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Per il leader della Fisac Cgil "non può esistere un
contratto a costo zero". Poi l'avvertimento: "Chiunque continui a
pensare alla disapplicazione del contratto troverà la categoria da
subito pronta a nuove mobilitazioni e nuovi scioperi"
“La trattativa con Abi si è interrotta per l’indisponibilità dell’associazione dei banchieri
a garantire gli attuali livelli occupazionali e a impegnarsi in termini
concreti sul futuro dell’occupazione giovanile”. Così il segretario
generale della Fisac Cgil, Agostino Megale, sulla interruzione delle
trattative tra Abi e sindacati per il rinnovo del contratto, che
aggiunge: “Anzi, Abi ha teso ad esplicitare come il mantenere l’attuale
area contrattuale, prevista nel contratto, costi duecento milioni di
euro. Da qui anche l’indisponibilità a misurarsi su quello che noi
bancari abbiamo definito un modello di banca al servizio del paese”.
Il leader della categoria dei lavoratori del credito
della Cgil aggiunge inoltre come “abbiamo reso esplicito che chiunque
continui a pensare alla disapplicazione del contratto dal primo di
aprile troverà la categoria da subito pronta a nuove mobilitazioni e
nuovi scioperi, fino al conflitto portato in ogni gruppo. Inoltre, anche
chi ha pensato, e ancora oggi pensa, all’interno di Abi di far fallire
il negoziato per arrivare al governo, deve avere ben chiaro che il primo
dei grandi problemi a cui dare risposta è proprio l’occupazione e
l’area contrattuale. Quest’ultima a difesa del perimetro di applicazione
del contratto, che non era scambiabile prima, non lo è oggi e non lo
sarà domani. Per questo, ribadisco, l’area contrattuale non si tocca”.
Infine, conclude Megale, “va ricordato che l’idea di un contratto a costo zero non esiste e il salario deve essere difeso dall’inflazione reale”.
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