Con oltre il due terzi delle sezioni scrutinate, democratici al 42%. M5s doppiato al 20%. Male anche Forza Italia (16,27%). Bene la Lega (6,4%). A rischio esclusione LIsta Tsipras (4,1%) e Ncd-Udc di Alfano e Casini (4,2%).
Bene la Lega, male Ncd di Alfano - Oltre il Pd e Renzi, però, c’è anche un altro partito che può vantarsi di aver vinto la propria sfida: la Lega Nord di Matteo Salvini, infatti, con l’avvento del nuovo segretario federale sembra aver ritrovato nuova linfa nelle urne, che hanno premiato il Carroccio con il 6%, quindi ben al di sopra della soglia di sbarramento. In via Bellerio, quindi, sembrano assai lontani i tempi degli scandali che hanno coinvolto Umberto Bossi, la sua famiglia e tutto il vertice del partito. Oscillano sulla lama del rasoio dello sbarramento, invece, sia la Lista Tsipras che la mini coalizione formata da Ncd e Udc. La formazione che fa riferimento al leader della sinistra greca, infatti, è poco sopra il 4%, ovvero a un passo dallo spartiacque che definisce l’entrata nel Parlamento europeo. Un risultato interlocutorio, quindi, che ha rischiato seriamente di diventare beffa. Discorso simile, ma livellato verso l’alto, per Alfano e Casini, fermi ad 4,3% (con molti voti racimolati al Sud e nelle isole) che mette entrambi in una posizione di rischio. Risultato onorevole, invece, per Fratelli d’Italia, a mezzo punto da quel 4% che avrebbe garantito l’ingresso nel parlamento Ue.
Il record storico del Pd - In termini di coalizioni, inoltre, impossibile non notare il tracollo del centrodestra: il tonfo di Forza Italia e il modesto risultato di Alfano, infatti, mettono chi ha governato il Paese per anni in una posizione di netta subalternità non solo nei confronti del Pd, ma anche nei confronti del Movimento 5 stelle. In tal senso, onesta la disamina di Maurizio Gasparri: “C’è necessità di guardare ad una nuova leadership”. Tutte considerazioni secondarie, tuttavia, se viste dalla prospettiva di Largo del Nazareno, dove l’entusiasmo è direttamente proporzionale al distacco su quelli che dovevano essere i competitors e si sono invece rivelati degli sparring partner. Basti un dato. Mai nella storia del centrosinistra italiano un partito si era spinto oltre la soglia del 40%, neanche ai tempi del mai così tanto evocato Enrico Berlinguer. Nel 1976, ad esempio, il Partito comunista italiano si fermò al 34,4%, record imbattuto fino ad oggi. Nel 1984, invece, dopo la morte del leader sardo, il Pci non si spinse oltre il 33%. In tempi più recenti, era rimasto negli annali il risultato conseguito da Veltroni nel 2008 (33%) e il 38% dell’Ulivo (più Rifondazione) nel 1996. Altro dato: i democratici sono stati votati da oltre 11 milioni di persone. Tradotto: un milione in meno di Veltroni nel 2008 (ma erano elezioni politiche) e poco meno di quanto preso nel 1984 dopo la morte di Berlinguer. Alla luce di questi numeri, quindi, quella di Matteo Renzi è una vittoria in stile democristiano: solo la Dc, infatti, riuscì a superare il 40%. Erano gli anni Cinquanta e la Balena Bianca non era certo un partito di sinistra (come l’attuale Pd, diranno i maligni).
Da Nord a Sud, Pd primo partito – Da Nord a Sud senza soluzione di continuità: quello del Pd non è solo un successo numerico, ma anche geografico. I democratici, infatti, sono di gran lunga il primo partito in tutte le circoscrizioni della penisola. Cristallizzate anche gli altri due gradini del podio: non c’è parte d’Italia dove il M5s non sia secondo partito e Forza Italia terzo. Nel particolare, nella circoscrizione nord-occidentale, il dato del Pd è in linea con il dato nazionale (40,6%), mentre M5s e Fi (rispettivamente al 18 e 16%) pagano dazio nel terreno della Lega, che guadagna l’11,7% dei consensi. Carroccio molto bene anche nella circoscrizione nord-orientale con il 9,9%. Qui il Pd racimola il 43%, con il M5s al 18,8% e Forza Italia addirittura l 12,96%. Al centro, invece, è solo Pd: i democratici riescono addirittura a raggiungere il 46,6%, con M5s al 21% e Fi al 14%. Al Sud pesa l’astensionismo: Pd al 35%, M5s al 23,9% e Fi al 22%. Simile il risultato dell’Italia insulare, con i democratici al 35%, M5s al 27% e Forza Italia al 19%. Altro dato significativo: in nessuna provincia italiana il Pd è stato scalzato dal M5s.
Fitto il più votato in Italia - Raffaele Fitto (Forza Italia, circoscrizione meridionale) è il candidato più votato d’Italia con 223mila preferenze. A seguire Simona Bonafè (Pd, 214mila preferenze al Centro) e Alessandra Moretti (Pd, 205mila preferenze nell’Italia Nord orientale). Il dato significativo, però, è proprio quello relativo all’exploit di Raffaele Fitto. Per molti, infatti, l’ex governatore pugliese sarebbe pronto a lanciare un’opa sul partito ormai orfano di Silvio Berlusconi. La nomina di Giovanni Toti a consigliere politico del Cavaliere, del resto, non era mai andato giù al politico pugliese. Che ora, dopo la debacle alle urne, potrebbe ritornare a batter cassa. Sulla sua testa, tuttavia, pesa una condanna in primo grado a quattro anni di reclusione e a cinque di interdizione dai pubblici uffici per i reati di corruzione, illecito finanziamento ai partiti e abuso d’ufficio nell’ambito di un’inchiesta per tangenti nella sanità pugliese.
Affluenza giù di 8 punti - Unico dato negativo per il premier è quello relativo all’affluenza: sono andati a votare il 57,22% degli aventi diritto. Pochi, specie se paragonati al 2009, quando votarono il 66,5% degli italiani. Il calo è quindi pari a circa 8 punti percentuali, ma c’è da dire che cinque anni fa si votava nell’arco di 48 ore.
CRONACA ORA PER ORA
03.15 – Vendola: “Per noi difficile tra Grillo e Renzi. La battuta d’arresto del M5S? Secondo me è seria, ma non va enfatizzata” – video
02.49 – Affluenza in calo di 8 punti - E’ stata del 58,6% l’affluenza definitiva alle urne per le elezioni europee registrata in Italia. Lo ha reso noto il ministero dell’Interno, quando mancano ancora alcuni comuni. Nelle europee del 2009 – quando si votò in due giorni – l’affluenza alla stessa ora è stata del 66,5%. Il calo è quindi pari a circa 8 punti percentuali.
02- 40 – Gasparri: “Come colmare il gap tra noi e il Pd? Chiedetelo al Fatto” – video
02.32 – Salvini: “In Italia centrodestra non c’è più” - “Il problema è che la destra vince dappertutto in Europa” tranne che in Italia, dunque “il problema è che il centrodestra in Italia non c’è più e quindi bisognerà reinventarlo”. Lo ha detto il segretario della Lega Matteo Salvini prima di lasciare la sede di via Bellerio, dove ha commentato lo scrutinio delle europee.
02. 30 – Morra M5s: “Non ci piace azzardare, vogliamo dato definitivo” – video
02.18 – Bonafè (Pd): “Dimissioni Grillo? Ora sia coerente” - “Mi auguro sia coerente con quello che dice”. Così Simona Bonafè, capolista del Pd nella circoscrizione centro Italia, risponde ad un giornalista di Rainews24 che le ricordava le affermazioni del leader M5S in cui prometteva di dimettersi qualora avesse perso le Europee. “Ora però – specifica – non mi interessa Beppe Grillo, ma questo risultato importantissimo per il Pd. Parliamo di 15 punti percentuali in più in un solo anno”.
02.10 – Viminale: su 21mila sezioni scrutinate su 61mila Pd al 43%, M5s al 20%, Forza Italia al 15%
02.07 – Boschi a M5s: “Campagna su urla non ha premiato” - La scelta del Movimento Cinque Stelle di “fare una campagna sulle urla e sulla protesta, senza una proposta concreta e senza ascoltare le richieste dei cittadini non li ha premiati”. Lo ha detto il ministro per le riforme Maria Elena Boschi su La7 a chi le ha chiesto di esprimere un commento sui risultati elettorali elle Europee, rivolgendosi al M5S.
02.07 – Quinta proiezione Swg: Pd al 41,2% - Secondo la quinta proiezione Swg per Sky il Pd è al 41,2% con 31 seggi ‘conquistati’ al parlamento europeo, M5S al 21,5% (17 seggi), Forza Italia al 16,5% (13 seggi), Lega Nord al 6,1% (5), Ncd-Udc al 4,3% (3), Tsipras al 4% (3) mentre Fratelli d’Italia (3,5%), Verdi (0,9%), Scelta Europea (0,8%), Idv (0,6%), Io Cambio-Maie (0,1%) non avrebbero nessun seggio. Svp con lo 0,5% ha invece un seggio.
01.56 – Viminale: affluenza al 58,63% - Alle 23 è del 58,63% l’affluenza al voto per le europee. I dati del Viminale si riferiscono a 8.031 Comuni su 8.057.
01.55 – Quinta proiezione Ipr marketing: Pd al 41,5% - Secondo la quinta proiezione Ipr perla Rai su un campione del 60%, il Partito Democratico-Pse è al 41,5%, Il Movimento 5 Stelle al 21,5%, Forza Italia al 16,5%, La Lega Nord al 6%, Ncd-Udc al 4,3%, L’Altra Europa con Tsipras al 4,1%, Fratelli d’Italia-An al 3,4%, Green Italia-Verdi europei allo 0,9%, Scelta Europea allo 0,7%, Italia dei Valori allo 0,6%, Svp allo 0,4% e Io Cambio-Maie allo 0,1%.
01.54 – Toti: “Risultato Fi non soddisfacente” - “E’ evidente che è un risultato che non possiamo considerare soddisfacente. Ma, tenuto conto dell’ insieme dei partiti che faceva parte del Pdl poco più di un anno fa, la percentuale resta più o meno inalterata se FI si attesta al 17% e Alfano al 4%”. Lo afferma Giovanni Toti, consigliere politico di Berlusconi commentando i primi dati sulle Europee.
01.46 – Viminale: dopo 16mila sezioni scrutinate, Pd al 43%, M5s al 20,59%, Fi al 15,19%
01.35 – Quarta proiezione Swg: Pd al 41% - Secondo la quarta proiezione di SWG per Sky TG24, sul 73% del campione, al Pd con il 41%, andrebbero 31 seggi al Parlamento europeo. Al Movimento 5 Stelle (22,1%) 17 seggi, a Forza Italia (16,4%) 13 seggi, alla Lega Nord (6%) 5 seggi, a Ncd-Udc (4,3%) 3 seggi mentre Tsipras con il 4% si aggiudicherebbe 3 seggi. Nessun seggio invece per Fdi-An (al 3,4%, sotto la soglia del 4%), per i Verdi (0,9%), Scelta europea (0,7%), Idv (0,6%) e Io Cambio-Maie (0,1%) mentre a Svp, con lo 0,5%, andrebbe un seggio.
01.34 – Renzi: “Risultato storico, ora cambiamo l’Ue” - “Un risultato storico. Sono commosso e determinato adesso al lavoro per un’Italia che cambi l’Europa. Grazie #unoxuno #senza paura”. Così Matteo Renzi su twitter commenta la vittoria.
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