Una vera e propria marea umana, a protestare contro l'austerita' e la corruzione. Decine e decine di migliaia di persone si sono concentrate nel centro di Madrid ieri sera, dando vita a una manifestazione a difesa di istanze sociali come istruzione e sanita', contro la corruzione della politica e la recessione. Il movimento torna in piazza dopo alcune settimane di "riflessione". In realtà la lotta non si è mai fermata. A scandire le iniziative una quantità enorme di scioperi e sit in soprattutto in relazione all'ultimo scandalo che coinvolge il premier. Alla fine della protesta di ieri il bilancio è stato di una quarantina di feriti, 45 arresti, tra cui 9 minori.
Insegnanti in verde, medici e infermieri in bianco, movimenti
femministi in viola, associazioni ecologiste, gruppi di 'indignati' e
minatori del nord della Spagna in nero, hanno raggiunto la piazza di
Nettuno, scandendo slogan contro la politica di austerita' del governo
di Mariano Rajoy, tesa a recuperare 150 miliardi di euro in tre anni per
ridurre il deficit del Paese. Una politica percepita come un freno alla
ripresa dell'economia, minata anche da un tasso di disoccupazione al 26
per cento.
Manifestazioni anche in altre citta' come Valencia, dove sono scese in piazza altre migliaia di persone, e Barcellona, dove i dimostranti hanno innalzano cartelli a favore della sanita' e dell'istruzione pubblica e contro i tagli sociali.
Intanto, i dubbi sulla crescita in Europa si allargano oltre i confini dei cosiddetti Pigs (Portogallo, Italia, Grecia e Spagna) e contagiano anche Paesi considerati meno a rischio come Francia e Gran Bretagna. Dopo Parigi, anche Londra si e' vista togliere da Moody's la tripla A e incassa dall'Ue previsioni poco rassicuranti per i prossimi anni. E mentre il presidente francese Francois Hollande rassicura sul raggiungimento dell'equilibrio dei conti pubblici nel 2017, un sondaggio tedesco indica Atene come principale fattore di rischio per l'Eurozona.
In Europa la ripresa e' destinata ad allontanarsi. E il 2013 nella zona euro sara' ancora un anno di recessione tanto che l'Italia vedra' salire, anche nel 2014, la disoccupazione toccando il record del 12 per cento. Ma al di la' dell'Italia e' un po' tutta l'Europa che arranca di fronte alla crisi economica. Escludendo la Germania che resta ancorata alla sua crescita, sebbene modesta ma positiva, la Francia deve fare i conti con lo sforamento del deficit e la Spagna ha un disavanzo a doppia cifra. A questo si e' aggiunto anche il fatto che, dopo Parigi, anche il Regno Unito ha perso la prestigiosa 'tripla A'. Ad abbattersi su Londra e' stata la scure di Moody's. Un taglio, dettato da una crescita troppo debole e da rischi di esposizione elevati, che potrebbe indebolire la sterlina nei confronti di dollaro, yen ed euro.
Ora, dunque, nel club dei 'virtuosi' nel Vecchio Continente restano solo in quattro: Olanda, Finlandia Lussemburgo e la Germania. La speranza e' che, proprio, la locomotiva tedesca prosegua nel tenere il passo. Un segnale, in tal senso, e' arrivato dalla l'indice Ifo (che misura la fiducia delle imprese tedesche) che, questa settimana, e' salito ai massimi da dieci mesi. L'economia reale dell'eurozona stenta comunque a ripartire. Il presidente della Bce, Mario Draghi lo ha detto a chiare lettere al Parlamento europeo: c'e' piu' stabilita' ma servono maggiori sforzi per uscire dal quadro recessivo. E crea timore, da Oltreoceano, anche il fatto che in futuro la Fed possa rinunciare a misure di stimolo monetario. Il Governatore Ben Bernanke, martedi' sara' in audizione alla commissione bancaria del senato americano.
Manifestazioni anche in altre citta' come Valencia, dove sono scese in piazza altre migliaia di persone, e Barcellona, dove i dimostranti hanno innalzano cartelli a favore della sanita' e dell'istruzione pubblica e contro i tagli sociali.
Intanto, i dubbi sulla crescita in Europa si allargano oltre i confini dei cosiddetti Pigs (Portogallo, Italia, Grecia e Spagna) e contagiano anche Paesi considerati meno a rischio come Francia e Gran Bretagna. Dopo Parigi, anche Londra si e' vista togliere da Moody's la tripla A e incassa dall'Ue previsioni poco rassicuranti per i prossimi anni. E mentre il presidente francese Francois Hollande rassicura sul raggiungimento dell'equilibrio dei conti pubblici nel 2017, un sondaggio tedesco indica Atene come principale fattore di rischio per l'Eurozona.
In Europa la ripresa e' destinata ad allontanarsi. E il 2013 nella zona euro sara' ancora un anno di recessione tanto che l'Italia vedra' salire, anche nel 2014, la disoccupazione toccando il record del 12 per cento. Ma al di la' dell'Italia e' un po' tutta l'Europa che arranca di fronte alla crisi economica. Escludendo la Germania che resta ancorata alla sua crescita, sebbene modesta ma positiva, la Francia deve fare i conti con lo sforamento del deficit e la Spagna ha un disavanzo a doppia cifra. A questo si e' aggiunto anche il fatto che, dopo Parigi, anche il Regno Unito ha perso la prestigiosa 'tripla A'. Ad abbattersi su Londra e' stata la scure di Moody's. Un taglio, dettato da una crescita troppo debole e da rischi di esposizione elevati, che potrebbe indebolire la sterlina nei confronti di dollaro, yen ed euro.
Ora, dunque, nel club dei 'virtuosi' nel Vecchio Continente restano solo in quattro: Olanda, Finlandia Lussemburgo e la Germania. La speranza e' che, proprio, la locomotiva tedesca prosegua nel tenere il passo. Un segnale, in tal senso, e' arrivato dalla l'indice Ifo (che misura la fiducia delle imprese tedesche) che, questa settimana, e' salito ai massimi da dieci mesi. L'economia reale dell'eurozona stenta comunque a ripartire. Il presidente della Bce, Mario Draghi lo ha detto a chiare lettere al Parlamento europeo: c'e' piu' stabilita' ma servono maggiori sforzi per uscire dal quadro recessivo. E crea timore, da Oltreoceano, anche il fatto che in futuro la Fed possa rinunciare a misure di stimolo monetario. Il Governatore Ben Bernanke, martedi' sara' in audizione alla commissione bancaria del senato americano.
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