Montecitorio autorizza con 371 sì e 39 no le misure cautelari per il deputato democratico accusato di associazione a delinquere e riciclaggio. Scontro Boldrini-M5S. Votano contro Ncd e Forza Italia. Berlusconi: "Noi sempre garantisti". Renzi: "Per noi la legge è uguale per tutti". Fra i democratici, 13 in missione, 33 assenti e sei contrari: Giuseppe Fioroni, Gero Grassi, Maria Amato, Maria Tindara Gullo, Maria Gaetana Greco e Tommaso Ginoble.
Toni esasperati al termine di una due giorni di accuse incrociate: da una parte il Movimento Cinque stelle ha imputato al Pd l’intenzione di voler salvare Genovese o comunque rinviare la decisione a dopo le elezioni europee; dall’altra, i democratici hanno parlato fino all’ultimo della possibilità che i grillini tendessero un “trappolone”approfittando del voto segreto per votare contro l’arresto e scaricare poi la “colpa” sul Pd.
Berlusconi: “Forza Italia contro l’arresto, noi sempre garantisti” - A decidere per il voto palese nel pomeriggio, la conferenza dei capigruppo della Camera durante la quale tutti hanno condiviso la richiesta (avanzata dal Pd e dal M5s) di non votare con scrutinio, ma di procedere, per l’appunto, con voto palese. Anche Forza Italia, inizialmente propensa al voto segreto, ha accolto la richiesta pur votando, poi, contro la richiesta di arresto di Genovese. “Tutti i nostri deputati hanno votato contro. Noi siamo e saremo garantisti sempre e comunque”, ha commentato Silvio Berlusconi al termine della registrazione di un programma televisivo. Contrari anche tutti i deputati presenti del Nuovo centrodestra (9). Sei sono stati i deputati del Pd che hanno votato ‘no’: Maria Amato, Giuseppe Fioroni, Tommaso Ginoble, Gero Grassi, Maria Gaetana Greco e Maria Tindara Gullo, vicina di banco di Genovese e prima indagata della XVII legislatura con l’accusa di falso; astenuta Paola Bragantini; 13 in missione e 33 quelli che non hanno partecipato al voto. Il gruppo più presente in aula era quello del Pd 84.3%. A seguire quello del Movimento 5 Stelle 70%.
La paura del “trappolone” – Il timore di fondo del Pd – vista la determinazione a votare sì all’arresto emersa dal voto del 7 maggio scorso – era che con il voto segreto, potesse essere parte dello stesso M5s a votare contro per addossare poi la colpa ai democrat. Lo spiega il capogruppo Speranza, prima del voto finale: “C’era la volontà di imbastire una trappola da parte dei 5 Stelle, avrebbero annunciato di votare in un modo ma nel segreto dell’urna avrebbero fatto un’altra cosa per poi scaricare sul Pd tutta la responsabilità. Oggi invece – ha aggiunto il capogruppo – è emersa una circostanza nuova: tutti i gruppi hanno assicurato che avrebbero votato in modo palese. Questo fatto nuovo toglie ai grillini la possibilità di fare imboscate“.
Grillo: “Genovese vieni fuori!” – Beppe Grillo posta un secondo video sul suo blog, dopo quello di ieri in cui chiedeva alla polizia di “non lasciar scappare il potenziale latitante“. Questa volta il fondatore del M5S se stesso protagonista che gira tra le fronde verdi di un bosco a cercare il deputato Pd nei cui confronti andrà al voto alla Camera la richiesta di arresto. “Hai il diritto di non parlare! Tutto ciò che dirai può essere usato contro di te! Vieni fuori tanto sappiamo che non li hai presi tu quei sei milioni: fai i nomi!” urla Grillo mentre si rigira tra gli alberi. “Ti dichiaro in arresto” In nome del popolo italiano! Vieni fuori se non sei ancora in Libano!”. Poi Grillo si rivolge in direzione della telecamera: “Cercatelo ovunque, cercatelo sul web, cercatelo per le strade. Mandateci un indizio: manderemo i nostri rappresentanti, ma non deve scappare. Non deve scappare!”.
Il Pd: “Assenze fra i M5S”. Ma 23 deputati sono sospesi per le proteste di fine aprile – Prima Roger De Menech, poi Alessandra Moretti, entrambi hanno rinfacciato al Movimento cinque stelle una scarsa presenza in aula al momento del voto. “Votazione per arresto di Genovese, presenze in aula: Pd 82% Movimento 5 stelle 70% – ha scritto su Twitter la candidata dem alle europee per il Nord-Est Alessandra Moretti – Forse gli altri erano a fare il weekend al mare”. In realtà, 23 deputati pentastellati, a fine aprile, sono stati sospesi per 15 giorni dall’Ufficio di Presidenza della Camera per i disordini causati in Aula lo scorso 24 gennaio. Nessuno dei deputati M5s ha votato contro l’arresto mentre si è astenuto l’ex M5s, ora passato al Misto, Alessandro Furnari.
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