«Attraverso l’uso di 368 videocamere da cellulari da cinque megapixel – spiega Paul Joseph Watson in un servizio su “Infowars” ripreso da “Megachip” – il sistema può essere adattato a un velivolo telecomandato e si può perfino progettare di incorporarlo all’interno del prototipo di drone solare Eagle, in grado di restare in volo per anni». Lo stesso Antoniades descrive il modo in cui il sistema “Argus” equivale ad avere «fino a 100 droni di tipo Predator che controllano insieme un’area grande quanto un media città». E attenzione: il sistema può tracciare qualsiasi oggetto in movimento in un’area di 38 chilometri quadrati: «Chiunque cammini per strada, perfino qualsiasi uccello in volo nel cielo, nonché oggetti sul terreno di appena 15 centimetri». Qualunque cosa si muova viene automaticamente identificata: «Puoi vedere gli individui che attraversano la strada, o quelli che camminano nei parcheggi», spiega Antoniades. «C’è in effetti abbastanzarisoluzione da poter vedere le persone che muovono le proprie braccia e notare quali abiti indossino».
Il sistema, aggiunge Watson, può archiviare un milione di terabyte di video al giorno, ovvero 5.000 ore di registrazioni video in alta definizione, mentre invia in tempo reale il filmato a una postazione a terra. “Argus” può «zoomare e vedere fino a un incredibile livello di dettaglio». I particolari del progetto, intrapreso nel 2007, sono stati diffusi solo recentemente, dopo che il governo statunitense ha revocato l’ordine di riserbo, ma il sensore in sé resta materiale “classificato” e quindi non può essere fotografato. Mac Slavo, su “ShtfPlan”, lancia l’allarme: «Considerate questa tecnologia nel contesto degli attacchi extra-giudiziali attuati con i droni, le cui singole azioni sono decise e intraprese da sistemi di intelligenza artificiale in base a parametri che determinano in modo automatico se tu sei o meno una minaccia, e potrete rendervi conto di quanto diventeranno pericolosi dei droni armati con simili sistemi di rilevamento delle immagini».
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