempre detto, e ora anche la Direzione nazionale antimafia chiede con urgenza la revisione delle leggi che puniscono l’uso di droghe leggere. I dati sono sconvolgenti ma parlano chiaro: l'azione repressiva non ha assolutamente fermato né diminuito il consumo di cannabis. È ora di dire basta al degrado, e a chi pensa di poter speculare su un prodotto che in molti Stati è già legale. Penso ad esempio al Colorado che solo un anno fa ha liberalizzato la marjuana e che dopo soli 12 mesi ha visto diminuire i reati nel proprio stato».

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