LA MAPPA DEI RISULTATI UE
Una vittoria, certo, che non può far dimenticare però il fatto che la maggioranza rimane agli europeisti: i dati ufficiali arrivano a rilento, ma disegnano un Europarlamento con equilibri diversi: le prime stime sulla ripartizione dei 751 seggi, parlano di un Ppe in testa con 212 seggi, anche se in enorme calo rispetto ai 274 di cinque anni fa. A seguire c'è il Pse a 186 (-7 seggi), i Liberali dell'Alde con 70 seggi (-13) e i Verdi a 55. Una rivoluzione c'è sicuramente, all'interno dei socialisti europei: il Pd italiano supera in numero di seggi la Spd tedesca (31 a 27), diventando il primo gruppo nazionale.
I RISULTATI IN ITALIA / ANALISI: IL TRIONFO DI RENZI
Alla luce di questi primi dati, il candidato alla presidenza della Commissione UE per il Ppe Jean-Claude Juncker già rivendica la presidenza: "Se il trend viene confermato, è chiaro che pretendiamo la presidenza della Commissione Ue", pronti a "negoziare con il Pse" ma "senza mettermi in ginocchio". Ma il candidato dei socialisti Martin Schulz non intende aspettare le mosse di Juncker e gioca d'anticipo: "Se il partito di Juncker sarà in testa ha il diritto di cercare di formare una maggioranza. Se vuole parlare con noi è benvenuto. Anch'io prenderò l'iniziativa per formare una maggioranza. Basta con questa strategia basata sul calcolo matematico, è ora di iniziare col calcolo della politica".
Il socialista detta anche le condizioni per la sua Europa: "Prima priorità è la disoccupazione dei giovani. In alcuini paesi si è perduta la fiducia nell'Ue perché giovani hanno perso speranza; la seconda è la lotta all'evasione fiscale, ci vogliono più regole e più controlli, gli speculatori fanno miliardi di profitti e non pagano le tasse, e poi quando fanno miliardi di perdite pagano i contribuenti, un'altra ingiustizia. Una maggioranza senza il Ppse non è possibile. Noi cercheremo di costruire un maggioranza sulla base di questo programma".
Ma questo voto è un terremoto in molti e importanti paesi Ue, a partire da Francia e Gran Bretagna, dove il Front National di Marine Le Pen e l'Ukip di Nigel Farage si affermano come primo partito, risultati mai raggiunti nella loro storia, scalzando Ump e Ps da una parte, e Laburisti e Conservatori dall'altra.
In Francia boom del Front National di Marine Le Pen, che, secondo le stime Ue, sarebbe al primo posto con il 25,4% dei consensi, seguiti dai gollisti dell'Ump al 21%. In netto calo i socialisti del presidente Hollande poco sopra il 14%, per quello che è il peggior risultato della storia. Le richieste politiche (interne) di Marine Le Pen non si sono fatte attendere: la Le Pen ha chiesto al presidente Hollande di procedere allo scioglimento dell'Assemblea nazionale dopo lo storico risultato del suo partito, che ha visto quadruplicare i voti rispetto alla ultime europee. E chiama a raccolta tutti gli euroscettici d'Europa e Grillo. Per Hollande, che domani ha convocato una riunione d'emergenza all'Eliseo, bisogna "trarre lezione da questo evento cruciale".
Clamoroso anche il risultato che si prospetterebbe nel Regno Unito: secondo le prime proiezioni il movimento antieuropeo dell'Ukip sarebbe in testa con il 29,7%, segue il Labour al 29,6%, solo terzi i Tories del premier David Cameron con il 20,4. I liberaldemocratici del vicepremier Nick Clegg al 6,2 sarebbero superati dai Verdi con il 6,3%. Nigel Farage, leader dell'Ukip, ha parlato di "terremoto politico" e si è detto pronto ad "incontrare Beppe
Grillo e discutere con lui delle nostre politiche che hanno molto in comune".
In Germania l'Union della cancelliera Angela Merkel è data per vincente, sempre secondo le stime Ue: 36% per la Cdu/Csu. Buoni i numeri anche per i socialdemocatici della Spd, oltre il 27% (+6%). Poi ci sono i Verdi al 10%, la Linke quasi all'8%, stabile. Un dato inedito riguarda gli anti-Ue dell'Afd (Alternative fuer Duetschland) che sarebbero al 7% mentre i neo-nazisti dell'Npd, intorno all'1% entreranno per la prima volta a Strasburgo. Afd è la vera novità di questa tornata, cinque anni fa non esisteva: il giovane partito di Bernd Lucke, economista che ha raccolto i dissidenti delle politiche europee di Merkel, alle politiche era rimasto per poco sotto la soglia del 5%.
Risultati a sorpresa anche in Spagna, dove sia il Partido Popular che il PSOE arretrano. Il partito del premier Mariano Rajoy avrebbe un 26% contro un 23% dei socialisti. Per la prima volta i due partiti insieme non raggiungerebbero il 50% dei voti. Sorpresa autentica la nuova formazione "Podemos", movimento di sinistra nato nei mesi scorsi e guidato dal 36enne Pablo Iglesias, professore di scienze politiche all'Università di Madrid che al loro esordio avrebbero conquistato 5 eurodeputati con 1,2 milioni di voti.
Numeri ottimi anche per Alexis Tsipras, con il partito Syriza primo in Grecia con il 26% delle preferenze. Il leader greco ha parlato di risultati che "sconfessano" il governo Samaras e le sue politiche di austerità, invocando le elezioni politiche anticipate. Buona affermazione anche per Alba Dorata: la formazione neonazista sarebbe attorno al 9%. In Austria le proiezioni elettorali consegnano all'estrema destra, ai verdi e ai liberali un consistente successo elettorale. Il centrodestra del Partito del popolo resta avanti, ma con un calo dei consensi dal 30% al 27,5%. I socialdemocratici raccolgono quasi il 23,8% dei consensi, mentre la destra nazionalista e populista del Partito della libertà aumenta i consensi del 6,8% e arriva a quota 19,5%.
Anche la Danimarca non fa eccezione al trend euroscettico: secondo gli exit poll l'estrema destra del Danish People Party sarebbe primo partito con il 23,1% (+3 deputati rispetto al 2009 quando presero il 15%), secondi i socialisti con il 20,5%, terzi i liberali con il 17,2%.
In Olanda, le proiezioni stanno smentendo gli exit poll che davano i populisti di Geert Wilders al quarto posto. Il Pvv è invece secondo ex aequo con 4 seggi insieme ai Democratici 66. Primi i Cristiano Democratici.
Indipendentisti in testa in Irlanda. Fine Gael, partito del premier Enda Kenny, ha raggiunto secondo i primi exit poll pubblicati a Bruxelles il 22%, stessa cifra anche per i repubblicani del Fianna Fail guidato da Michael Martin, mentre il Sinn Fein di Gerry Adams ha ottenuto il 17% dei suffragi e i laburisti, al governo con il Fine Gael, il 6%.
Le prime rilevazioni danno i socialisti nettamente in testa in Portogallo, dove avrebbero tra il 30% e il 34%. Allianca Portugal, che mette insieme i socialdemocratici e i conservatori che sostengono il governo del premier Passos Coelho, raccoglierebbe invece tra il 25% e il 29% dei consensi.
Urne chiuse anche in Polonia: secondo i primi exit poll sarebbe in vantaggio il partito centrista Piattaforma civica (Po) del premier Donald Tusk con il 32,8%. Segue il partito di opposizione di destra Diritto e giustizia (Pis) dell'ex premier Jaroslaw Kaczynski, che ha ottenuto il 31,8%. Gli euroscettici di Nuova Destra di Janusz Korwin Mikke con il 7,2% potrebbero entrare per la prima volta nell'europarlamento. Primi risultati anche in Romania: gli exit poll danno avanti con il 42% la coalizione di governo, formata da Socialdemocratici, Unione nazionale per la Romania e partito conservatore. Al secondo posto molto staccato il partito liberale, che avrebbe tra il 13% ed il 15%. Seguono i democratici-liberali tra il 10% ed il 12%.
Non ci sarebbero sorprese in Ungheria, dove il partito Fidesz del premier Viktor Orban ha vinto con oltre il 50% dei consensi. Secondi, stando alle prime proiezioni, gli estremisti antisemiti di Jobbik con il 15% (che alle nazionali hanno però superato il 20). In calo i socialisti all'11%. La Svezia vede in netto vantaggio i socialdemocratici che sarebbero al 23,7%, mentre è dato in calo il partito dei moderati del premier Reinfeldt al 13%, superati dal sorprendente risultato degli ambientalisti dello Mp, che salirebbero al secondo posto con il 17,1%.
Secondo i primi sondaggi diffusi dal capo dell'ufficio elettorale laburista, alle europee a Malta sarebbe in testa il partito laburista (nel gruppo S&D) con il 53%, seguito dai popolari del partito nazionalista (al Governo) al 40%. Terzi i Verdi con il 2,7%, e altri piccole formazioni totalizzano il 4%. Malta elegge solo 6 eurodeputati in tutto come Estonia, Lussemburgo e Cipro.
In Slovenia, dove ha votato appena il 17,3% degli aventi diritto, il dato ufficiale e definitov conferma la vittoria a il Partito democratico sloveno (Sds, centrodestra) con il 24,6% (3 seggi) seguito dalla coalizione tra Nsj e Sls, al 16,52% (2 seggi) e dalla lista Verjamem (centrosinistra) con il 10,5% e un solo seggio. Un seggio anche a Desus (8,16%) e uno del partito socialdemocratico con l'8,05%.
In Slovacchia i socialdemocratici dello Smer del premier Robert Fico sarebbero in testa. Secondo i risultati non ufficiali pubblicati dal sito Sme, lo Smer ha ottenuto 24,09% dei voti, seguito dai popolari del Movimento cristiano democratico (Kdh) con il 13,21%.
Affluenza al voto. Intanto arriva il primo dato: l'astensionismo temuto alla viglia non si è materializzato. Secondo i primi dati provvisori del sito web dell'Europarlamento l'affluenza media alle elezioni europee è stata del 43,11, contro il 43 netto del 2009.
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