“Sporchi negri, tornate al vostro Paese, ci rubate il lavoro,
dovevate affondare nei barconi. Poi le pietre e l’assedio negli
spogliatoi. Infine sputi e calci sulle auto di giocatori e allenatore”.
È successo domenica a Vibo Valentia, racconta
La Stampa, e non è la prima volta che
la squadra di calcio degli immigrati di Rosarno, iscritta al campionato calabrese di Terza categoria viene aggredita.
Ha detto don Roberto Meduri, parroco e promotore della squadra:
“Ho
avvertito tutta la rabbia che percorre la società italiana. Ci
rinfacciavano il fatto che riceviamo 35 euro al giorno per gli
immigrati: falso! Non riceviamo un euro“.
Chissà se
Matteo Salvini ha letto la notizia, perché
potrebbe utilmente riflettere sulla benzina che ogni giorno sparge da
ogni tv per alimentare il fuoco della rabbia e incrementare il bottino
elettorale leghista. Lunedì sera, ospite a
Quinta colonna, sull’onda dello slogan “Vengono prima gli italiani”, ha sfoderato tra gli applausi dei cittadini inferociti
il consueto armamentario sui clandestini mantenuti con tutti i comfort a spese nostre.
Purtroppo, le panzane salviniane sugli immigrati alloggiati in
villini con il prato all’inglese e che non gradiscono le lasagne nel
menu dei Cie stanno diventando
senso comune. Se poi è
falso che i giocatori del Koa Bosco ricevono 35 euro al giorno mentre si
guadagnano la vita raccogliendo mandarini, chissenefrega. Come diceva
quel tale: calunniate, calunniate qualcosa resterà.
Infatti, don Meduri
sta pensando di ritirare la squadra prima in classifica: “Siamo troppo soli“.
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