Adottato dal Parlamento Europea la dichiarazione scritta nr. 32 per designare il 2014 l'Anno europeo 2014 della conciliazione della vita professionale e familiare.
Il 2014 sarà l’anno europeo per la conciliazione famiglia-lavoro. Le politiche per la conciliazione si ripropongono di fornire
strumenti che, rendendo compatibili sfera lavorativa e sfera familiare,
consentano a ciascun individuo di vivere al meglio i molteplici ruoli
che gioca all’interno di società complesse.
Politiche che riguardano tutti: uomini, donne e organizzazioni, toccano la sfera privata, ma anche quella pubblica, politica e sociale e hanno un impatto evidente sul riequilibrio dei carichi di cura all’interno della coppia, sull’organizzazione del lavoro e dei tempi delle città nonché sul coordinamento dei servizi di interesse pubblico.
In Italia la normativa cardine in materia è rappresentata dalla legge 8 marzo 2000, n. 53 che, oltre a introdurre i congedi parentali, favorendo un maggior coinvolgimento dei padri nella cura dei figli, ha focalizzato l’attenzione delle regioni e degli enti locali sull’importanza di riorganizzare i tempi delle città ed ha promosso, tramite l’art. 9, la sperimentazione di azioni positive per la conciliazione sul luogo di lavoro, sensibilizzando in tal senso aziende e parti sociali.
In occasione dell’anno europeo della conciliazione, il 7 febbraio scorso, il Parlamento Europeo ha adottato la dichiarazione scritta n. 32 in cui si chiede la designazione del 2014 come Anno europeo per la conciliazione tra la vita lavorativa e la vita familiare. Una dichiarazione firmata da più di 388 parlamentari.
Un particolare riconoscimento viene attribuito da Coface ( Confederazione delle organizzazioni familiari dell’Unione europea), alle eurodeputate Marian Harkin (Irlanda), Jutta Steinruck (Germania), Roberta Angelilli (Italia) e Elisabeth Morin Chartier (Francia) per aver creduto e sostenuto fin da subito questa iniziativa.
Le 5 buone ragioni dell’importanza oggi di conciliare vita e lavoro sono indicate nella dichiarazione scritta Nr. 32., e sono:
• aumentare la consapevolezza delle politiche di conciliazione in Europa e negli Stati membri;
• sollecitare gli sforzi e ottenere un nuovo impegno politico per rispondere agli attuali problemi che interessano le famiglie, problemi in particolare connessi alla crisi economica e sociale;
• catalizzare l’attenzione e diffondere buone pratiche relative alle politiche di conciliazione vita privata-lavoro fra gli Stati membri;
• promuovere politiche family friendly e la loro conseguente implementazione.
Tra gli obiettivi dell’Anno europeo per la conciliazione c’è anche quello di contribuire alla Strategia UE 2020, che mira a sottrarre almeno 20 milioni di persone dalla povertà e dall’esclusione sociale e, quindi, a rispondere alle domande connesse alla povertà infantile o della famiglia; e a portare al 75% il tasso di occupazione delle donne e degli uomini di età compresa tra 20-64, che implica l’approvazione proprio di politiche di conciliazione, in modo da rilanciare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, rafforzare l’uguaglianza di genere e contribuire a rispondere alle sfide demografiche.
Significativa l’immagine scelta per la campagna: una famiglia di pinguini dove, per natura, quando nasce un piccolo, i compiti di cura sono affidati al padre mentre la madre va in cerca di cibo.
Speriamo che tutto ciò si traduca in azioni concrete e tangbili.
Politiche che riguardano tutti: uomini, donne e organizzazioni, toccano la sfera privata, ma anche quella pubblica, politica e sociale e hanno un impatto evidente sul riequilibrio dei carichi di cura all’interno della coppia, sull’organizzazione del lavoro e dei tempi delle città nonché sul coordinamento dei servizi di interesse pubblico.
In Italia la normativa cardine in materia è rappresentata dalla legge 8 marzo 2000, n. 53 che, oltre a introdurre i congedi parentali, favorendo un maggior coinvolgimento dei padri nella cura dei figli, ha focalizzato l’attenzione delle regioni e degli enti locali sull’importanza di riorganizzare i tempi delle città ed ha promosso, tramite l’art. 9, la sperimentazione di azioni positive per la conciliazione sul luogo di lavoro, sensibilizzando in tal senso aziende e parti sociali.
In occasione dell’anno europeo della conciliazione, il 7 febbraio scorso, il Parlamento Europeo ha adottato la dichiarazione scritta n. 32 in cui si chiede la designazione del 2014 come Anno europeo per la conciliazione tra la vita lavorativa e la vita familiare. Una dichiarazione firmata da più di 388 parlamentari.
Un particolare riconoscimento viene attribuito da Coface ( Confederazione delle organizzazioni familiari dell’Unione europea), alle eurodeputate Marian Harkin (Irlanda), Jutta Steinruck (Germania), Roberta Angelilli (Italia) e Elisabeth Morin Chartier (Francia) per aver creduto e sostenuto fin da subito questa iniziativa.
Le 5 buone ragioni dell’importanza oggi di conciliare vita e lavoro sono indicate nella dichiarazione scritta Nr. 32., e sono:
- Fare una differenza nella qualità della vita di ciascuno di noi, anche e soprattutto per i disabili, gli anziani e i loro familiari assistenti;
- Nelle pari opportunità, passare dalla teoria alla pratica;
- Lavoratori più motivati e produttivi;
- Prevenire la povertà;
- Avere un impatto positivo sul benessere dei bambini.
• aumentare la consapevolezza delle politiche di conciliazione in Europa e negli Stati membri;
• sollecitare gli sforzi e ottenere un nuovo impegno politico per rispondere agli attuali problemi che interessano le famiglie, problemi in particolare connessi alla crisi economica e sociale;
• catalizzare l’attenzione e diffondere buone pratiche relative alle politiche di conciliazione vita privata-lavoro fra gli Stati membri;
• promuovere politiche family friendly e la loro conseguente implementazione.
Tra gli obiettivi dell’Anno europeo per la conciliazione c’è anche quello di contribuire alla Strategia UE 2020, che mira a sottrarre almeno 20 milioni di persone dalla povertà e dall’esclusione sociale e, quindi, a rispondere alle domande connesse alla povertà infantile o della famiglia; e a portare al 75% il tasso di occupazione delle donne e degli uomini di età compresa tra 20-64, che implica l’approvazione proprio di politiche di conciliazione, in modo da rilanciare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, rafforzare l’uguaglianza di genere e contribuire a rispondere alle sfide demografiche.
Significativa l’immagine scelta per la campagna: una famiglia di pinguini dove, per natura, quando nasce un piccolo, i compiti di cura sono affidati al padre mentre la madre va in cerca di cibo.
Speriamo che tutto ciò si traduca in azioni concrete e tangbili.
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