Gli arresti eccellenti per le tangenti sull'Expo 2015 vogliamo archiviarli come eccezione o come norma? Dalla risposta a questa domanda derivano le conclusioni che si possono trarre dall'ennesimo “scandalo sistemico” nell'agenda italiana.
contropiano.org Alessandro Avvisato
In
questi giorni abbiamo di nuovo visto all'opera semplificazioni oltre i
limite della banalità. Le grida contro la “politica corrotta” appaiono
inattuali e risibili, anzi fuorvianti. Soprattutto perchè equiparano
questa vicenda alla Tangentopoli del '92, omettendo che in mezzo è
cambiato il mondo. E persino la derelitta Italia.
Se
nella rottura del 1992 esplosero i partiti storici del sistema politico
italiano del dopoguerra, avendo esaurito la loro funzione di
“ammortizzatore sociale-clientelare” dell'epoca della guerra fredda,
negli scandali più recenti emerge una ricollocazione completamente
diversa del rapporto tra affari e politica. Anche se alcuni “mediatori”
sono tragicamente gli stessi.
Da un
lato i gruppi di interesse rappresentati dal blocco berlusconiano,
dall'altro i gruppi di interessi prodotti dall'autonomizzazione delle
organizzazioni collaterali al PCI (Lega delle Cooperative soprattutto,
ma anche Unipol, Mps etc.).
Il
rapporto di convergenza e spartizione degli affari non è passato
“attraverso i partiti”, ma all'interno di cordate di interessi privati
ampiamente trasversali. Bipartisan, se vogliamo buttarla in politica.
Parafrasando
Marx, potremmo dire che si sono sviluppate le forze economiche
mantenendo intatti i rapporti precedenti. Una sorta di sistema feudale
che prevede che in alcuni “territori” - come la Lombardia - il sistema
sia sempre lo stesso anche quando cambiano i soggetti in campo. Se vuoi
fare affari in un dato territorio, le strettoie da attraversare sono
quelle: con “quelli” devi parlare, con “quelli” devi trattare. In fondo,
nonostante le evoluzioni criminali seguite all'esito della trattativa
tra Stato e mafia, anche in Sicilia il meccanismo è stato questo. In
quel caso le organizzazioni criminali sono state sussunte nel sistema,
sono state fatte entrare istituzionalmente nel giro del “grande
business”; in cambio, sono finiti gli ammazzamenti, gli attentati, etc.
C'è stata una “evoluzione” delle forze, ma i rapporti sono rimasti gli
stessi.
Cosa
lega gli affari e la corruzione in Lombardia con quella, ad esempio, in
Sicilia? Il fatto che lo Stato continua ad essere considerato una entità
estranea e strumentale. Non un arbitro o un regolatore imparziale, ma
un apparato pieno di interstizi flessibili e agibili, nei quali perciò
agire in funzione di interessi privati. Il fatto che questi fossero
stati puliti, ripuliti o inquinati è rimasto un dettaglio. Dunque un
sistema, non una anomalia del sistema.
Nell'Italia
del XXI Secolo, nonostante l'integrazione europea – da cui derivano
vincoli e sistemi di controllo - il sistema ha continuato ad agire con
la medesima prassi, rinnovata qui e là nei soggetti (nemmeno sempre,
come si vede), ma in perfetta continuità.
Da
questo punto di vista, le grandi opere e i grandi eventi rappresentano
l'emblema della messa in opera del sistema del business privato. Enormi
risorse pubbliche a disposizione, e la possibilità di scaricare sul
“pubblico” gli eventuali debiti futuri, rappresentano il terreno ideale
per la spartizione della torta.
Viene
da chiedersi – e qualcuno prima o poi dovrà dare risposte convincenti –
perchè sulle grandi opere e i grandi eventi, che alla loro conclusione
lasciano un rapporto costo-benefici sempre sbilanciato a favore dei
primi, le denunce dei comitati popolari e dei loro esperti siano state
costantemente ignorate, derise e poi combattute (vedi il caso
emblematico del Movimento No Tav). Sull'Expo 2015 è andata esattamente
così, come in Val di Susa. Se la Procura di Torino sulla Tav dedicasse
un decimo dell'attività prodotta dalla Procura di Milano sull'Expo,
ricaverebbe probabilmente risultati niente affatto dissimili. Sceglie
invece di dedicarsi con solerzia sabauda a reprimere quelli che vi si
oppongono.
La corruzione dunque è “di sistema”. Ma anche i sistemi consolidati possono incepparsi, se hanno esaurito la loro funzione.
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