La grande vittoria di Correa in Ecuador rafforza il processo rivoluzionario in America Latina.
Domenica 17 febbraio il popolo ecuadoriano ha riconfermato come suo presidente Rafael Correa con una vittoria schiacciante al primo turno elettorale: il candidato del movimento Alianza Pais viene eletto infatti con oltre il 55% dei voti, distaccando nettamente i suoi avversari politici, come l'ex banchiere Guillermo Lasso che raccoglie il 23% delle preferenze. Con una campagna elettorale caratterizzata dalla gioia e dalla massiccia presenza di migliaia di sostenitori in piazza si chiude la tornata elettorale in Ecuador e il popolo riconferma come proprio presidente Rafael Correa, sostenuto da un ampio movimento popolare cresciuto negli ultimi anni, sotto la sua presidenza, e che ha visto un aumento di 10% punti elettorali rispetto alle ultime presidenziali dell'aprile del 2009. La Revolucion Ciudadana di Alianza Pais ha rotto con le politiche neoliberiste dei precedenti governi sottomessi agli interressi del FMI e dell’imperialismo USA, e ha ridato impulso all’economia del paese, indirizzandola verso gli interessi dei lavoratori e dei contadini ecuadoregni.
Questa scelta di indipendenza politica ed economica hanno consentito al popolo ecuadoregno di riappropriarsi delle proprie risorse, come per gli altri paesi dell’ALBA, il Governo di Alianza Pais ha imposto una politica economica basata su un modello di sviluppo solidale con forti elementi di redistribuzione sociale della ricchezza. La difesa della sovranità e del’indipendenza dall’imperialismo e dalle politiche del FMI, si sono riflesse positivamente sull’economia del’Ecuador che oggi vede il PIL crescere e assestarsi al 7.8%. Respingendo le logiche del profitto e le richieste dell’oligarchia compradora, questa crescita è stata utilizzata dal governo del Presidente Correa per dare seguito a delle vere politiche di sviluppo sociale, di indirizzo solidale e redistributivo propri della politica economica del governo Correa.
La profonda inversione nelle scelte economiche del Paese ha permesso la costruzione di strade, ponti, scuole, università e ospedali pubblici che hanno rivoluzionato il sistema educativo e scolastico pubblico, e hanno permesso a milioni di cittadini di accedere a servizi indispensabili e di vedersi garantiti i diritti essenziali. Il popolo ecuadoriano, tradito e ridotto alla povertà da anni di politiche neoliberali, ha confermato di appoggiare la Rivoluzione in atto nel Paese e di voler continuare lungo questa strada, caratterizzata da politiche a favore della maggioranza del Paese e dall'indipendenza dai diktat del Fondo Monetario Internazionale; il popolo ha riconfermato lo stesso Presidente che ha scelto in passato e che sempre ha saputo rispettare il suo mandato elettorale, tenendo fede al programma politico proposto ai cittadini.
I prossimi quattro anni saranno l'occasione per proseguire nella costruzione di un Paese basato sul “Buen Vivir”, velocizzando e rendendo sempre più radicali i cambiamenti in atto al fine di rendere irreversibile il processo che sta portando progresso, giustizia e stabilità al popolo ecuadoriano.
I tentativi di destabilizzazione messi in atto dalla classe dominante, attraverso il sistema mediatico e gli stratagemmi dell'imperialismo, sono stati sconfitti dalle scelte del popolo che ora difende la propria rivoluzione e il proprio Presidente, protagonista non solo del profondo cambiamento nel suo Paese ma anche della svolta storica, attraverso il processo di integrazione proposto dall'ALBA, che sta vivendo l'America Latina; sempre più essa si rende sovrana e indipendente dalle scelte economiche esterne, alle quali ha dovuto sottostare per secoli e che hanno prodotto immense lacune nel sistema economico e sociale dei vari Paesi, rendendo il popolo schiavo degli interessi dei poli imperialistici.
Alla notizia dei primi dati, il Presidente Correa ha voluto esprimere profonda gratitudine per tutti coloro che hanno contribuito a questa vittoria, con il rafforzamento del movimento politico Alianza Pais; ha ricordato il ruolo fondamentale dei cittadini, dei coordinatori e di tutti i membri del movimento che hanno duramente lavorato all'interno dei circoli territoriali, che sono le vere trincee artefici di tale risultato, e ha poi dedicato la vittoria al suo amico e compagno il Comandante Hugo Chavez, Presidente del Venezuela, augurandogli una pronta guarigione e un futuro migliore per il suo Paese.
Il rientro in patria del Comandante Hugo Chavez dopo l’operazione a cui è stato sottoposto a Cuba, è una lieta notizia per il popolo della rivoluzione bolivariana, per i rivoluzionari e gli antimperialisti di tutto il mondo, al tempo stesso è un colpo tremendo per la destra golpista, per gli imperialisti statunitensi ed europei.
La dedica al leader della Rivoluzione Bolivariana è testimonianza del grande ruolo che il presidente Chavez ha nel processo di integrazione e indipendenza latinoamericano, ruolo che si realizza nella piena indipendenza dei Paesi rispetto agli interessi esterni nemici del benessere della popolazione, così come sottolineato nel discorso di Correa attraverso un passaggio di grande dignità e prospettiva:
“ Qui ormai non comanda la bancocrazia, non comanda più la partitocrazia, non comanda più il potere mediatico, qui non comanda alcun potere reale in funzione di interessi di gruppi, non comanda più il Fondo Monetario, la burocrazia internazionale, qui non comandano più i Paesi egemoni.”
La vittoria del Presidente Correa e della Revolucion Ciudadana rappresentano un significativo rafforzamento del processo di emancipazione e di progresso rivoluzionario in corso in America Latina, raffigurato in modo principale dai governi socialisti rivoluzionari dei paesi dell’ALBA che con le loro conquiste politiche e sociali stanno influenzando tutto il continente. Un processo di rottura politica con il neoliberismo, quello dell’ALBA che dimostra che non solo è possibile rigettare le politiche del FMI, ma che costruire una alternativa solidale indipendente e autodeterminata è possibile ed è necessaria.
E’ con questa profonda convinzione politica che la Rete dei Comunisti saluta la grande ed importante vittoria della Revolucion Ciudadana, del Presidente Correa e del popolo ecuadoregno. Siamo sicuri di interpretare il pensiero di quanti animano il conflitto di classe in Italia e nell’Europa dei PIIGS, siano essi dei militanti del sindacalismo di base e conflittuale, o inseriti nei movimenti politici e sociali della sinistra di classe.
Il percorso segnato dall’Ecuador e dai governi dell’ALBA rappresenta una rottura con il neoliberismo e manda un messaggio ai popoli e anche ai lavoratori della periferia del polo imperialista europeo, indicando una strada alternativa rispetto a quella indicata dalla sinistra borghese europea subalterna e connivente ai diktak del FMI e della BCE.
* Commissione Internazionale Rete dei Comunisti
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mercoledì 20 febbraio 2013
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