martedì 31 marzo 2015

Turchia, giudice in ostaggio in tribunale a Istanbul: “Giustizia per Gezi Park”.

Membri del "Partito-Fronte rivoluzionario di liberazione del popolo" hanno preso in ostaggio il pm Mehmet Selim Kiraz, in relazione alla sua indagine sulla morte di Berkin Elvan, adolescente ucciso dalla polizia durante le proteste del 2013. Gli autori del gesto hanno dato tempo alle autorità fino alle 3.36 per accogliere le loro richieste, che includono la confessione in diretta del poliziotto sospettato dell'uccisione e la creazione di un tribunale popolare che giudichi gli agenti responsabili.

Turchia, giudice in ostaggio in tribunale a Istanbul: “Giustizia per Gezi Park”

Colpi di arma da fuoco nell’edificio e la foto del magistrato con una pistola puntata contro il capo diffusa su internet. Sono ore di terrore in Turchia dove presunti membri dell’organizzazione fuorilegge Partito-Fronte rivoluzionario di liberazione del popolo (Dhkp-C) hanno preso in ostaggio il procuratore turco Mehmet Selim Kiraz all’interno del tribunale di Istanbul, in relazione alla sua indagine sulla morte di Berkin Elvan, adolescente ucciso dalla polizia durante le proteste di Gezi Park, nel 2013. Lo riferisce il sito del quotidiano Hurriyet, che parla anche di spari all’interno del tribunale. La polizia ha circondato i locali al sesto piano del palazzo di giustizia dove è tenuto in ostaggio il pm. Le forze speciali sono entrate nell’edificio, mentre la polizia ha avviato trattative con i terroristi, ha fatto sapere il vice-procuratore capo della megalopoli del Bosforo Vedat Yigit citato da Hurriyet.

Una foto fatta circolare sui social media mostra Kiraz con un uomo alle spalle che con una mano gli tiene tappata la bocca e con l’altra gli punta una pistola alla tempia. Sul muro dietro di loro si vede la bandiera del Dhkp-C. Secondo Halkinsesi.tv, sito vicino all’organizzazione, gli autori del gesto hanno dato tempo alle autorità fino alle 3:36 di oggi per accogliere le loro richieste.
Le richieste includono la confessione in diretta del poliziotto sospettato di aver ucciso Elvan, la creazione di un tribunale popolare che giudichi tutti i poliziotti responsabili dell’uccisione, il proscioglimento di tutti i cittadini arrestati per aver partecipato alle manifestazioni in ricordo di Elvan. Il ragazzo, di appena 15 anni, è morto l’11 marzo 2014 dopo 269 giorni di coma, provocato da un candelotto di gas lacrimogeno che lo ha colpito alla testa. “Mio figlio è morto: che nessun altro muoia. Non si può lavare il sangue con altro sangue”, avrebbe detto il padre del ragazzo. A rivelarlo, su Twitter, il deputato turco Huseyin Aygun, che ha parlato al telefono con l’uomo. Lo riferisce la Bbc. Il primo ministro Ahmet Davutoglu ha incontrato l’attuale e l’ex ministro della Giustizia nella sede del partito Partito per la Giustizia e lo Sviluppo, ad Ankara, per discutere dei fatti di Istanbul.
Chi sono gli estremisti di Dhkp-c
Il movimento armato di estrema sinistra turco Dhkp-c è inserito nella lista dei gruppi terroristi di Turchia, Ue e Stati Uniti. Fondato nel 1978 con il nome di Sinistra rivoluzionaria, è un movimento di ispirazione marxista-leninista. Nel 1994 ha preso l’attuale nome di “Fronte-Partito di liberazione del popolo rivoluzionario”. Nel 2008 la sua leader Asuman Akca fu arrestata con l’accusa di voler assassinare l’allora premier Recep Tayyip Erdogan. Rilasciata nel 2012, è stata uccisa poco dopo da un uomo identificato dalle autorità come un membro del Pkk. Dagli anni ’70 a oggi il gruppo ha compiuto e rivendicato diversi omicidi e attentati.
L’ultimo risale allo scorso 6 gennaio, quando una donna kamikaze si è fatta saltare in aria in una stazione di polizia a Istanbul, uccidendo un agente e ferendone un altro in modo serio. Nel rivendicare l’attentato il Dhkp-C dichiarò la volontà di “punire gli assassini di Berkin Elvan”. Il primo febbraio del 2013 in un altro attacco kamikaze all’ambasciata americana ad Ankara morì una guardia addetta alla sicurezza. L’attacco più sanguinoso perpetrato dal gruppo terroristico sino ad ora è avvenuto il 10 settembre 2001 quando una donna kamikaze si fece esplodere davanti alla sede della polizia nella centrale piazza Taksim, ad Istanbul, uccidendo tre persone e ferendone almeno 20.

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