L'europarlamentare leghista se ne va in giro a provocare per i quartieri della Roma Meticcia predicando il suo razzismo, ma alla scuola Pisacane genitori e insegnanti lo allontanano. Intanto arriva l'endorsment dei neofascisti di Casa Pound.
Mario Borghezio, esponente di spicco della Lega, è famoso per le sue esternazioni virulentemente razziste e islamofobiche, prova a rientrare al parlamento di Strasburgo candidato dal partito di Salvini nella circoscrizione del Centro Italia. Così Borghezio sta conducendo nella Capitale la sua campagna elettorale andando a provocare nei quartieri meticci di Roma: è stato avvistato più volte tra Piazza Vittorio, il Pigneto, Tor Pignattara, la maggior parte delle volte sotto forma di manifesti contro l’euro e gli immigrati.
Ma ieri gli è andata male quando si è presentato per predicare il suo razzismo fuori la scuola Carlo Pisacane a Tor Pignattara, simbolo di convivenza e meticciato, in prima fila nelle battaglie in difesa della scuola pubblica. “Basta invasione Roma agli italiani”, “questo è un quartiere invaso, la Lega dice lo libereremo”, è andato a dire Borghezio ricevendo in cambio insulti e sberleffi di genitori e insegnanti che lo hanno cacciato in malo modo.
Come se non bastasse per Borghezio è arrivato l’endorsment del partitino neofascista Casa Pound: ad Anno Uno (discutibile trasmissione in onda su La7) è stato proprio Mirko, il militonto di Casa Pound ospite in studio, a dire che voterà l’esponente leghista, visto che il suo movimento non è riuscito a candidarsi alle Europee, perché hanno le stesse posizioni “su immigrazione ed euro”. Sorge così il sospetto che la campagna elettorale antimmigrazione di Borghezio e il comizio di chiusura oggi a Piazza Vittorio, la piazza simbolo della Roma meticcia, siano state largamente appoggiate da Casa Pound. D’altronde il pedigree fascista di Borghezio è di tutto rispetto, negli anni ’70 vicino ad Ordine Nuovo e alla Jeune Europe.
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