venerdì 27 marzo 2015

Jobs Act. Continua la truffa dell'informazione

Jobs Act. Continua la truffa dell'informazione

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Con le capacità che sono note, Tito Boeri, neo presidente dell’INPS offre i propri servigi al Governo Renzi, tenendosi comunque una porta aperta per le scontate contestazioni alle sue dichiarazioni. Ci riferiamo alla conferenza stampa nella quale dichiara, prendendosi pagine intere di quotidiani e ampi spazi televisivi, che dal primo al 20 febbraio sono state fatte 76 mila assunzioni grazie al Jobs Act.

Questo fa titolare al Corriere della Sera: “ Effetto bonus” 76 mila aziende assumono.
Le bugie hanno le gambe corte ed è facile scoprire che non di assunzioni si tratta, ma solo di una richiesta di un “codice per la decontribuzione” che potrebbe (il condizionale è d’obbligo) servire ad assumere in futuro. E non potrebbe altrimenti, dato che il contratto a tutele crescenti è divenuto operativo solo il 7 marzo.
Altrettanto certo è che molte di queste aziende assumeranno. E’ scontato.
Questo lo sa bene Boeri perché è difficile che, da conoscitore del mercato del lavoro qual’è, non abbia chiesto agli uffici i dati concernenti le assunzioni nel 2014 nella tipologia “contratti a tempo indeterminato”. Per buona pace di Renzi il Jobs Act non servirà a creare nuova occupazione, ma solo a non fa pagare i contributi a chi comunque avrebbe assunto anche senza gli sgravi del Jobs Act. Questo invece dovrebbe preoccupare non poco il Presidente dell’INPS poiché tutti i nuovi assunti non pagheranno i contributi che saranno tutti figurativi a carico della collettività.
Invece Tito Boeri dà i numeri ma non quelli del 2014. Li diamo noi.
Nel terzo trimestre quindi da luglio a settembre del 2014, lungi dall’essere approvato il contratto renziano del “libero licenziamento”, le assunzioni a tempo indeterminato sono state ben 400 mila su circa 2,4 milioni di contrati di lavoro avviati! Tra l’altro con un incremento del 7.1 % su base annua. A questi dati vanno aggiunti più di 200 mila assunzioni con contratto di apprendistato che in termini di decontribuzione e precarietà è identico al contratto a tutele crescenti (addirittura più economico perché consente anche un salario contrattuale più basso).
In Italia a tutt’oggi abbiamo circa 12 milioni di occupati di cui più di 10 milioni con contratto a tempo indeterminato. E’ fisiologico che vi sia un turn over anche di questa tipologia contrattuale.
In conclusione continua la truffa del Governo e Informazione sulle norme e gli effetti del Jobs Act.
Purtroppo rimane la cruda realtà che ci dice che crescerà nel paese la precarietà del lavoro e la disoccupazione. Nel frattempo diminuiscono da subito diritti e democrazia.
Infine due considerazioni: 1°) Possibile che nessun giornalista senta la necessità di verificare quanto detto nelle conferenze stampa?
2°) Comincia proprio male signor Presidente Boeri. Non serve nascondersi dietro un inciso con il quale si afferma che “i dati non sono di facile interpretazione”. In questo caso I numeri sono numeri, parlano da soli. Nascondendoli non si fanno gli interessi dei “soci di riferimento” dell’INPS, che Le ricordiamo sono i lavoratori e le lavoratrici che pagano i contributi. Non il Governo che vorrebbe usare l’Istituto Previdenziale pubblico come un bancomat. Evitiamo di tramutarlo anche nell’ufficio stampa e propaganda” dell’esecutivo.

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