L'effetto Renzi non si ferma alle elezioni europee e investe anche le regionali e le amministrative.
L'EspressoSergio Chiamparino doppia il Movimento 5 stelle e già dopo lo spoglio dei primi seggi sa di aver vinto le regionali in Piemonte. I pentastellati non si discostano dal risultato delle europee, dal 21 per cento, e lo stesso fa il Pd che però nel sostenere Chiamparino vanta una coalizione con i vendoliani e una civica. Da segnalare il risultato di Guido Crosetto, che correva per Fratelli d'Italia. Il candidato vale due voti più del partito, che però è inchiodato al valore nazionale: 3,7 per cento.
Anche in Abruzzo dove governava il centrodestra si cambierà. Anche lì vince il centrosinistra con Luciano D’Alfonso. L’uscente Giovanni Chiodi si avvicina soltanto al 30 per cento: 29,26. La cinque stelle Sara Marcozzi è nella media nazionale con il 21 per cento, ma lontana dal dato positivo che pure il Movimento aveva avuto alle europee in Abruzzo: quasi il 30.
In Piemonte e in Abruzzo, va ricordato, si vota con un sistema maggioritario senza ballottaggio. Quindi chi conquista un voto più agli altri, vince.
A Firenze provincia il Pd fa il risultato migliore, arrivando sopra il 61 per cento. In città cala giusto un po’, ma è altissimo: 57,54 per cento. Alle comunali va anche meglio, superando il 59 come coalizione. E il renziano Dario Nardella brilla, e poco conta capire se sia o meno luce riflessa: «Evvai» grida in diretta su Sky alle prime proiezioni. Buono è anche il risultato del candidato di Sel e Rifondazione comunista, questa volta non alleati del Pd: Tommaso Grassi, 29 anni, si assesta sull’8 per cento ed elegge due consiglieri. Un punto più su c’è il candidato dei Cinque stelle, all’12,06 per cento Marco Stella, candidato non proprio competitivo di Forza Italia.
A Pontassieve il Pd arriva al 74 per cento. La candidata sindaco Monica Marini non è una renziana doc, ma è andata benissimo. Lascia Forza Italia al 9 per cento e Grillo al 13.
In Toscana riflettori accesi amche sulla rossa Livorno. La coalizione del Pd, che imbarca dei leggerissimi alleati, da Sel all’Idv, è poco sotto il 40 per cento e dovrà quindi cimentarsi in un inedito ballottaggio. Con il candidato di Grillo che è al 19, in linea con il risultato delle europee. Rifondazione comunista e alcune civiche di sinistra però sono al 16 per cento e saranno determinanti.
A Prato il candidato del Pd e renziano Matteo Biffoni, con il centrosinistra, vince, e ringrazia per il comizio di Renzi. Il Pd da solo raccoglie circa il 48 per cento. Sia Forza Italia che il Movimento 5 stelle non vanno oltre il 10 per cento. Gli alfaniani ci mettono uno zero virgola davanti: 0,94.
A Bergamo Giorgio Gori l’ex media trainer renziano, rinnegato e poi recuperato dal premier, è l’unico che fa penare la ditta pur conquistando un importante ballottaggio e un primo posto parziale con il 45,48 per cento. Sempre in Lombardia, invece, a Pavia, gioca un altro rottamatore, ma di centrodestra. Alessandro Cattaneo è però costretto a passare per il secondo turno, fermandosi al 46,68. Il centrosinistra però è dieci punti dietro.
Il Gianni Letta di Matteo Renzi, Graziano Delrio, per scendere con Matteo a Roma, ha lasciato la guida di Reggio Emilia. Per la sua successione nessuna sorpresa. «Passerai al primo turno» aveva detto Renzi a Luca Vecchi? Detto fatto: più del 56 per cento. Forza Italia è ferma al 7 per cento. L’intero centrodestra al 13. Diciassette se ci sommiamo anche la Lega. Il Movimento 5 stelle in linea con le europee, fermo sotto il 20.
Discorso diverso per Padova dell’ex ministro Pd, prossimo eurodeputato Flavio Zanonato. Centrosinstra e centrodestra sono spalla a spalla poco sopra il 30 per cento. Sarà ballottaggio. Il movimento 5 stelle è fermo a 8,63 per cento.
A Bari il Pd è avanti, e Antonio Decaro è ben lontano da tutti, anche se sul filo del ballottaggio. «I baresi hanno già scelto» dice Decaro forte del fatto che il candidato dei 5 stelle, per esempio, è bloccato a quota 7,62, quando alle europee, nel territorio del comune il Movimento ha preso quasi il 27 per cento.
Da segnalare come conferma del disastro di Scelta civica la prestazione della montiana Adriana Galgàno, deputata, candidata sindaco a Perugia. La città sembra destinata ad esser amministrata nuovamente dal Pd Wladimiro Boccali, anche se rispetto al primo mamdato dovrà affrontare un ballottaggio, e Galgàno non è neppure entrata in partita. Nonostante il sostegno del ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, già rettore dell’università per stranieri, è sotto il due per cento: 1,7.
A Nusco invece, in provincia di Avellino, con poco più di quattro mila abitanti, l’ondata di nuova politica non è arrivata. Sindaco è Ciriaco De Mita, classe 1928, presidente del Consiglio, segretario e presidente della Democrazia Cristiana, e quattro volte ministro.
E se le europee sono state la disfatta per molti volti noti, da Cecchi Paone e Iva Zanicchi, Vittorio Sgarbi perde nell'amata Salemi. Vince al primo turno il Pd Domenico Venuti, e Sgarbi, che era stato eletto sindaco con il 60 per cento, dimezza il consenso e si accontenta del secondo posto. Andrà in consiglio?
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