Toh chi si rivede: Francesco Pionati tenta l'avventura da consigliere con Storace, Irene Pivetti si ributta in politica per i Cristiano Popolari di Baccini. E poi ancora ex protagonisti di reality e tanti figli di. E c'è persino chi riesuma il manifesto elettorale del 2010, cambiando solo il nome del presidente.
l'espresso di Antonio Monti
Concluse due legislature in Parlamento Francesco
Pionati, un lungo trascorso da notista politico del Tg1,
non è riuscito ad ottenere la ricandidatura nelle file del
centrodestra. Forse però il leader di Alleanza di Centro non
tornerà subito negli studi di Saxa Rubra. Per lui infatti è
arrivato un "taxi" nella lista Civica Storace per tentare
l'avventura nel Consiglio regionale del Lazio.
Se venisse eletto come vicino di banco potrebbe trovare l'ex collega Fidel Mbanga Bauna, popolare mezzobusto del TgR Lazio e capolista della Civica Storace. Vicino alla destra, già in passato il giornalista di colore era stato in lizza per una candidatura alla Camera con An. Ipotesi che allora, correva il 2003, La Padania accolse col titolo: «Faccetta nera entra in Parlamento».
Anche nello schieramento che sostiene Nicola Zingaretti i trascorsi nella tv di Stato non mancano, è il caso di Livia Azzariti, capolista della Civica Zingaretti e per anni conduttrice su Rai Uno.
Dopo lo scandalo sull'uso distorto dei fondi ai gruppi consiliari che ha travolto la giunta di Renata Polverini, in concomitanza con le politiche si torna alle urne anche per la Regione Lazio. Basta scorrere i programmi dei candidati in Consiglio regionale per trovare due parole gettonatissime: «novità» e «trasparenza». Eppure le liste pullunano di volti noti che lasciano poco spazio all'immaginazione di un anno zero della Regione Lazio. Qualche esempio.
Sacrificati da Gianni Alemanno nel rimpasto della giunta comunale post Parentopoli, Sergio Marchi (La Destra), Laura Marsilio (Fratelli d'Italia) e Fabio De Lillo (Pdl) tornano alla carica per un posto in Regione. Memorabili alcune gaffes di De Lillo quando era titolare dell'assessorato all'Ambiente, come l'idea di installare panchine anti clochard nei parchi romani. Potrebbero ritrovarsi in aula fianco a fianco con altri tre assessori che si sono appena dimessi dalla giunta capitolina: Marco Visconti, Antonello Aurigemma e Fabrizio Ghera. Senza dimenticare i quattro uscenti, tutti in lista col Pdl, membri della giunta Polverini. Insomma, non proprio aria di rinnovamento.
Messe nel cassetto le esperienze come conduttice televisiva, Irene Pivetti prova a tornare nella politica che conta, stavolta con i Cristiano Popolari di Mario Baccini. Nella sua agenda si segnala un appuntamento con gli elettori al circo. Chi invece tenta il salto dal piccolo schermo al parlamentino laziale è Patrick Ray Pugliese, divenuto famoso come concorrente del 'Grande Fratello'. Da pochi giorni in politica sembra già averne appreso il lessico: «Scendo in campo per porre fine agli scempi che ho visto». A fargli compagnia anche Waima Vitullo, partecipante del reality 'Mammoni'. Entrambi corrono per Grande Sud, la formazione di Gianfranco Micciché, che appoggia Francesco Storace. Le urne diranno se c'è differenza tra le preferenze e il televoto.
Ma la televisione non è l'unico lasciapassare per tentare l'ingresso nell'aula della Pisana. Talvolta basta un cognome, almeno nella politica romana: è lungo infatti l'elenco dei parenti in lista. Tra i più accreditati per uno scranno spicca Luca Gramazio, figlio del senatore Pdl Domenico ed ex capogruppo in Campidoglio. Mentre ha già una consiliatura alle spalle Pietro Sbardella (lista Bongiorno), figlio di Vittorio, deputato Dc di fede andreottiana. Prova il passaggio del testimone dal genitore al figlio anche Alessandro Maria Casciani (lista Storace), il padre Gilberto nell'ultima legislatura era in aula con la Lista Polverini. Tutta in famiglia invece la sfida tra le eredi di Giorgio Almirante. Se Rita, figlia del primo matrimonio dello storico segretario del Msi, corre a sostegno della candidata centrista Giulia Bongiorno, Giuliana, nata dell'unione con donna Assunta, è capolista de La Destra.
La pratica del ripescaggio è bipartisan. Il centrosinistra sceglie dal catalogo dei volti noti Michele Baldi: già capogruppo di Forza Italia in Campidoglio, ora corre nella lista Civica Zingaretti. Mentre
Daniele Fichera, ex
assessore Pd della giunta guidata da Piero Marrazzo, si presenta
nelle file del Psi.Se venisse eletto come vicino di banco potrebbe trovare l'ex collega Fidel Mbanga Bauna, popolare mezzobusto del TgR Lazio e capolista della Civica Storace. Vicino alla destra, già in passato il giornalista di colore era stato in lizza per una candidatura alla Camera con An. Ipotesi che allora, correva il 2003, La Padania accolse col titolo: «Faccetta nera entra in Parlamento».
Anche nello schieramento che sostiene Nicola Zingaretti i trascorsi nella tv di Stato non mancano, è il caso di Livia Azzariti, capolista della Civica Zingaretti e per anni conduttrice su Rai Uno.
Dopo lo scandalo sull'uso distorto dei fondi ai gruppi consiliari che ha travolto la giunta di Renata Polverini, in concomitanza con le politiche si torna alle urne anche per la Regione Lazio. Basta scorrere i programmi dei candidati in Consiglio regionale per trovare due parole gettonatissime: «novità» e «trasparenza». Eppure le liste pullunano di volti noti che lasciano poco spazio all'immaginazione di un anno zero della Regione Lazio. Qualche esempio.
Sacrificati da Gianni Alemanno nel rimpasto della giunta comunale post Parentopoli, Sergio Marchi (La Destra), Laura Marsilio (Fratelli d'Italia) e Fabio De Lillo (Pdl) tornano alla carica per un posto in Regione. Memorabili alcune gaffes di De Lillo quando era titolare dell'assessorato all'Ambiente, come l'idea di installare panchine anti clochard nei parchi romani. Potrebbero ritrovarsi in aula fianco a fianco con altri tre assessori che si sono appena dimessi dalla giunta capitolina: Marco Visconti, Antonello Aurigemma e Fabrizio Ghera. Senza dimenticare i quattro uscenti, tutti in lista col Pdl, membri della giunta Polverini. Insomma, non proprio aria di rinnovamento.
Messe nel cassetto le esperienze come conduttice televisiva, Irene Pivetti prova a tornare nella politica che conta, stavolta con i Cristiano Popolari di Mario Baccini. Nella sua agenda si segnala un appuntamento con gli elettori al circo. Chi invece tenta il salto dal piccolo schermo al parlamentino laziale è Patrick Ray Pugliese, divenuto famoso come concorrente del 'Grande Fratello'. Da pochi giorni in politica sembra già averne appreso il lessico: «Scendo in campo per porre fine agli scempi che ho visto». A fargli compagnia anche Waima Vitullo, partecipante del reality 'Mammoni'. Entrambi corrono per Grande Sud, la formazione di Gianfranco Micciché, che appoggia Francesco Storace. Le urne diranno se c'è differenza tra le preferenze e il televoto.
Ma la televisione non è l'unico lasciapassare per tentare l'ingresso nell'aula della Pisana. Talvolta basta un cognome, almeno nella politica romana: è lungo infatti l'elenco dei parenti in lista. Tra i più accreditati per uno scranno spicca Luca Gramazio, figlio del senatore Pdl Domenico ed ex capogruppo in Campidoglio. Mentre ha già una consiliatura alle spalle Pietro Sbardella (lista Bongiorno), figlio di Vittorio, deputato Dc di fede andreottiana. Prova il passaggio del testimone dal genitore al figlio anche Alessandro Maria Casciani (lista Storace), il padre Gilberto nell'ultima legislatura era in aula con la Lista Polverini. Tutta in famiglia invece la sfida tra le eredi di Giorgio Almirante. Se Rita, figlia del primo matrimonio dello storico segretario del Msi, corre a sostegno della candidata centrista Giulia Bongiorno, Giuliana, nata dell'unione con donna Assunta, è capolista de La Destra.
La pratica del ripescaggio è bipartisan. Il centrosinistra sceglie dal catalogo dei volti noti Michele Baldi: già capogruppo di Forza Italia in Campidoglio, ora corre nella lista Civica Zingaretti. Mentre
In questa fiera del riciclo politico vengono riutilizzati perfino i manifesti. E' il caso di due ex assessori della giunta Polverini, Pietro Di Paolo e Marco Mattei: hanno riproposto la stessa foto della campagna elettorale per le regionali 2010. Basta cambiare il nome del candidato presidente e il gioco è fatto.
Decisamente poco originale anche Fabio Bellini (Pd), che ha copiato la grafica della comunicazione utilizzata da Pierluigi Bersani per le primarie dello scorso anno adattandola al suo cognome.
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