giovedì 22 maggio 2014

Pil, cambiano i criteri di misurazione. Dentro anche droga e prostituzione. E le modifiche aiutano il governo.

La buona notizia arriva ora, ma dispiegherà tutti i suoi effetti positivi soltanto a partire da ottobre. È in arrivo infatti una piccola rivoluzione per il Pil, uno dei principali indicatori di crescita del Paese, per la cui misurazione – ha comunicato oggi l’Istat – a partire da quest’anno cambieranno radicalmente alcuni criteri. E a concorrere al nuovo calcolo ci saranno ad esempio una serie di attività illegali come il traffico di sostanze stupefacenti, la prostituzione e il contrabbando, fino ad ora rimaste escluse.

L'Huffington Post  |  Di
Soltanto una piccola fetta dell’immensa, e complessa, trasformazione decisa dall’Istituto di Statistica in accordo con tutti i Paesi europei che però – tecnicismi a parte – interessa molto anche al governo. Il “ricalcolo” del Pil, che riguarderà tutto l’arco temporale dal 1995 ad oggi, proprio perché riferito a tutte le serie storiche e non solo all'ultimo anno, non avrà un impatto rilevante sulle previsioni di crescita – il famoso 0,8% del Def – proprio perché il dato normalmente è calcolato come variazione rispetto all’anno precedente, il cui dato anch’esso cambierà con il nuovo sistema di calcolo. Tuttavia, ed è questa la buona notizia per il governo, la crescita del Pil potrà avere un impatto significativo su indicatori chiave come il rapporto deficit/Pil e il rapporto debito/Pil. In poche parole, aumentando con il nuovo sistema di calcolo il denominatore – il Pil – il rapporto è destinato naturalmente a scendere. Una vera e propria manna dal cielo per il governo che proprio su questi indicatori di finanza pubblica è ancora osservato speciale di Bruxelles.

Ma se la buona notizia è indiscutibile, quello che è difficile stabilire da ora è quanto positiva potrà essere la sorpresa per il governo. Vale a dire di quanto crescerà il Pil in termini di valore assoluto, stimato nel 2013 a 1560 miliardi. Una prima risposta, l’ha fornita già la Commissione Europea lo scorso 16 gennaio spiegando che i nuovi sistemi di calcolo potrebbero alzare il livello del PIl europeo del 2,4%, mentre nel caso italiano l’impatto positivo potrebbe essere tra l’1 e il 2%, ribadendo, come spiegato sopra, che l’impatto sulle variazioni annua sarà invece marginale.
Ma cosa c’è nel dettaglio in questa piccola rivoluzione statistica che rischia di avere impatti enormi sui saldi del Paese? L’Istituto di Statistica divide in tre la gamma di modifiche che entreranno in vigore a partire da quest’anno. I cambiamenti introdotti con il Sec2010, quelli cioè uniformi a tutti i Paesi dell’Unione, riguarderanno la capitalizzazione delle spese in ricerca e sviluppo; la riclassificazione da consumi intermedi a investimenti della spesa per armamenti sostenuta dalle amministrazioni pubbliche; una nuova metodologia di stima degli scambi con l'estero di merci da sottoporre a lavorazione, per i quali si registra il valore del solo servizio di trasformazione e non più quello dei beni scambiati; la verifica del perimetro delle amministrazioni pubbliche sulla base degli aggiustamenti metodologici introdotti dal sec2010.
La stima di Eurostat di impatto positivo sul Pil variabile tra l’1 e il 2%, riguarda però solo il primo di questi tre capitoli. Accanto a queste novità, come detto spicca anche l’introduzione nel calcolo delle attività illegali e il ricalcolo di alcuni elementi che già ora figurano nel Pil ma che i nuovi strumenti informativi permettono di misurare con più precisione. A partire dalla cosiddetta “economia non osservata”, quella parte di ricchezza prodotta nel cono d’ombra del sommerso. Insomma, in prospettiva, sommate tutte le novità, l’impatto positivo potrebbe essere anche superiore a quanto previsto da Bruxelles a gennaio.

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