giovedì 28 febbraio 2013

Berlusconi indagato a Napoli: “Tre milioni per comprare senatore De Gregorio”

L'ipotesi di reato è corruzione. Tra gli atti dell'inchiesta sul leader del Pdl - condotta da un pool di magistrati per i reati contro la pubblica amministrazione e dalla Direzione distrettuale antimafia - ci sono i verbali dell'ex commercialista del senatore, quelli di Valter Lavitola e anche una lettera scritta in cui l'ex direttore de "L'Avanti" elencava tutti i favori fatti al Cavaliere ma anche tutte le promesse mancate.

Berlusconi indagato a Napoli: “Tre milioni per comprare senatore De Gregorio”

La “compravendita” di parlamentari e senatori da parte del leader del Pdl nel 2006 contestata dall’opposizione ora è una indagine. Silvio Berlusconi è indagato dalla Procura di Napoli per corruzione e finanziamento illecito ai partiti. Il Cavaliere avrebbe pagato tre milioni di euro al senatore Sergio De Gregorio per fargli abbandonare la casacca dell’Italia dei Valori e fargli indossare quella azzurra del Pdl. De Gregorio, accusato di truffa per 23 milioni nell’inchiesta sui finanziamenti al giornale L’Avanti di Valter Lavitola, era stato salvato dall’arresto dal Senato grazie al voto segreto. Su di lui pendeva un ordine di cattura e il gip aveva disposto gli arresti domiciliari.
L’ex commercialista di De Gregorio e Lavitola a verbale: “Berlusconi pagò il senatore”. Il primo a raccontare della presunta compravendita era stato il commercialista di De Gregorio, Andrea Vetromile, ascoltato il 29 febbraio 2012 come persona informata dei fatti. “Fu Lavitola che accreditò De Gregorio presso Berlusconi – dice – De Gregorio è socialista come Lavitola”. L’uomo politico nel 2005 voleva candidarsi con Forza Italia ma venne escluso dalle liste, secondo la ricostruzione degli inquirenti, per l’intervento di Fulvio Martusciello, consigliere regionale, e quindi si candidò con Di Pietro prendendo 80mila voti. “Una volta eletto passò nelle fila del centrodestra – racconta il commercialista – fu proprio Lavitola, forte dei suoi rapporti personali con Berlusconi che concretizzò questo accordo… voglio precisare che l’accordo venne lautamente remunerato”.

Valter Lavitola, l’ex direttore dell’Avanti coinvolto proprio nell’inchiesta sul finanziamento illecito al suo giornale e indagato insieme a Berlusconi, aveva poi raccontato il resto, due mesi dopo nell’aprile del 2012. De Gregorio “negoziò con Berlusconi l’incarico di presidente della commissione Difesa del Senato” aveva rivelato. Insomma il politico per soldi e per una carica prestigiosa tradì il partito di Di Pietro e garantì al Pdl il sostegno. Ai pm di Napoli Francesco Curcio, Vincenzo Piscitelli e Henry John Woodcock, Lavitola collocò l’episodio nei giorni immediatamente successivi all’elezione di De Gregorio al Senato nella lista dell’Italia dei Valori. A presidente della Commissione Difesa, aveva affermato il giornalista, “era stata candidata dalla sinistra una senatrice, notoriamente pacifista, di cui non ricordo il nome, ed era uscito anche sui giornali che gran parte, diciamo così, delle Forze Armate erano contrarie a questa cosa”. De Gregorio “che è uno intraprendente, che mica aspettava me per fare le cose, si era già messo in contatto con alcuni del gruppo di Forza Italia, dell’epoca, e precisamente, non perché ora è morto, pace all’anima sua, e quindi non può dirlo, con il senatore Comincioli, Romano Comincioli, se non sbaglio, il quale era uno dei fedelissimi del presidente Berlusconi, e andò a negoziarsi la nomina a presidente della commissione Difesa… De Gregorio votò con il centro destra e fu eletto presidente alla Commissione Difesa, ed in quel caso sicuramente io, ma ritengo anche il senatore Comincioli, gli creammo un link con il presidente Berlusconi, link che poi fu determinante per il suo passaggio a Forza Italia”.
De Gregorio, aveva spiegato Lavitola ma è anche cronaca parlamentare, votò dunque con il centro destra. Ma cosa ottenne in cambio il senatore? Lavitola: “De Gregorio disse a Berlusconi che lui non intendeva entrare in Forza Italia ma intendeva fare un suo movimento politico soprattutto all’estero, per fare…, eccetera, eccetera, e che aveva ovviamente necessità di sostegno; il presidente gli disse: non ti preoccupare, non ci sono problemi; ma non si entrò nei dettagli”.Il 9 maggio Lavitola parlò nuovamente del passaggio di De Gregorio nelle fila del centro destra e quantificò la somma in un un milione di euro pagati dal Cavaliere.
Una lettera di Lavitola al Cavaliere tra gli atti dell’inchiesta. Tra gli atti dell’inchiesta c’è anche una lettera sequestrata all’ex direttore del quotidiano ‘L’Avanti’. Nella missiva scritta di suo pugno ci sono una serie di ‘favori’ che Lavitola rinfaccia a Berlusconi, tra i quali anche quello di aver ‘comprato il senatore Sergio De Gregorio’.  Lavitola sottolineava i suoi presunti interventi per favorire la caduta del governo Prodi tentando di ‘comprare i senatori necessari’. “In cambio del passaggio – diceva Lavitola ai pm partenopei nel corso di un interrogatorio dell’aprile 2012 – De Gregorio contatto’ Berlusconi e gli chiese la presidenza della commissione Difesa. Era stata candidata una senatrice e una gran parte delle Forze Armate erano contrarie. De Gregorio si era gia’ messo in contatto con alcuni del gruppo di Forza Italia e andò a negoziare”. Nel documento Lavitola elencava tutti i favori al Cavaliere: “Le cose fatte tra noi le ho fatte scientemente e come tale da uomo. Lei, non sarà mai coinvolto! Dico mai e poi mai!”, prometteva il giornalista all’allora presidente del Consiglio mentre, dall’altra parte, gli elencava tutte le “promesse” mancate: “Entrare nel governo o nel Parlamento europeo o almeno nel Cda Rai”; ottenere comunque “un incarico importante all’inizio del 2010; “collocare Iannucci nel Cda dell’Eni”; “nominare (Paolo) Pozzessere almeno direttore generale di Finmeccanica“ (poi arrestato nell’ambito dell’indagine, ndr). Gli sviluppi dell’inchiesta sarebbero legati anche alle dichiarazioni fatte proprio dal senatore De Gregorio ai magistrati della Procura di Napoli.
Sul caso indagano pm contro la Pubblica Amministrazione e quelli della Dda. L’inchiesta su Silvio Berlusconi è condotta da un pool di magistrati di due sezioni della Procura del capoluogo campano, quella sui reati contro la pubblica amministrazione e la Direzione distrettuale antimafia. Sulla vicenda indagano i pm VincenzoPiscitelli e Henry John Woodcock, titolari dell’inchiesta che nello scorso anno portò al coinvolgimento del senatore De Gregorio, nonché i pm della Dda Francesco Curcio, Alessandro Milita e Fabrizio Vanorio. In mattinata sono stati notificati avvisi agli indagati.
Nel novembre scorso a De Gregorio erano state sequestrate due case del valore di circa 9 milioni di euro emesso dal gip di Napoli il 10 luglio scorso, per le somme percepite dal 1997 al 2009 dalla società International Press che editava il giornale socialista diretto da Lavitola. De Gregorio aveva però beneficiato della sospensione della misura di sequestro nei suoi confronti, in attesa di una pronuncia del Senato. Che poi aveva ha deliberato l’autorizzazione. Tra i beni sequestrati al senatore, eletto nel 2006 in Idv e rieletto nel 2008 nel Pdl dopo aver favorito la caduta di Romano Prodi, figuravano due case, una a Napoli e una in provincia di Caserta, riconducibili a De Gregorio e alla moglie.

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