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intervista a Carlo Freccero di Giacomo Russo Spena
“Renzi ha ripetuto gli stessi risultati elettorali della Democrazia cristiana, dall’altronde il suo Pd è la rifondazione della vecchia Dc”. Autore televisivo, guru della comunicazione ed ex dirigente Rai, Carlo Freccero traccia la fenomenologia del renzismo tentando di analizzare e codificare il suo messaggio politico: “Ha vinto il missionario che ci ha convertito alla speranza”.
Partiamo dal boom del Pd, sopra il 40 per cento. Per ritrovare un dato simile bisogna finire alla Dc di Fanfani. Come analizza tale successo elettorale per il premier?
E’ sicuramente un evento politico di dimensioni storiche ed è stato sorprendente per lo scollamento mediatico tra agenda televisiva e intenzioni di voto. Ha ripetuto gli stessi risultati della Dc negli anni ’50, dimostrando di essere il degno rifondatore della Democrazia Cristiana. Nel suo modo di parlare è rassicurante, ha vinto in qualche modo il missionario che ci ha convertito alla speranza.
Nella conferenza stampa di rito, ha invitato tutti i parlamentari italiani ed europei ad abbassare i toni e alzare le ambizioni perché “il voto ci dice che non è il momento di cercare alibi per il cambiamento”. Aria di rinnovamento?
Siamo alla riproposizione della Dc 2.0. Ma Renzi ha dimostrato con eleganza di saper fare le scarpe a tutti, soprattutto perché gli altri sono ben propensi a farsele fare. Nelle sue dichiarazioni di oggi mi ha impressionato il suo stile: è molto aggressivo a livello politico, contemporaneamente accomodante e inclusivo a livello verbale. Ingloba i vinti tra i vincitori. Ha la capacità di escogitare una maggioranza esprimendo riconoscenza per gli sconfitti e aprendo loro una collaborazione, in quanto sconfitti, alla sua vittoria.
Prima di domenica era convinto che “i 5 stelle brilleranno più forte nel cielo blu dell’Europa”. Cosa è andato storto per perdere in un anno 3 milioni di voti?
E’ la conseguenza di questo discorso. Se Renzi è rassicurante, portatore di nuova speranza, Grillo purtroppo è esclusivo ed oppositivo. Parla ad un target abituato ad avere ironia per cui la violenza verbale è antidoto a violenza sociale. Le sue parole hanno fatto rivenire in mente la generazione dei cattivi maestri e ciò ha spaventato gli italiani moderati.
Beppe Grillo ha commesso degli errori?
Non credo. La Terza Repubblica si caratterizza purtroppo per la rinascita della Dc, magari in forma più moderna. Siamo sempre lì. E il Pd con Renzi ha trovato il suo interprete perfetto.
Lei ha votato per L’Altra Europa con Tsipras. Si è superata la soglia di sbarramento del 4, soddisfatto?
E’ un risultato simbolico. Al momento la lista è solo testimonianza di opposizione a Renzi. E’ necessario da domani strutturare un vero progetto e un nuovo partito per rilanciare nel Paese un pensiero di sinistra, perché Renzi non ha nulla a che vedere con la sinistra.
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