Daniel aveva 17 anni. Ha commesso la leggerezza di farsi riprendere nudo
dalla sua webcam. È stato ricattato: “Pagami o le tue foto finiscono su
internet”. Ha preferito il suicidio, buttandosi dal Forth Road Bridge,
vicino Edimburgo.
Una storia di ricatto on line come tante altre? Non proprio.
L'Interpol ha indagato a fondo e, lo scorso maggio, per la prima volta
ha scoperto che dietro il ricatto c'era un'organizzazione. Non un
predatore isolato, guidato dalla soddisfazione del proprio desiderio
ma una struttura di 58 persone
.
Con un solo obiettivo: guadagnare. Le tentate estorsioni andavano dai
500 ai 15 mila dollari.
L'Interpol, dopo l'incursione, ha descritto l'ufficio “come un call
center”, con corsi di formazione tenuti da esperti in cyber-ricatti e
premi aziendali: vacanze, denaro o telefoni cellulari per le esche
capaci di raggiungere gli obiettivi finanziari.
SEXTORTION La chiamano “sextortion”, estorsione
sessuale. È solo una delle strade utilizzate per monetizzare via
internet la pedo-pornografia: tra siti (mascherati) a pagamento, abusi
in live streaming e sistemi di transazioni difficilmente tracciabili,
non c'è bisogno di avventurasi nella Darknet: la rete di superficie
offre già spazi sufficienti. In una continua rincorsa tecnologica tra
prede, predatori e chi dà loro la caccia.
La European Financial Coalition against Commercial Sexual Exploitation of Children Online (Efc),
nel suo ultimo rapporto
,
parla di “rischio taylorizzazione”: l'organizzazione industriale e
scientifica del lavoro applicato alla pedo-pornografia.
L'estorsione sessuale è l'arma più comune. Lo schema è rodato: si
spingono gli adolescenti a spogliarsi per poi ricattarli. Un'indagine
del gennaio 2014 si è chiusa con l'arresto di un uomo che aveva creato
80 tra indirizzi mail e profili social. Chi cadeva nella rete era
costretto a pagare o, in alternativa, a coinvolgere altri minori. La
vittima più giovane aveva otto anni. Quando lo stesso meccanismo viene
applicato su larga scala, lo strascico pesca centinaia di adolescenti.
Come nel caso dell'organizzazione che ha ucciso Daniel, con sede nelle
Filippine ma contatti in Europa e Usa.
PEDOFILIA IN STREAMING L'altro grande business riguarda
gli abusi a distanza: centinaia di bambini costretti ad atti sessuali
in live streaming in cambio di denaro. Lo schema, in questo caso, è
simile a quello della prostituzione. Con un protettore o le famiglie a
gestire i contatti, specie nei Paesi in via di sviluppo, dove i costi di
connessione sono sempre più bassi a fronte di condizioni economiche
ancora pessime.
Maria, un'adolescente filippina di 13 anni, è stata obbligata dalla
madre a esibirsi davanti alla sua webcam in cambio di compensi tra i 20 e
i 50 dollari. Un gruzzolo tale da consentire alla madre di lasciare il
suo lavoro. Spesso sono i parenti a gestire l'attività. Come è successo a
sei fratelli, indotti dai genitori ad atti osceni in streaming. Il più
piccolo aveva quattro anni.
Terre des Homme preferisce alla definizione di “industria” quella di
“commercio” della pedofilia. Reso più florido dalla facilità di
connessione. Quanto florido? Per capirlo, la Ong
ha creato una bambina virtuale, chiamata Sweetie
.
Nel 2013, in appena due mesi di attività, ha rintracciato 1000
predatori, 22 dei quali in Italia. Un esperimento che sarà bissato:
Terre des Homme sta lavorando a una Sweetie 2.0, un software ancora più
avanzato che esplorerà un fenomeno emerso solo in parte.
Secondo l'associazione,
su internet ci sono, in ogni momento, 750 mila “predatori”
.
Le loro richieste sono elencate in modo crudo: “Atti sessuali espliciti,
masturbazione, coprofagia, rapporti con adulti o con membri della
famiglia”. Il compenso va dai 10 ai 50 dollari. Per pagare è sufficiente
un servizio di trasferimento finanziario, come Western Union.
LA CRESCITA DEI BITCOIN I money transfert sono ancora
lo strumento più utilizzato, seguito dalle carte di credito. Ma INHOPE,
una rete internazionale che collabora in Italia con Save The Children e
Telefono Azzurro, ha registrato una rapida ascesa dei portafogli
digitali. La Internet Watch Fountdation (Iwf) ha individuato 22 siti che
accettano esclusivamente Bitcoin per l'acquisto di immagini e video
pedo-pornografici.
Quello della Iwf è un avvertimento più che una condanna nei confronti
della criptovaluta: “Come ogni forma di pagamento, anche i Bitcoin
possono essere usati per scopi criminali perché garantiscono una certa
forma di anonimato”. Tuttavia, “è comunque possibile tracciarne il
flusso e risalire al proprietario”.
SITI COMMERCIALI E SPAM Dietro alla violenza del faccia
a faccia digitale, delle webcam e delle chat, c'è un commercio che
cresce tra le pieghe di internet. Senza incamminarsi sulla Silk Road.
Nella pedo-pornografia si stanno facendo strada “siti commerciali”, che
mettono a disposizione immagini e video dopo una sottoscrizione. Ci si
arriva attraverso un percorso più o meno tortuoso. Social network e
forum riservati facilitano la circolazione di link. La via più diretta è
lo spam: mail indesiderata che pubblicizzano link espliciti su “Teen,
Movies, Free sex movies, Young teen hardcore” o “Free Picks Of Models
12-17 Y”.
In altri casi, si parte da siti che contengono solo hyperlink,
apparentemente leciti, che rimandano a “siti mascherati”. Si tratta di
piattaforme con una ulteriore lista di link, che a loro volta conducono a
siti terzi con materiale pedo-pornografico accessibile solo a
pagamento.
L'esca può essere costituita da siti legali hackerati. Oppure da
“affiliati”, che accettano di fare da intermediario verso siti illegali a
pagamento in cambio di un compenso proporzionato alla quantità di clic.
Un po' come avviene per i banner pubblicitari. La Iwf, ad esempio, ha
notato che spesso la trappola si annida sotto l'etichetta di “child
modelling”: agenzie (lecite) che cercano bambini-modello per spot e
moda.
L'esistenza di siti commerciali è un fenomeno ancora minoritario
rispetto all'estorsione sessuale o alla prostituzione minorile, ma
INHOPE ha registrato una crescita dei casi: 5.236 casi nel 2013 e già
2.940 nei primi sei mesi del 2014.
La tecnologia, quindi, sta cambiando lo sfruttamento commerciale di
video e foto. “C'è una migrazione degli abusi – scrive la European
Financial Coalition – verso nuove modalità, facilitate da sistemi di
pagamento, servizi di hosting e ambienti di navigazione che agevolano
l'anonimato”. Il web oscuro si muove in superficie.
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giovedì 12 marzo 2015
Abusi in streaming e call center dell'estorsione Così funziona l'industria della pedopornografia Tra ricatti sessuali via chat, prostituzione con webcam e pagine occulte a pagamento, avanza un sistema nuovo per sfruttare la pornografia sui minori. Un meccanismo industriale che ha il solo scopo di guadagnare.
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