giovedì 29 maggio 2014

Emergenza abitativa. I "Caschi Blu" dell'Onu contro sfratti e sgomberi?

Emergenza abitativa. I "Caschi Blu" dell'Onu contro sfratti e sgomberi?

A Roma, una donna sfrattata si è incatenata al cancello dell'assessorato alla casa del Comune, sostenuta da altri sfrattati e dagli attivisti dell'Asia-Usb. E' l'ennesima immagine di una emergenza sociale che il governo non solo ha voluto ignorare ma alla quale ha messo mano con un rimedio peggiore del male.

contropiano.org Federico Rucco
La denuncia stavolta arriva “dall'alto è il caso di dire. In questo caso è proprio l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), quello di cui era responsabile l'attuale Presidente della Camera Boldrini, ad esprimere preoccupazione per gli effetti dell'approvazione del decreto legge “Lupi” definito piuttosto eufemisticamente‘Piano Casa’. L'attuazione del decreto infatti potrebbe risultare devastante sulla vita di migliaia di rifugiati presenti in Italia”, tanto che la stessa agenzia dell’ONU per i rifugiati ha ritenuto di dover prendere posizione sul decreto recentemente varato dal governo Renzi e approvato dal Parlamento. Secondo il famigerato art.5 del decreto, chi occupa illegalmente un edificio non potrà avere accesso alla registrazione della residenza. Ma quante persone sono costrette a vivere in edifici occupati? E quanti tra questi sono rifugiati? “Migliaia”, ricorda l’Unhcr, “costretti a vivere in palazzi abbandonati e occupati nelle principali città italiane quali Roma, Milano, Torino”. Una condizione causata dall’ “inadeguatezza dell’accoglienza e dell’insufficienza dei progetti di integrazione”, denuncia l’Unhcr. Proprio a fronte della situazione attuale, “l’UNHCR ritiene che la legge, se così applicata, creerebbe un ulteriore ostacolo al processo di integrazione dei rifugiati in Italia costringendoli in una spirale di isolamento e marginalità”, perchè “in assenza di residenza non è infatti possibile avere una carta identità, e senza questa è difficile avere accesso al lavoro e ai servizi essenziali”. Intanto, le conseguenze del decreto si fanno già sentire: “A Roma sono state sospese tutte le registrazioni dei rifugiati che vivono a Palazzo Selam, uno degli edifici occupati della città dove dal 2006 alcune migliaia di rifugiati hanno trovato riparo ma dove permane una difficile situazione socio-sanitaria”.



Ma sull'emergenza abitativa in Italia, l'Onu è stata coinvolta anche sugli aspetti generali di una contraddizione che, più esplosiva nelle grandi aree metropolitane, si sta allargando anche nelle città più piccole e più ricche, fino a qualche anno fa “immuni” a problemi come sfratti, pignoramenti e famiglie in mezzo alla strada. Certo appare difficile immaginare che i Caschi Blu intervengano a bloccare gli sfratti, ma il segnale è interessante.
In un documento congiunto inviato il 15 marzo scorso alla rivista UN Human Rights Council’s Universal Periodic Review (UPR), l’Associazione Inquilini e Abitanti (ASIA), insieme all’Housing and Land Rights Network (HIC-HLRN) hanno evidenziato le violazioni dello Stato italiano in materia di diritto alla casa. L’aumento alle stelle degli affitti e dei prezzi degli appartamenti, ha reso impossibile per i cittadini ottenere una casa a costi ragionevoli, oltre a portare alla crescita delle richieste di sfratto. Il documento mette in relazione gli obblighi legali internazionali con la legislazione italiana, la quale dovrebbe provvedere a garantire un’abitazione a ogni cittadino.
Come già precedentemente documentato dall’ASIA, la deregolamentazione e la privatizzazione di alcuni enti previdenziali preposte alle necessità sociali hanno portato enormi violazioni del diritto alla casa , di concerto con l’assenza di una pianificazione da parte dello Stato. Molti fondi pensione ed enti previdenziali utilizzano i guadagni provenienti dall’affitto delle case per finanziare i programmi pensionistici dei lavoratori. Tuttavia, negli anni passati, al fine di sanare i propri bilanci e grazie agli scarsi controlli, diversi enti hanno cominciato ad alzare gli affitti o a vendere gli appartamenti, sempre a costi insostenibili per i locatari.
Si tratta di un problema di lunga data che è andato peggiorando negli ultimi anni: se su scala nazionale c’è stato un aumento medio del 50% del prezzo degli affitti, nei centri urbani più importanti tale aumento ha raggiunto l’85%, fino ad arrivare ai casi di metropoli come Roma e Milano dove i prezzi sono saliti anche del 200%, con punte del 300%.
Il livello dei salari non ha certamente seguito l’andamento del prezzo degli affitti, così migliaia di famiglie sono state costrette ad affrontare cause di sfratto per l’impossibilità di sostenere l’aumento dei costi.
A tutto ciò si è aggiunta la negligenza del Governo italiano nel sostenere le necessità abitative del Paese. Con soli 800.000 appartamenti di edilizia popolare, i dati raccolti stimano che il Governo dovrebbe costruire, o rendere disponibili, 1 milione di nuove unità abitative per far fronte all’aumento del numero di famiglie che non possono permettersi i prezzi del mercato immobiliare libero.
Il documento presentato (link: joint UPR submission) chiede che il Governo italiano rispetti i propri obblighi in materia di diritto alla casa, oltre a proporre le seguenti iniziative:
-          Il Governo Italiano deve sviluppare un piano nazionale di edilizia popolare che favorisca le necessità della popolazione, in particolare quelle dei gruppi di persone svantaggiate, e che includa il riutilizzo di strutture già esistenti, la costruzione di 1 milione di nuove abitazioni, l’incremento della spesa regionale a favore dell’edilizia sociale.
-          Lo Stato deve intraprendere iniziative legislative per definire in modo chiaro il quadro legislativo nel quale operano gli istituti enti previdenziali privatizzati, assicurando che le relative procedure si svolgano con uniformità e trasparenza.
-          Lo Stato deve intervenire per tutelare gli inquilini, svolgendo un’adeguata sorveglianza sui prezzi delle case vendute dagli enti e sugli aumenti relativi ai rinnovi dei contratti di affitto.
Lo scopo del documento è di obbligare, anche attraverso l’analisi di casi specifici, la comunità internazionale e il Governo italiano a favorire strategie e politiche abitative di edilizia sociale, che rispettino il diritto alla casa e siano vantaggiose per tutto il popolo italiano.
Scarica il documento originale: Download the joint HIC-HLRN / ASIA submission to the UPR

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